Viola e bianconeri si detestano (sportivamente) da sempre, ma tutto ha avuto inizio quasi un secolo fa: colpa di un 11-0 per la Juve mai dimenticato. E poi lo Scudetto dell'82, la finale Uefa del 1990, tanti episodi arbitrali e il clamoroso passaggio di Roberto Baggio ai bianconeri
Da Torino a Firenze ci sono 400 chilometri di strada. Eppure Fiorentina-Juve è come una stracittadina: un derby infuocato tra due società nemiche. Ai più giovani può sembrare un assunto inconfutabile: Juventus e Fiorentina si detestano, punto. Da sempre o quasi. E in effetti le origini della rivalità risalgono quasi a un secolo fa. Ma vi ricordate perché?
Verso la Serie A: l'umiliazione dell'11-0 - È il 1928. Dopo 30 anni l'Italia è pronta per riformare il proprio calcio e creare una Serie A. Nella stagione '28-'29 si decide di formare un'unica Divisione Nazionale, con due gironi da 16 squadre: le migliori 8 di ogni gruppo costituiranno dall'anno successivo la Serie A, le altre andranno in B. Per mettere insieme 32 squadre però la Figc deve ripescarne alcune, tra cui la Fiorentina, che finisce nel girone B con la Juve. I viola non hanno una rosa all'altezza. Il 7 ottobre 1928 a Torino i bianconeri li distruggono: finisce 11-0 per la Juve. Un giornale titola: “Firenze, un... dici nulla?”. La prima onta che sull'Arno non dimenticheranno più.
Cagliari, Catanzaro e quello Scudetto contestato - Passano più di 50 anni. In mezzo Fiorentina e Juve si contendono più di un campionato e una Coppa Italia, quella del 1960, vinta dai bianconeri a Milano. Ma l'episodio che infiamma di nuovo la rivalità è del 1982. La Fiorentina ormai è uno squadrone. All'ultima giornata di campionato è in testa a pari punti con la Vecchia Signora. Il 16 maggio la Viola scende in campo a Cagliari, la Juve va a Catanzaro. Su entrambi i campi sono gli episodi da moviola ad accendere gli animi: alla Fiorentina viene annullato un gol a Graziani, la partita finisce 0-0; la Juventus invece passa grazie ad un calcio di rigore trasformato da Brady. Lo Scudetto va a Torino. Le polemiche proseguono per mesi. A tutti i livelli: il regista Franco Zeffirelli, tifosissimo viola, insulta pubblicamente il presidente della Juve Boniperti. Sei anni e una causa per diffamazione dopo, dovrà anche risarcirlo con diversi milioni di lire.
La finale Uefa del 1990 e altri veleni - Otto stagioni più tardi a Firenze ricordano tutto. Alla finale di Coppa Uefa contro la Juve ci arrivano col coltello tra i denti. All'andata a Torino i bianconeri vincono 3-1. Tanto per cambiare nel ciclone ci finisce l'arbitro, che convalida il gol del 2-1 di Casiraghi nonostante una presunta spinta su Pin. Al ritorno la Viola vorrebbe spaccare il mondo, ma non può nemmeno farlo in casa. Il Franchi è chiuso per lavori, da lì a poco ci sarà Italia '90. Il Curi di Perugia, diventato lo stadio casalingo della Fiorentina per qualche mese, è squalificato per l'invasione di campo dei tifosi dopo la semifinale. Così si gioca sul neutro di Avellino. Lo 0-0 consegna alla Juve la Coppa. E alle due tifoserie altri veleni.
Baggio alla Juve e la rivolta di Firenze - Veleni che il giorno dopo sfociano persino nella violenza. Il 17 maggio i tifosi della Fiorentina scoprono che Roberto Baggio, il fuoriclasse della squadra e giocatore italiano più forte di tutti, sarà venduto proprio alla Juventus. Lo annuncia il suo agente Antonio Caliendo in una conferenza stampa passata alla storia. Gli ultras viola scendono in strada, danno fuoco ai cassonetti, si riuniscono sotto casa del presidente Flavio Pontello, che dopo aver ceduto Baggio ai nemici più disprezzati finirà per vendere anche la società.
La sciarpa viola del "Divin Codino" - Pochi mesi dopo Baggio torna a Firenze indossando la maglia bianconera. Accolto dagli applausi dei tifosi viola – oggi forse pioverebbero fischi anche per lui -, il "Divin Codino" gioca una partita mediocre, si rifiuta di calciare un rigore e viene sostituito. Mentre cammina a bordo campo raccoglie da terra una sciarpa viola tirata da un tifoso della Fiorentina. In mondovisione, Baggio la tiene in mano per tutto il tragitto fino agli spogliatoi. Un gesto che per i Viola ha significato molto: Roby non li ha dimenticati. Ma quelli della Juve non la prendono bene: Baggio viene accusato di essere ancora troppo legato alla Fiorentina.
Fino alla prossima puntata - Da allora ne sono successe molte altre: il 5-0 della prima Juve di Conte a Firenze, la rimonta della Viola di Montella nel clamoroso 4-2 firmato da Giuseppe Rossi, gli screzi di mercato per Berbatov e non solo. Domenica sera può andare in onda un'altra puntata dell'epopea. La “guerra dei mondi” in viola e bianconero, un kolossal del calcio italiano.