
Ancelotti torna in Premier League, gli altri allenatori italiani d'Inghilterra
Carlo Ancelotti è tornato Sir, in quell'Inghilterra dove già aveva vinto vestito del Blues del Chelsea. Dodici allenatori, sedici squadre. Tra player-manager, favole e trofei: la panchina della Premier è di nuovo un Italian Job

Addio Napoli, benvenuta Merseyside. Carlo Ancelotti torna in Premier all'Everton lungo la sponda blu della città di Liverpool. Uno stadio affacciato su Anfield, Klopp rivale nei derby cittadini, una classifica da risollevare e la sedicesima panchina italiana in Inghilterra. Soltanto la Scozia ha avuto più allenatori stranieri (35) in Premier rispetto all'Italia (12). Li ricordi tutti?
LE NEWS DI SKY SPORT SU FACEBOOK MESSANGER
CARLO ANCELOTTI (Chelsea) - Impossibile non partire proprio da lui. Dopo aver lasciato in eredità al Milan la quarta era vincente della storia del club, l'allenatore di Reggiolo passa a Londra. L'anno è il 2009.
UFFICIALE: ANCELOTTI ALL'EVERTON
Sir Carlo d'Inghilterra centra il double campionato più FA Cup alla prima stagione. Salvo non riuscire a ripetersi l'anno successivo. Ora una nuova avventura. Ma chi sono gli altri manager italiani prima di lui?
ANCELOTTI POTEVA "BRUCIARE" MOU AL TOTTENHAM
GIANLUCA VIALLI (Chelsea) - Flashback: anno 1998. È lui il primo allenatore italiano in Premier, o meglio: il primo player-manager. Vialli sostituirà Gullit - anche lui nei panni di giocatore-allenatore - dopo l'esonero. Con la squadra ancora in corsa per Coppa di Lega e Coppa delle Coppe, in quel 1997-98, lui le vincerà entrambe.
LA CLASSIFICA DI PREMIER LEAGUE
Nella finale europea contro lo Stoccarda, Vialli si "sceglierà" come titolare, trionfando 1-0 grazie a un gol di Zola.

ATTILIO LOMBARDO (Crystal Palace) - Fu uno degli altri calciatori a proseguire la moda, molto british, del player-manager. Nel 1998 erediterà la panchina di Steve Coppell "ad interim" fino al termine della stagione. Nelle ultime partite in carica giocherà sempre da titolare, ma senza riuscire ad evitare la retrocessione delle Eagles.

CLAUDIO RANIERI I (Chelsea) - Primo atto dell'avventura inglese di un altro re italiano in terra d'Albione. Arriverà in Blues nel 2000, dopo gli anni in Spagna. Quattro stagioni: un secondo posto in Premier e una semifinale di Champions come zenit della sua esperienza. Ma Abramovich lo sostituirà con José Mourinho.

GIANFRANCO ZOLA (West Ham) - Altro uomo della colonia Chelsea, o perlomeno da giocatore, dove oltre Manica divenne leggenda.

In due anni col gli hammers chiuderà un campionato al nono posto e uno al diciassettesimo. Lo sostituirà un altro allenatore col destino (già) legato al Chelsea: Avraham Grant.

ROBERTO MANCINI (Manchester City) - A sua disposizione i petrodollari dello sceicco Mansur. Porterà al City uomini fondamentali per il successo del club negli anni avvenire, come David Silva e Yaya Touré.

Nella sua prima stagione (completa) in panchina chiuderà il campionato al terzo posto. Nel 2012, il titolo lontano quarantaquattro anni sembra vicinissimo. I rivali dello United di Ferguson vengono schiantati 6-1 all'andata e battuti 1-0 nel ritorno, ma al minuto numero 92 della partita contro il QPR il City sta perdendo il titolo all'ultima giornata.

