Strootman, tolta la squalifica. "Non ha simulato"

Serie A

La Corte sportiva d'Appello ha accolto il ricorso presentato dalla Roma e ha annullato le due giornate di squalifica comminate all'olandese. "Non c'è simulazione", la motivazione della Corte. Il centrocampista, dunque, sarà a disposizione di Spalletti per le sfide contro Milan e Juventus

Alla fine ha avuto ragione la Roma. La Corte spotiva d'Appello ha accolto il ricorso presentato dalla società giallorossa e annullato la squalifica per due giornate comminata all'olandese dopo la lite con Cataldi durante il derby di domenica scorsa. Può sorridere dunque Luciano Spalletti, che prima della partita contro l'Astra Giurgiu di Europa League aveva polemizzato sulla decisione e ora avrà a disposizione il centrocampista olandese per le partite contro Milan e Juventus. 

 

La difesa della Roma - Accompagnato dal Dg Baldissoni e dallo staff legale della società giallorossa, Kevin Strootman è stato ascoltato questa mattina dalla Corte in qualità di testimone all'interno della discussione per il ricorso. La dettagliata memoria difensiva presentata dalla società giallorossa mirava a sancire l’inapplicabilità dell’utilizzo della prova televisiva per il caso specifico e soprattutto ad affermare il diretto rapporto di causa-effetto tra la strattonata di maglia da parte di Cataldi e la caduta di Strootman, negando di fatto il concetto della simulazione.

Le motivazioni - Proprio attorno a questo secondo aspetto è stato accolto il ricorso della Roma. Nella nota presentata a margine della decisione si legge, infatti, come la Corte "esaminati gli atti, intende precisare che, in linea di principio, in tutti i casi di condotta simulatoria l'arbitro vede il fatto ma non percepisce, invece, la simulazione. Pertanto, in linea astratta, il mezzo della prova televisiva e' sempre ammissibile laddove l'arbitro abbia visto un determinato fatto ma non abbia percepito la simulazione. Tuttavia, la norma federale in questione pretende che la simulazione abbia il carattere dell'evidenza, nel senso che la condotta simulatoria del calciatore non sia stata, in alcun modo, determinata dal comportamento di un avversario. Nel caso che ci occupa, non puo', invece, escludersi che sulla caduta a terra del calciatore Strootman abbia inciso la condotta del calciatore Cataldi consistita nella trattenuta della maglia del primo, comportamento, quest'ultimo, valutato dal Giudice Sportivo come "uno dei presupposti comunque incidenti che hanno portato l'arbitro ad adottare il provvedimento di espulsione del Cataldi. Peraltro - scrivono ancora i giudici nella sentenza che accoglie il ricorso dei giallorossi - come correttamente evidenziato dalla Societa' ricorrente, questa Corte non puo' entrare nel merito della sussistenza del rapporto tra causa ed effetto in un determinato episodio simulatorio"