Genoa, addio Pavoloso: “Un amore che non finirà”
Serie ACon una lettera pubblicata sul suo profilo Facebook, Leonardo Pavoletti ha salutato il Genoa e i tifosi rossoblù: "Ricordo la gioia, la mia prima esultanza: la consapevolezza che il lavoro paga. Sempre”
Due anni, 46 partite, 25 gol: il bottino di Leonardo Pavoletti con il Genoa non lascia indifferenti. Due anni “intensi, felici, carichi di emozione, entusiasmo e tanto lavoro” hanno consegnato alla Serie A (e alla Nazionale) un attaccante spietato - con forse qualche acciacco di troppo - che ora vuole lanciarsi definitivamente da Sarri, al Napoli. Addio Genoa, benvenuta Europa. Il salto è di quelli importanti, il palcoscenico di quelli più affascinanti, ma anche dei più esigenti. La nuovissima vita azzurra di Pavoloso comincia oggi.
“Grazie, Genoa” - I numeri in rossoblu, come detto, sono davvero notevoli. Da gennaio 2015 a gennaio 2017, Pavoletti ha conquistato la sua fetta di Liguria. E non solo, visti i numerosi attestati di stima. “Ricordo gli inizi”, ha raccontato nella lettera d’addio pubblicata sul suo profilo Facebook. “Gennaio 2015. Ero a casa, a Livorno. D’improvviso, una telefonata: ‘Domani vieni a Milano, si firma per il Genoa’. Non ho dormito la notte per l'emozione: una piazza importante che ha colorato la storia del calcio con i propri colori. Sentivo fosse il posto giusto. Una nuova casa, in cui crescere e diventare grande. Sono arrivato in punta di piedi, pronto a mettermi al servizio del mister e della squadra. I primi tempi in panchina sono stati duri, ma ero determinato a conquistarmi fiducia, affetto e un posto da titolare. Poi il gol al Parma: ricordo la gioia, la mia prima esultanza in rossoblù, la consapevolezza che il lavoro paga. Sempre”.
Addio, non tradimento - Un amore vero, per colori e città. Con la sua faccia pulita (e con i suoi gol), Leonardo Pavoletti è quel tipo di giocatore di cui ci si innamora facilmente. “Ora questa storia è giunta ai titoli di coda. Ma non l'amore per questa città e questa maglia. Gli amori non finiscono, cambiano forma. Oggi io sono chiamato ad una nuova avventura, ma non dimentico coloro a cui ho voluto bene e che me ne hanno voluto, perché sono parte di me […] Se alcune mie dichiarazioni hanno offeso o illuso qualcuno, mi scuso. Comprendo l'amarezza di tanti, riconosco la schiettezza e quell'essere scarni e diretti, tipico delle persone di mare. Ma non esiste alcun tradimento. Solo un cambiamento, che non giustifica il rancore, le minacce e gli insulti che qualcuno mi ha rivolto. È il percorso di tutti: strade che si dividono; una nuova tifoseria da abbracciare: calda come quella rossoblù e amica da sempre di quella genoana”.
Il Pavo e il mare - Una costante nella vita di Pavoletti, il mare. Da Livorno, dove è nato, a Genova. E ora Napoli. Tante gocce d’acqua al Genoa hanno permesso di costruire un grande gruppo, che ora va salutato: “Chiudo ringraziando tutti. Grazie al Presidente, alla società, al mister (presente e passato), ai compagni di squadra, ai tifosi, ai magazzinieri, ai giardinieri, ai custodi del centro sportivo e dello stadio… Vi sono grato per ogni parola, critica, complimento, pacca sulla spalla e sorriso che mi avete donato. Sono nato al mare, a Livorno. Sono rinato al mare, a Genova. Ora ritroverò un altro mare. Per un'altra avventura”.