Com'è rinata la Samp di Giampaolo: tutti i segreti

Serie A
(Getty)
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C'è un prima e un dopo 'derby' in questi tre mesi di Marco Giampaolo sulla panchina della Sampdoria. Dal possibile esonero alla rinascita, eccom come l'allenatore ha radicalmente cambiato la sua posizione e quella dalla squadra in classifica. 

Alle volte un derby può cambiarti la stagione. Può o potrebbe soprattutto se sei solo alla dodicesima giornata su trentotto, nemmeno a metà. Ma un derby può sicuramente farti cambiare la rotta di una stagione. Per maggiori informazioni chiedere a Marco Giampaolo, allenatore della Sampdoria, che ha trasformato critiche, dubbi e scetticismo in… amore. Un amore addirittura 'a vita’ con tanto di ‘patto di sangue', a detta del Presidente Ferrero. E tutto in sole quattro giornate di campionato. Ma facciamo un passo indietro e torniamo a quando la scintilla era solo una questione di ruggini e frizione. La goccia che avrebbe fatto traboccare un vaso stracolmo sarebbe stato il derby contro il Genoa, del 22 ottobre. “Una partita per evitare l’addio” sussurrava qualcuno, perché quella Samp di quel Giampaolo navigava con vento a sfavore in un mare in tempesta, per colpa di risultati che non arrivavano - due punti in sei gare tra Roma, Milan, Bologna, Cagliari, Palermo e Pescara - ma soprattutto di prestazioni non all’altezza e di una squadra che tanto squadra non era, in campo. Molle, lunga, fragile. In vetrina tante difficoltà, problemi principalmente strutturali: alla difesa da brividi si aggiungeva un attacco totalmente sterile e senza consistenza. La società Sampdoria iniziava a mormorare ma soprattutto sondare nuovi allenatori, alternative che avrebbero garantito la scossa giusta da cui ripartire: Colantuono e Pioli i profili che stuzzicavano più di tutti. Ma non si trattava solo di panchina perché in discussione sembrava esserci anche il ds, Osti, che difendeva e giustificava l’allenatore Giampaolo. Tutti uniti proprio no, quindi. Nonostante Ferrero twittasse così, nella settimana del derby: «Io, Giampaolo e la mia amata Samp uniti al lavoro per il #nuovocinemaparadiso. Non rompete i c…. altrimenti scateno l’inferno».

#NuovoCinemaParadiso - E derby fu. Per la Sampdoria. All’inferno (si fa per dire) ci è andato il Genoa di Ivan Juric, almeno per una notte. Messo ko dai colpi di un Muriel ispiratissimo. «I ragazzi non mi hanno abbandonato e in un momento difficile hanno creduto nella bontà del lavoro fatto insieme in questi mesi» ammise nel quello stesso Giampaolo che nel pre derby vacillava sconsolato. Ma che non ha mai abbandonato le sue idee, il suo modo di fare calcio. Post derby? Rinato. E da quel derby del 22 ottobre in poi non ha fatto altro che convincere, eccetto il tonfo il trasferta contro la Juventus: sette punti tra Genoa, Juve, Inter e Fiorentina. Tanto che in società hanno pensato bene di raddoppiare, altro che lasciar andar via il ds Osti; i primi giorni di novembre ecco l’accordo con Daniele Pradè, diventato nuovo responsabile dell'area tecnica. «L’obiettivo? Crescere, diventare un'azienda moderna, migliorare di anno in anno”. Le basi ci sono e stanno venendo a galla ogni partita di più: ecco qualche indizio, o meglio segreto della resurrezione Samp.

I perché della rinascita - In pratica: difesa ben coperta e pressing asfissiante. Ma la sostanza è ben più complessa. L’età media della rosa è relativamente bassa, di 26 anni. E spesso la formazione che scende in campo la domenica è un giusto mix di esperienza e gioventù. Tante le scommesse vinte, calciatori poco sconosciuti che si stanno rivelando determinanti e insostituibili. ll giovane Skriniar (21) è ormai un punto fisso della difesa, ma sempre affiancato da Matias Silvestre (32). Torreira (20 anni e 850 minuti giocati fino ad ora in campionato) e Linetty (21 anni e 919 minuti giocati) le due rivelazioni del centrocampo, onnipresenti e stakanovisti, supportati però dal navigato Barreto (32). Tra le linee un ’10’ Bruno Fernandes (22 e capitano dell’Under 20 portoghese) che spesso si piazza dietro all’attaccante da 132 gol in carriera di nome Fabio Quagliarella (33). Senza dimenticarsi del portiere, Puggioni. Che da ‘secondo’ sta 'parando’ occasioni avversarie e… scena con grande personalità.

Fattore Muriel, risorsa Praet - Un discorso a parte merita Luis Muriel, l’x factor di Giampaolo, per talento e imprevedibilità. Né troppo giovane ma nemmeno così vecchio: la sua carta d’identità canta 25 anni. il momento giusto per maturare, esplodere, consacrasi definitivamente. Perché se diventasse (finalmente) un giocatore costante, si evolverebbe nel fenomeno per eccellenza. E cambierebbe la stagione della Sampdoria: lui come un derby. Il colombiano è andato in gol per quattro volte in questo campionato, due (Genoa e Fiorentina) nelle ultime fatidiche quattro della resurrezione Samp. Quando lui va, gira tutta la squadra. Che sia una risorsa è fuori discussione: per lui parlano le qualità tecniche, a tratti uniche nel genere. Ma Dennis Praet non ha ancora trovato la sua dimensione ideale nella Sampdoria di Giampaolo. Un talento a mezzo servizio. Che su 11 partite di campionato, è partito titolare 4 volte e subentrato altrettante. In tre occasioni è rimasto seduto in panchina. Minuti giocati: 417. Gioca poco, ma quando lo fa si nota. Ferrero preferirebbe vederlo più spesso in campo, fin da subito. Ma Giampaolo chiede pazienza, tempo al tempo. I frutti del lavoro si vedranno. Perché un derby può cambiarti anche la rotta ma serve la continuità per trasformare una stagione intera.