Cosa ha detto Lippi a Grosso prima del rigore contro la Francia nel 2006. VIDEO

Nazionale

L'eroe del trionfo nel Mondiale del 2006 ha rivissuto quei momenti in diretta con #CasaSkySport. Il messaggio di Lippi: "Ricordo ancora la faccia che hai fatto quando ti ho detto che tiravi tu il quinto rigore... Ma era destino, eri diventato l'uomo dell'ultimo secondo". 

CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI

Fabio Grosso, oggi, ha i capelli più corti rispetto al 2006, anche un po' biondi: "I miei figli prima me li hanno tagliati, poi ci hanno fatto qualche disegno e infine li hanno voluti colorare", ha scherzato in diretta con #CasaSkySport. Impossibile tuttavia non riconoscerlo nelle storiche immagine del Mondiale vinto in Germania e giocato da assoluto protagonista: "Sono passati tanti anni e il tempo prosegue inesorabile, ma le emozioni restano grandi - ha spiegato - E' stata una cavalcata stupenda, che si è chiusa nel migliore dei modi. Tutti quanti noi non la dimenticheremo mai. In quel periodo, grazie al mister, abbiamo costruito qualcosa in più di una squadra. C'erano dei grandi campioni e poi tanti giocatori come me, che non erano campioni ma che si sono dimostrati all'altezza". Ecco cosa rendeva speciale quell'Italia: "Pur essendo una Nazionale, la squadra venne costruita come un club. Il mister ha creduto in un gruppo di giocatori ben preciso, portando avanti un'idea iniziale fino alla fine. Noi ci siamo sentiti parte del progetto e abbiamo espresso di più rispetto a quello che pensavamo di poter esprimere".

L'uomo dell'ultimo secondo

Durante la diretta con Sky, non è mancato il messaggio da parte proprio di Lippi, che lo ha incoraggiato a non mollare la carriera intrapresa da allenatore nonostante il recente esonero con il Brescia e poi ha raccontato il momento prima dei rigori di Italia-Francia nel 2006: "Ricordo ancora la faccia che hai fatto quando ti ho detto che avresti battuto l'ultimo. "Io??!!". Sì, ti dissi. Perche eri quello che si è procurato il rigore con l'Australia al 90°, quello che ha segnato alla Germania al 120'. Eri l'uomo dell'ultimo secondo. E tu mi risposi semplicemente facendo ok con la mano"

"E' sempre bello rivedere Macrello Lippi - ammette Grosso -. Il mister mi ha chiesto di tirare l'ultimo rigore, in tanti avremmo potuto farlo perché c'erano molti campioni in campo. Ma lui ha scelto me... Mi è piaciuto avere questa responsabilità. Nel camminare verso il dischetto c'era la volontà di andarci a prendere con quel tiro qualcosa che meritavamo. In quel Mondiale sapevamo che avremmo ottenuto un risultato pazzesco. Ricordo la sensazione di voler partecipare fino in fondo all'impresa. Sono immagini da pelle d'oca".

Le telecronache di Caressa e Bergomi

Le notti di quel Mondiale si ricordano anche grazie alle bellissime telecronache di Fabio Caressa e Beppe Bergomi: "Se li ascoltavo? Non ricordo se lo facevo già dopo le partite - ha ricordato Grosso - ma dopo il Mondiale sicuramente li ho risentiti tante volte. Sono stati bravi a raccontare le emozioni. Davano la sensazione di essere dentro a quello che facevamo".

"Sono convinto che farò bene da allenatore"

Il presente di Grosso è in panchina, reduce da due sfontunate esperienze con Verona e Brescia, concluse enrambe con l'esonero: "Sono consapevole delle difficoltà del mio nuovo ruolo - dice Grosso -. Ma ho sempre creduto in quello che ho fatto senza badare tanto all'arrivo. Mi sono goduto il mio percorso fin dal primo passo. Ovviamente mi piacerebbe avere delle soddisfazioni anche in panchina e sono convinto di riuscirci". Anche da calciatore la carriera è stata sempre in salita: "La mia non è stata una gavetta, ma un calvario - sorride -. Prima dell'intuizione dei dirigenti del Perugia ho fatto l'eccellenza, un interregionale, tre anni in Serie C. Non dimentico il passato, ma guardo sempre avanti. Sono ambizioso".