Everton, Ancelotti: "Chiamerò Ibra, ma non per giocare qui. Kean giocatore fantastico"
EvertonL’ex allenatore del Napoli ha tenuto la conferenza stampa di presentazione all’Everton: "Sogno di portare questa squadra nelle prime posizioni. Battere il Liverpool è bello, l'ho provato in passato. Ibra? Lo chiamerò, ma non per giocare qui. Kean lo volevo al Napoli, è fantastico: lo aiuterò a migliorare, anche come professionista"
La nuova avventura di Carlo Ancelotti alla guida dell'Everton in Premier League è cominciata: l'allenatore si è presentato, a tre giorni dal suo esordio alla guida dei Toffees. Ecco la conferenza stampa completa:
Cosa l’ha spinta a venire all’Everton?
"Il ruolo più importante nella mia scelta è stato giocato dalla storia e dall'ambizione del club, la tradizione, l'atmosfera del tifo. Vogliamo migliorare, diventare competitivi: sono state queste le ragioni che mi hanno spinto a venire qui".
Come ha vissuto la giornata di ieri a Goodison Park (domenica 22, ndr)?
"Onestamente, tutte le persone che ho incontrato finora sono state molto gentili. È stata una bella giornata per me, ho una mia idea della squadra e oggi comincerò a lavorare con molto impegno. Sono molto emozionato, non vedo l'ora di cominciare. Farò del mio meglio per aiutare la squadra e migliorarla, per dare felicità ai tifosi. Servirà tempo, bisognerà essere pazienti ma con le giuste idee possiamo migliorare e sognare qualcosa di importante per questa squadra".
Che idea si è fatto della squadra?
"La rosa è buona, ha un buon mix tra giovani e giocatori più esperti. C'è molto senso di appartenenza. Sono soddisfatto della squadra, certo si può migliorare, ma la prima cosa ora sarà concentrarsi sulle partite che ci attendono: ci sono solo tre giorni per preparare la prossima col Burnley".
Cosa le ha detto il presidente?
"Vuole una squadra che sia competitiva in Premier League e per me è abbastanza. Dobbiamo fare le cose nel modo giusto per migliorare. L'ambizione del club è molto alta e io sono emozionato di essere parte di questo progetto".
Ha parlato con Ibrahimovic?
"Zlatan è un mio grande amico, è stato un mio giocatore, ma non ho alcuna idea di cosa abbia intenzione di fare. Dovrei chiamarlo e lo farò, magari viene qui a vedere la città ma non a giocare".
Cosa pensa di Moise Kean?
"Ho cercato di prenderlo prima che firmasse per l’Everton. Penso sia un giocatore fantastico, non dimentichiamoci che ha solo 19 anni. Dobbiamo aspettarlo e lavorarci, perché ha qualità top. Abbiamo visto di cosa è capace quando giocava nella Juventus. Per ogni calciatore che cambia squadra e città, c'è bisogno di un periodo di adattamento. Lavoreremo con lui per migliorarlo e renderlo anche migliore come professionista".
Quali traguardi crede che si possano raggiungere in questa stagione?
"Proveremo ad andare più a ridosso della vetta e allontanarci dalle zone basse. Duncan ha fatto un ottimo lavoro, ho visto le ultime partite. Cercheremo di giocare un calcio coinvolgente, il nostro obiettivo è giocare un calcio migliore perché ci sono i giocatori per farlo. La squadra ha mostrato un bello spirito. Ho visto anche come i tifosi abbiano spinto la squadra per vedere un calcio offensivo, spero di riuscire ad imprimere un calcio migliore ma ci proverò".
Cambierà molto in vista della partita col Burnley?
"No perché in tre giorni non è facile. Voglio vedere un buono spirito, proveremo a vincere, anche se non potrò fare molto voglio già dare qualche idea di calcio alla squadra".
Quanto ha seguito la Premier League in questi otto anni di assenza?
"Per un allenatore è importante vedere tanti campionati diversi, si possono vedere sempre tante partite e non ci sono più molti segreti nel calcio".
I suoi risultati contro il Liverpool sono sempre stati positivi di recente.
"I tifosi allora saranno contenti. Batterli è bello, ho un grande rapporto con Klopp. Loro non perdono spesso. So bene che i tifosi vogliono vincere contro di loro, non è una missione impossibile. Nel calcio niente lo è".
Obiettivamente, l’Everton non è a livello dei top club di Premier e lei è un allenatore che ha vinto delle Champions League. Cosa ha visto in questa squadra?
"L'attrazione è scaturita dalla tradizione e dall'ambizione del club. So di essere in una squadra con un ottimo progetto, come quando sono andato al Paris Saint-Germain. Non è vero che ho allenato solo grandi squadre: all'inizio in Italia ho allenato squadre di Serie B, poi il Parma che non era una delle migliori. Mi piace che ci sia una chiara idea per raggiungere il successo. C'è un fantastico centro sportivo, poi il nuovo stadio: insomma, c'è un piano preciso per migliorare".
Quanto crede che influirà il nuovo stadio nel futuro della società?
"Se lo stadio fosse pronte nel giro di tre anni sarebbe ottimo, i guadagni di questo tipo sono fondamentali nel calcio di oggi e questo potrebbe rendere l'Everton ancora più competitivo".
Pensa che qualche giocatore potrebbe convincersi a venire qui grazie alla sua presenza?
"Non lo so, ma non sono quell'allenatore che lavora da solo: parlerò col club per trovare soluzioni e capire se c'è la possibilità di migliorare la squadra. Che qualcuno sia venuto in una squadra perché c'ero io, è già successo".
Cosa pensa del problema razzismo in Inghilterra?
"È un problema dappertutto, l'anno scorso mi è capitato con Koulibaly a Milano. Dobbiamo essere forti, il calcio non può permettere abusi razzisti: tutte le federazioni devono lottare duramente contro questo fenomeno".
Qual è il sogno ora che è qui?
"Amo allenare, il mio lavoro mi appassiona. Sogno di portare l'Everton nelle prime posizioni il prima possibile".
Ha già parlato con Ferguson? Farà parte del suo staff?
"Ho incontrato Duncan subito dopo la partita, sarà parte del mio staff e sarà importante per me. Ho avuto sempre una parte dello staff precedente nei miei: Makelele al PSG, Zidane al Real Madrid, Sagnol al Bayern. Sono sicuro che mi sarà molto d'aiuto. Ci saranno poi mio figlio Davide, un altro collaboratore e un preparatore".