Poi il colpo di scena. Gol di Dzeko al 92'. Gol di Aguero al 94'. Ribaltone e festa citizens al cardiopalma. Mancini diventerà il secondo allenatore italiano, dopo Carlo Ancelotti, a vincere la Premier.

ROBERTO DI MATTEO I (Wba) - Prima parentesi a West Bromwich per uno dei tre allenatori (insieme a Ranieri ed ora anche Ancelotti) ad aver allenato più di una squadra in Premier. Con le baggies centrerà la promozione dalla Championship al primo anno, venendo poi esonerato nel febbraio della stagione seguente.

ROBERTO DI MATTEO II (Chelsea) - Ancora più incredibile sarà però la sua avventura bis (dopo quella da giocatore) sulla panchina Blues (e chi se non loro?). Subentra a Villas-Boas a marzo, conducendo la squadra ad una clamorosa cavalcata in Champions.

Fuori il Napoli agli ottavi, poi il Benfica e il Barcellona in semifinale. Dunque battuto anche il Bayern, nella finale di Didier Drogba.

PAOLO DI CANIO (Sunderland) - È il 31 marzo quando diventa manager dei black cats, panchina scottante con un solo punto di vantaggio sulla zona retrocessione. Dopo un primo ko contro il Chelsea, arriveranno punti pesanti per la salvezza, centrata a fine anno. Verrà però esonerato dopo cinque partite della stagione seguente.

CLAUDIO RANIERI II (Leicester) - L'impresa delle imprese. Gli Underdog per eccellenza, come cantavano i Kasabian, band appunto di Leicester. Dopo gli anni al Chelsea, Ranieri torna in Premier nel 2015-16.

Le parate di Schmeichel figlio. Morgan leader della difesa. I polmoni di Kanté. La classe di Mahrez. I gol dell'uomo del destino Jamie Vardy: una storia da film, dalle fabbriche di Sheffield alla gloria. In due parole: miracolo Leicester.

FRANCESCO GUIDOLIN (Swansea) - Chiamato in terra gallese con missione salvezza, completerà l'obiettivo nel 2016, chiudendo addirittura la sua prima parte di stagione inglese al dodicesimo posto. Il 3 ottobre dell'anno seguente, dopo aver raccolto solo 4 punti nelle prime 7 giornate, verrà sollevato dall'incarico.

WALTER MAZZARRI (Watford) - Una stagione intera in Premier per lui. Nel 2016-17 è salvezza, con undici vittorie, sette pareggi e venti sconfitte. Come già preannunciato ancor prima della fine del campionato, chiuso al 17° posto, le strade di separeranno.

ANTONIO CONTE (Chelsea) - Come con la Juve, un'altra squadra raccolta dopo un campionato disastroso (decimo posto) e portata in trionfo. Le urla e la carica agonistica a bordocampo sono quelle che conosciamo benissimo in Italia, anche nella terra del self control.

Anche Conte diventerà re d'Inghilterra. Il suo 343 sbanca i prati della Premier. L'anno seguente chiuderà al quinto posto il campionato, ma trionfando in FA Cup.

CLAUDIO RANIERI III (Fulham) - Meno felice, dopo il miracolo Leicester, la terza avventura di Sir Claudio in Premier. Subentrerà a stagione in corso in una squadra ultima in classifica. Alla prima partita è subito vittoria, ma nel giro di quattro mesi i risultati negativi porteranno all'esonero.

MAURIZIO SARRI (Chelsea) - Dal fumo di Napoli a quello di Londra. Sigaretta (spenta) in bocca e la missione di esportare il "sarrismo" made in Italy anche oltre Manica. L'inizio è scoppiettante: vittorie, punti, i tabloid chiamano il suo gioco "Sarri ball". Ma qualcosa presto si rompe.

Sarri chiuderà il campionato al terzo posto, vincendo l'Europa League. Le strade si separeranno comunque a fine stagione. Lampard al Chelsea, lui alla Juve.