Ventura: "In Nazionale delegittimato. Dimesso dopo Macedonia, comunque non sarei andato al Mondiale"

Calcio
Gianpiero Ventura, ex CT della Nazionale azzurra (Getty)

L'ex CT della Nazionale parla per la prima volta a "Che tempo che fa" dopo la mancata qualificazione ai Mondiali: "Cicatrice ancora aperta, ma tiferò sempre la Nazionale. Sono stato delegittimato, si creò un clima in cui era impossibile lavorare. Ora ho ancora una grande voglia di allenare"

LA CRONACA DI ITALIA-ARABIA SAUDITA

A tutto Ventura. Per la prima volta dopo l'esonero del 15 novembre. L'Italia fuori dai Mondiali, la Svezia che vince a casa sua e regge a San Siro, le polemiche, le lacrime. Ora parla Ventura. Ospite da Fazio su Rai 1 a "Che tempo che fa", l'ex CT della Nazionale ha voluto dire la sua sulla mancata qualificazione al Mondiale in Russia. E non solo. 

"La mancata qualificazione è una cicatrice indelebile"

"E la prima volta che parlo, dirò la verità. Solo la verità. Vedrò i Mondiali a casa mia, magari vedrò la parte finale così evito di soffrire, perché per me è una sofferenza. E' una cicatrice enorme nella mia vita". Ventura guarda le immagini della sua Italia, poi riprende: "Lungi da me scaricare responsabilità ad altri, mi prendo le mie. Ma è corretto spiegare come sono andati i fatti, altrimenti si ha una visione sbagliata. Nel calcio, negli sport di squadra, non c'è mai una sola persona che vince o che perde. Quando siamo partiti lo scenario era chiaro, c'era una sola squadra pronta a qualificarsi, non eravamo testa di serie. Arriviamo alla partita con la Spagna da imbattuti, primi in classifica. O li batti o vai agli spareggi, perdiamo perché sono più forti, sia dal punto di vista tecnico che fisico. Volevamo provare a vincerla, ma ciò che succede dopo è difficile da capire. Un minuto dopo il fischio finale c'è stata una violenza inaudita verso di me, tutti volevano le mie dimissioni". 

"Sono stato delegittimato"

Eravamo imbattuti, ma ci fu una delegittimazione esterna assolutamente devastante verso di me". Anche interna, forse: "C'era già stata, il progetto iniziale prevedeva la presenza di Marcello Lippi a mio supporto, avrebbe dovuto fare il direttore tecnico. Eravamo entrati insieme in Nazionale, ma dopo la mia firma non c'era più. E' sparito per motivi di regolamento, ho fatto il doppio ruolo per un anno. Poi a fine stagione il presidente Tavecchio avrebbe ufficializzato la mia presenza come direttore tecnico, quindi avere un po' di potere per gestire una situazione simile. Ma si è ribaltato tutto, sono stato delegittimato. Successivamente è stato nominato Olivieri". Perché Ventura non si è dimesso? "L'ho pensato, e in quel caso lì ho fatto un errore, pensavo che bastasse avere la squadra. In quel momento eravamo imbattuti, è stato uno dei miei tanti errori commessi in questi mesi". 

"In Russia non sarei mai andato"

Scelte tecniche sbagliate: "Dopo la Spagna sì, senza dubbio. Ho sbagliato a non dimettermi la partita successiva alla Spagna, nella vittoria contro Israele per 1-0. Feci una riflessione seria, dopo 10 minuti lo stadio fischiava la Nazionale. Non ricordo sia mai successo. Quando ho sentito quei fischi, ho capito che qualcosa si era rotto. Come se avessimo già perso. Dopo la partita con la Macedonia mi sono dimesso, dissi che non avrei potuto continuare così. Era giusto prendere un'altra persona, c'erano giocatori appena arrivati. Devastante, ecco com'era il clima. Ma le dimissioni non sono state accettate". Qualche retroscena: "Avevo ufficializzato al mio staff che non sarei mai andato ai Mondiali, anche in caso di qualificazione con la Svezia. Per me era impossibile lavorare, chiunque fosse arrivato avrebbe avuto la possibilità di fare un lavoro migliore". Niente dimissioni dopo la Svezia: "Non volevo ammettere di essere l'unico responsabile, in sala stampa mi sono presentato da solo. Non volevo fare il capro espiatorio. Per questo motivo non mi sono dimesso". 

"Ho ancora voglia di allenare"

E ancora: "Non è vero che ho abbandonato il ritiro, è una cosa da querela. Questo ti dà l'idea del clima che c'era, parliamo della partita con la Svezia. Era impossibile da gestire per me". Continua Ventura: "Sono diventato il capro espiatorio di tutti i mali del calcio, basta pensare a ciò che è stato detto, scritto, sono dispiaciuto per questo motivo. Ci ho creduto. Ho rinunciato a molte cose per andare in Nazionale. Ci andai con entusiasmo. Ho perso la partita con la Spagna e con la Svezia, le uniche sconfitte subite in un anno e mezzo". Situazione attuale, come sta Ventura? "Mi sono messo nei panni degli italiani, stanno soffrendo molto ed è difficile immaginare i Mondiali senza l'Italia. Porterò per sempre questa sofferenza dentro di me, spero che Mancini sia messo in condizione di lavorare. Gli auguro di poter avere a che fare con delle persone che dicono quello che pensano, cosa che a me non è capitata. Tiferò Italia fino alla fine, nonostante tutto". Sul futuro: "Voglio ancora allenare, ho voglia di rimettermi in gioco, 3 mesi non possono cancellare 35 anni di carriera. Voglio dare risposte sul campo e non a parole, spero di avere la possibilità di tornare".