Coronavirus, Ancelotti: "Inghilterra non ha capito gravità. Premier ferma? Era ora"

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L'allenatore dell'Everton alla Gazzetta dello Sport: "Decisione giusta quella di fermare la Premier, la salute è la priorità di tutti. In Inghilterra non si sono resi conto della gravità della situazione. Per me in questo momento il calcio conta zero"

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"Premier ferma? Era ora. È stata una decisione giusta e corretta di fronte allo scenario di queste ultime ore. Non si poteva andare avanti. La salute è la priorità. Per tutti: squadre, tifosi, media, lavoratori impegnati nel calcio". È questo il pensiero espresso in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport da Carlo Ancelotti, allenatore dell’Everton, all’indomani della sospensione del campionato inglese fino al 4 aprile. "Noi, in teoria, dovremmo rimetterci al lavoro il 22 marzo, ma se la situazione generale dovesse peggiorare, come si può pensare alla ripresa del lavoro? Non conteranno le esigenze del calcio, ma la salute delle persone. Se ancora il Coronavirus sarà in piena esplosione, il calcio non potrà ripartire", ha proseguito l’allenatore italiano. Che, vista la situazione, non vuol proprio sentir parlare di calcio: “Con estrema sincerità, l’argomento non mi interessa. Il calcio, di fronte alla vita e alla salute, va messo da parte. In queste ore per me il calcio conta zero e mi dà quasi fastidio parlarne, di fronte alla tragedia alla quale stiamo assistendo. Ci troviamo a fare i conti con una pandemia, la priorità è concentrarsi su questa lotta il resto non conta".

"In Inghilterra non si sono resi conto della gravità della situazione"

E proprio in casa Everton c’è un sospetto caso di contagio, tanto che il club ha chiuso tutte le strutture e la squadra è in autoisolamento: "Non è proprio così. Non siamo in isolamento, ma sono scattate le misure di prevenzione del caso di fronte alla situazione sanitaria di un calciatore. Il giocatore ora sta meglio, la febbre è calata e questa è la cosa più importante", ha affermato Ancelotti. Che bacchetta l’Inghilterra, rea di aver sottovalutato l’emergenza sanitaria: "Ho seguito in televisione con attenzione la conferenza stampa del premier britannico. Mi pare che quassù non si siano ancora resi conto della gravità della situazione. La vita continua a scorrere con una certa regolarità", ha proseguito l’allenatore dell’Everton.

Il rapporto con Klopp, Mourinho e Allegri

Spazio, poi, per quanto possibile in momento così delicato, anche alle vicende di campo: "All’Everton sto vivendo una bella esperienza. Ho trovato una Premier più competitiva rispetto alla mia precedente esperienza al Chelsea. A parte la cavalcata solitaria del Liverpool, c’è equilibrio tra le grandi, mentre è aumentato il livello della fascia-media". A proposito di Liverpool: "Con Klopp c’è stima reciproca, ci scambiamo messaggi qualche volta”, ha affermato Ancelotti. Che ammette di avere rapporti anche con altri allenatori, compreso Mourinho: "José è un personaggio di spessore, uno sincero. È così come lo vedi. Guardiola, con lui si scambiamo impressioni di calcio. Allegri, un uomo concreto e corretto. Tra noi c’è sintonia perché sappiamo quali siano le difficoltà del mestiere e la solitudine in cui ti trovi quando devi compiere scelte particolari, o vivi momenti difficili", ha concluso Ancelotti.