Un brutto inciampo, ma la strada non è chiusa: l'Italia resta la favorita per i playoff

la sfida contro la Norvegia, cioè l’ultima partita del girone, ci ha detto che l’Italia è assolutamente meno forte della nazionale di Haaland, che a sua volta è assolutamente inferiore alle migliori squadre europee e delle sudamericane che di solito fanno tanta strada al mondiale Altra storia riguarda la qualificazione attraverso i play off, che adesso, sull’onda della delusione e della seconda figuraccia di fronte agli scandinavi, pare diventata una impresa complicatissima, quasi inaccesibile. Be’, così non è: lo garantiscono i numeri, anche quelli che riguardano Rino Gattuso. Il Ct ha sempre battuto gli avversari di piccolo o medio cabotaggio, sei volte su sei dalla Norvegia alla Norvegia. E tra gli avversari possibili negli spareggi, non c’è nemmeno una squadra che possa affrontarci a marzo da favorita. La semifinale la affronteremo in casa, contro una squadra della quarta fascia, quindi ripescata attraverso meriti acquisiti tramite la Nations League. Sarà un avversario tecnicamente mediocre, visto che fa parte dl gruppo delle eliminate ai gironi. E se si esclude la Svezia, che può contare su una coppia di attaccanti top come Gyokeres e Isak, le altre non hanno individualità di altissimo livello. Più complicata potrebbe diventare la finale, per la quale il fattore campo verrà sorteggiato giovedi 20 novembre. Affrontare in trasferta una squadra già capace di superare la prima eliminazione diretta, sarebbe in automatico più impegnativo. Sempre alla portata, però: per un gruppo che solo nella stagione scorsa è arrivata a giocarsi la semifinale di Nations League, dimostrando di poter mettere sotto gran parte delle avversarie europee. Insomma, si pensava che la sfida con la Norvegia potesse riabilitare il prestigio degli Azzurri e regalare entusiasmo e ottimismo in vista dei play off. Non è successo, ma adesso bisogna scansare la depressione e il disfattismo: l’Italia ha tutte le possibilità di vincere le due partite che la separano dal Mondiale. Il lavoro complesso dovrà essere affrontato comunque, soprattutto nel caso si ottenesse il pass per gli Stati Uniti. La squadra messa in campo da Gattuso, attualmente, ha poche certezze: funzionano i due centravanti; la fascia sinistra crea occasioni con Dimarco; il centrocampo ha due mezzeali di livello; Calafiori si sta imponendo nell’Arsenal come prototipo del difensore moderno. Più la garanzia Donnarumma. Manca però il gioco, la squadra fatica a fare gol e sebbene abbia una difesa a tre – rara a livello internazionale – difende male e subisce reti evitabili. Nel caso di qualificazione al Mondiale, se l’obiettivo è quello di essere competitivi, servirà una sterzata, uno strappo alle abitudini, una maggiore audacia. Se il panorama della Serie A non lascia intravedere, nemmeno in prospettiva, un vero talento da inserire nel gruppo, un top player, un punto di riferimento nel gioco e nella personalità, allora si dovrà lavorare nelle scelte tattiche. Il ritorno alla difesa a quattro, ad esempio, con la quale sono arrivati gli ultimi due titoli azzurri . Oppure una maggiore attenzione per l’utilizzo delle ali classiche, capaci di saltare l’avversario e di creare opportunità nel gioco offensivo. Chiesa, Insigne e Berardi, campioni del penultimo Europeo, non hanno avuto eredi. Crisi nel ruolo, forse, ma anche la scelta di giocare con un sistema diverso, nel periodo dominato in Italia dalla manovra dell’Inter. Che però ha un gioco difficilmente imitabile e arricchito da campioni stranieri. Ma visto che in Azzurro non possono giocare Dumfries, Mkhitaryan e Calhanoglu, sarà il caso di preparare un Mondiale diverso. Cercando nuovi guizzi che ci possano portare, se non a vincere, perlomeno a non arrossire di fronte alle nazionali che dominano.

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Un brutto inciampo, ma la strada non è chiusa: l'Italia resta la favorita per i playoff

Stefano De Grandis