L'ex allenatore nerazzurro torna a parlare della sua seconda avventura interista dopo l'addio prima dell'inizio della stagione: "Ci siamo lasciati da buoni amici, mi dispiace non aver concluso il mio progetto. Il futuro? Non mi pesa aspettare"
"Non voglio avere rimpianti o dire oggi che ho fatto male ad accettare. Era una sfida importante, sono convinto di non aver sbagliato a tornare a Milano. Purtroppo non ho concluso la missione ma resta un'esperienza positiva. Sono stati fatti passi avanti molto importanti, oggi esiste una squadra base che prima non c'era. Ecco, mi dispiace di non aver terminato il lavoro come la prima volta". Roberto Mancini rompe il silenzio e parla per la prima volta del suo addio all'Inter, maturato in pieno agosto, a due sole settimane dall'inizio del campionato. "Ci siamo stretti la mano, da buoni amici - assicura il tecnico jesino in un'intervista al 'Corriere dello Sport' -. I rapporti restano buoni e non ho motivo di avere rancori contro il club nerazzurro, come penso loro non possano averne nei miei confronti. La risoluzione è stata consensuale, non siamo riusciti ad imboccare la stessa strada per raggiungere gli obiettivi che l'Inter deve sempre avere davanti: lo scudetto e la Champions. Restero', ovviamente, un tifoso nerazzurro".
A chi lo accusa di non aver gestito bene la preparazione perché sapeva che se ne sarebbe andato, Mancini replica così: "Sciocchezze. Gullit era invidioso da giocatore, lo è anche adesso da disoccupato. Cosa sa lui per parlare del lavoro di un collega? All'Inter hanno i dati del lavoro fatto durante la preparazione: siamo nell'epoca moderna, ci sono i Gps, i computer, io ho uno staff di professionisti seri, nessuno può permettersi di denigrare il nostro piano. Tourè? Yaya, da sempre, era uno dei miei obiettivi. Come Ibrahimovic, è uno di quei giocatori che fanno la differenza, possono spostare da soli l'esito di un campionato. Oggi la Juve fa parte di un altro pianeta, sotto tutti i punti di vista. Ma se un club avesse preso Ibra o Yaya o addirittura tutti e due insieme avrebbe lottato con i bianconeri per il titolo. Ne sono certo".
Secondo Mancini alle spalle della Juve ci sono "Napoli, Roma, Inter e Milan, con Fiorentina e Lazio che possono creare problemi a tutti in una partita secca. Hanno giovani talenti molto interessanti. De Laurentiis ha investito i 90 milioni di Higuain su talenti importanti: raccogliera' i frutti di questi investimenti con il tempo". "Se c'è qualcosa che vorrei cambiare? Forse il mese di gennaio, quello in cui l'Inter ha avuto un black out totale. Purtroppo quando riapri un ciclo può capitare. Se qualche sconfitta fosse diventata un pareggio, probabilmente saremmo andati noi a fare il preliminare e non la Roma. Anche nel 2004 - ricorda l'allenatore marchigiano - eravamo partiti a piccoli passi e poi siamo saliti al vertice per restarci". E infine: "Aspetto un progetto serio, non ho fretta. Ogni tanto staccare fa bene. Avrei voluto allenare Totti. La Nazionale? La vorrebbe ogni allenatore. Chissà..."