Lucas Hernandez, campione del mondo abbandonato dal padre

Nations League

Il difensore francese, campione del Mondo in Russia con la sua Nazionale, ha raccontato l’abbandono da parte del padre: “Non abbiamo notizie di lui da quando avevo 12 o 13 anni. Se mai un giorno dovessi incontrarlo, parleremo. Ma una cosa è certa: io a mio figlio non rinuncerei mai”

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Primo posto nel proprio gruppo di Nations League. Una vittoria contro la Germania che certifica una certa superiorità. Ventidue anni e già campione del mondo con la sua Francia, il sogno di chiunque inizi a giocare a calcio. La vita di Lucas Hernandez potrebbe sembrare perfetta. Forse lo è, ma ha dovuto fare i conti con la mancanza di una figura importante, vitale. Quella del padre, che non lo ha visto crescere. Che non lo ha visto diventare un giocatore professionista, che non ha potuto condividere con lui, dunque, gioie e dolori. Chissà cosa avrà pensato Lucas quando ha alzato la coppa vinta in Russia. Ha fatto esultare tutto un paese e forse anche il padre. Questo, però, non lo saprà mai. E pensare che nessuno più del padre avrebbe potuto aiutarlo. Lui che a calcio ci ha giocato eccome, passando prima del figlio per Madrid, sponda Atletico dopo vari ani di Ligue 1. Lucas e suo fratello Theo, di proprietà del Real Madrid, sono nati a Marsiglia, cresciuti però nella capitale spagnola. Con la mamma a supportarli.

Il racconto

“Non abbiamo notizie di lui da quando avevo 12 o 13 anni – racconta il difensore dell’Atletico Madrid ai microfoni di Le Parisien – e non c’è stata alcuna novità nemmeno dopo che ho vinto il Mondiale”. Zero messaggi di complimenti, dunque. Non una parola di incoraggiamento, di stima, di rispetto. Ne avrà ricevuto tanto, da molte altre persone. Non dal padre, però, che non ha voluto nemmeno approfittare della celebrità del figlio come invece accade in molti altri casi. Ad essere genitore, oggi, è anche lo stesso Lucas. Che certi errori sente di non poterli ripetere: “Adesso che sono padre – spiega – sono più consapevole di quello che ha fato. Ha mancato del tutto ai suoi doveri di genitore”. Ma non esclude un possibile perdono: “Se lo dovessi incontrare, un domani, gli parlerò” Ammette. Però su una cosa non ci sono dubbi: “Non farei mai una cosa del genere, per nulla al mondo. Non riesco neanche ad immaginare di rinunciare a mio figlio”. Parole sincere, di chi ci è passato e sa, purtroppo, cosa si prova.