#Udinese120 auguri e ricordi di capitan Calori
Serie ANel giorno del 120.o compleanno dell'Udinese, ecco gli auguri speciali del suo primo capitano 'europeo' Alessandro Calori. Da Bierhoff a Marcio Amoroso, un viaggio nei ricordi bianconeri
La data è segnata in… bianconero: 30 novembre. Moderni hashtag spiegano per filo e per segno una passione va avanti dal 1896: #Udinese120 #IPrimiBianconeriDItalia. “Auguri Udinese”. Ad alta voce, con orgoglio e appartenenza, lo afferma anche Alessandro Calori. Oggi allenatore, ieri difensore centrale con oltre 250 presenze in bianconero. Leader vero. “Sono stato il primo capitano ‘europeo’ di questa società” ci ricorda lui, in esclusiva. “E’ una bella soddisfazione che tutt’ora porto nel cuore. Ho vissuto ben otto anni con quella maglia addosso, ne sono diventato capitano dopo quattro, quando giocavamo in B con Galeone in panchina. Ho indossato quella fascia fino al traguardo storico dell’Europa”. Calori prosegue, emozionato, travolto da un mare di ricordi. “Ho visto crescere la realtà Udinese, da provinciale a club con una mentalità diversa, praticamente da grande. Il momento più alto? Non tanto la Coppa Uefa ma il terzo posto nel campionato 1997-1998 dietro a Juventus e Inter. Se quel torneo fosse durato ancora un mese non so come sarebbe potuto finire…”. Anche perché lì davanti c’era un tale Oliver Bierhoff. “Terminò la stagione da capocannoniere con 27 reti, devastante”.
L'intuizione di Zaccheroni - Calori non dimentica nulla di quella squadra lì. “Davanti avevamo tre attaccanti veri, forti, killer che pensavano solo a buttarla dentro come Paolino Poggi, Marcio Amoroso e Oliver. Poi Giannichedda, Locatelli, Bachini, Sergio, Helveg. Fino alla difesa: Io, Bertotto e Pierini. Turci in porta. Ti parlo di numeri grossi, giocatori di un altro livello. Dietro soffrivamo sempre molto perché ci lasciavano soli!” scherza Alessandro. “Era sempre un uno contro uno con giocatori tipo Ronaldo, Batistuta, Weah. Infatti Zac spesso ripeteva ‘il vero tridente ce l’ho dietro’”. Il marchio di fabbrica era chiaramente il modulo: 3-5-2. “Nato a Torino il 13 aprile 1997”. Calori svela: “Juventus-Udinese. Dopo due minuti Genaux manda a quel paese l’arbitro e viene espulso. Zac cosa fa? Decide di inserire un difensore per un centrocampista e passa dal 4-4-2 al 3-4-2. Finì 0-3”.
Fattore Bierhoff - Curiosità su due grandi protagonisti di quell’Udinese. “Oliver Bierhoff è un grande. Una persona di un’intelligenza sopra la media. Era il nostro play offensivo: le palle alte erano tutte sue, poi ci pensava lui a smistarle, faceva girare la squadra che era un piacere. L’azione classica era questa: lancio di Calori, stop di Bierhoff, inserimento di Poggi e palla a Marcio Amoroso che attaccava la profondità e segnava. Ecco, questa la nostra sintesi”.
La svolta Marcio Amoroso - A proposito di Marcio. “Inizialmente non giocava perché il 4-4-2 non gli garantiva lo spazio che si aspettava. Così soffriva, in panchina. Sembrava volesse andarsene, tornare in Brasile”. E poi? Calori apre il cassetto degli aneddoti. “Udinese-Fiorentina. Mentre stiamo facendo riscaldamento nella palestra interna lui mi si avvicina per sussurrarmi un ‘devo parlarti, devo farlo perché lunedì me ne torno a casa, in Brasile. Oggi gioco ma domani parto’”. Calori fu diretto, da capitano con personalità e valori. “Io lo prendo per il collo e gli rispondo a tono ‘te lo dico con la massima tranquillità: se oggi non vinci la partita da solo poi ti ci mando io in Brasile, ma a calci in…’”. Finale: Udinese-Fiorentina 2-0 con doppietta di un Amoroso che poi spiccò il volo. “Ancora oggi mi ricorda quell’episodio. Da lì in poi capii che servivano fatti e non parole. L’anno dopo vince la classifica marcatori. E qualche anno dopo va al Parma per 65 miliardi di vecchie lire”. Per una squadra bianconera che resta solo un dolce ricordo, oggi. Nel 120.esimo compleanno della società Udinese. Ecco gli auguri di una sua bandiera, del suo primo capitano 'europeo': Alessandro Calori.