Cinque gol al Milan, vittima preferita. Quando vede rosso(nero) si scatena. Lorenzo è cresciuto, maturato. Dai fischi dei tifosi dopo il rigore sbagliato col Besiktas agli screzi con Sarri: "Deve stare zitto quando lo sostituisco". Fino al rinnovo. Ora lo "scugnizzo" che faceva il venditore si (ri)prende Napoli
Quando vede rosso(nero) si scatena. Così, quasi all'improvviso. Frustata col mancino. Lui poi, destro puro che si accentra e tira. Sempre. E sempre lo farà. "Magnifico". Aggettivo storico, noto a tutti e anche di più. Soprattutto a Firenze, altre epoche. Rinascimentali, no? Eh sì, perché in quella pallonara c'è uno e solo uno: Lorenzo Insigne. Altra partita, altra rete al Milan per lo "scugnizzo" di Frattamaggiore, la quinta in carriera. Vittima preferita, dopo la doppietta del 2015 arriva un'altra stilettata. Napoli vittorioso per 2-1 e...maturo? Forse sì, Insigne di sicuro. Questione di storie. Questione di frammenti o fotogrammi: vi ricordate un Napoli-Milan del 2012? Insigne ruba palla ad Acerbi e si invola verso Abbiati. Tutto solo, potrebbe tirare. Ma? Non lo fa, la passa a Cavani (che spreca a porta vuota). E il perché se lo chiedono in tanti: emozione? Soggezione? Forse. Soltanto ricordi ora, perché Lorenzo è diventato ancora più "magnifico". E' cresciuto. Ha iniziato a prendersi le sue responsabilità e a diventare grande.
Dalle polemiche alla maturità - Sei gol quest'anno. E qualche screzio con Sarri, specie dopo il cambio contro la Juventus. Qualche polemica: "Insigne deve stare e zitto e basta! Se c'è qualcosa da dirsi, si chiarisce dopo la partita. Erano tre azioni di fila che si fermava e respirava". Il "bancario" non le manda a dire. Da lì, Insigne ha imparato a dimostrare di essere cresciuto con la classe. "Qualità". Un po' come quando da bambino veniva scartato per l'altezza, a 8 anni: "Il pallone è più alto di te, ma dove vuoi andare?" gli dicevano nei torneini. Lui, zitto, dimostrava. Bastavano un paio di palleggi per convincere le piazze: "Ma questo dove l'avete preso". Per strada, nei vicoli. Ecco tutto. Dove da ragazzo faceva il venditore ambulante per comprarsi le scarpe "R9" di Ronaldo. "Le avevamo solo io e mio fratello".
Maradona: "I napoletani devono incoraggiarlo" - Crescita, maturità. Sacrificio, perché nessuno gli ha regalato nulla. In primis i tifosi del Napoli, che ogni tanto l'hanno fischiato e lui non l'ha presa bene (vedi il rigore sbagliato col Besiktas). Ma in lampi di classe pura, beh: solo applausi. Difeso anche da Maradona: "I napoletani devono incoraggiarlo!". Idem Sarri, pronto a bacchettarlo quando deve, ma anche ad esaltarlo: "Mai avuto dubbi su di lui - disse dopo un gol - ero certo che avrebbe segnato". E lui: "Sarri? Con lui mi diverto di più!". E infatti l'anno scorso ha disputato la sua migliore stagione in termini realizzativi: 13 reti. Soltanto a Pescara e a Foggia, con Zeman in panchina, ne ha segnate di più, ma quella è un'altra storia.
Ora il rinnovo? - Capitolo delicato, il suo contratto scade nel 2019 ed è stato rinnovato nel 2013. Insigne attende un segnale da parte della società, vuole sentirsi al centro del progetto. In estate, durante il ritiro di Dimaro, c'era stato un incontro tra le parti. Segnali positivi. E' stato definito il "Totti di Napoli" ma Fabio Andreotti - uno degli agenti - ha parlato così: "Il Napoli non vuole cedere Lorenzo, ma il contratto che ci offrono non ci soddisfa, perché abbiamo proposte migliori. Sono tre i club, sono tra i più ricchi d'Europa, che vogliono Lorenzo, e Giuntoli lo sa da aprile". Occhio. Ora tocca a Lorenzo Insigne, sempre più "Magnifico".