That's Inglese: tenacia e semplicità
Serie AHat trick con rigore sbagliato, è il protagonista di giornata. Anche se in realtà è l'anti-personaggio: tra vent'anni si vede a Vasto a gestire uno stabilimento balneare, quando può torna in Abruzzo. Lui, gli amici di sempre, la famiglia, la ragazza. E il retroscena... della tosse! Ecco chi è Roberto Inglese
Quando gli chiedono tre aggettivi per descriversi risponde così: "Tranquillo, educato, sorridente". E poi ride. Lo fa sempre, è il suo biglietto da visita. Al di là dei gol e del tiro in porta: "Il mio punto forte". Il Sassuolo se n'è accorto in fretta: tripletta di Inglese e Chievo sugli scudi, Maran (iper)soddisfatto: "Questo ragazzo ha un potenziale incredibile, ma soprattutto ha la testa per fare grandissime cose". Questione di pregi: "Maturità". Perché a volte, avere la famosa testa sulle spalle, può portare a grandi risultati. Soprattutto a 25 anni. Vero, Roberto? "Verissimo!". Risponderebbe lui, Inglese. Magari sorridendo come al solito. Sei reti in Serie A, primo tris, primo hat trick (vabbè dai, l'inglese dovevamo usarlo). Proprio a Di Francesco poi, che nel 2010 lo lanciò a Pescara. Potevano essere quattro, ha sbagliato un rigore in avvio ma non ha mollato, ha "tenuto botta". Protagonista. Anche se lui sembra un anti-personaggio.
Inglese, Vasto e i suoi segreti - Un tipo normale, pacato. Semplicissimo. Di sicuro la sua forza, quella famosa "testa" di cui parlava Maran. E' ambizioso ma è come se vivesse in un mondo tutto suo, bastano dei piccoli dettagli: "Come ti vedi tra 20 anni?" gli chiedono. E lui: "A Vasto, a gestire uno stabilimento balneare insieme ai miei amici e alla mia ragazza". Concetti chiari come i suoi valori. In primis gli amici: "Fabio, Ernesto, Juri, Domenico, Cristian, Alessio e Daniele!". Tantissimi. "L'estate è fondamentale stare con loro, appena posso torno in Abruzzo". Le vacanze a Vasto, ovvio. La "sua" città: "E' il posto che amo più di tutti. Sia in inverno che in estate, quando torno cerco sempre di fare una passeggiata lì. Mi mette serenità". Altro segreto. Come Ligabue, cantante preferito ascoltato in loop prima di ogni gara, con le cuffie. "Tenere botta" viene da lui. Dimentichiamo qualcosa? Ah, Noemi, la fidanzata (non sia mai, Rob). E i genitori: "Sono le persone che ammiro di più al mondo".
E la Virtus Vasto ringrazia il Chievo... - Tanti sacrifici da piccolino, quando Inglese giocava nella Virtus Vasto. Che ora, a distanza di anni, ringrazia il ragazzo: in occasione del suo esordio in Serie A contro l'Inter, infatti, la squadra ha ricevuto un premio di 36mila euro per averlo "formato". Bene, no? "Li utilizzeremo per realizzare un campo in sentetico per i circa 400 ragazzi del nostro settore giovanile". Anche lì, tutti lo descrivono "come un ragazzo d'oro". Segnava tanto, era già un nove. Tant'è che il numero che indossa, il 45, deriva proprio da qui: "Volevo il 9, era occupato. Ho preso il 45". Facile capire il perché, basta una somma.
Pescara, l'occasione della vita - Fortunata fu un'amichevole contro i giovanissimi del Pescara: "E' la mia chance". E via con tutta la trafila, fino all'esordio in Lega Pro con Eusebio di Francesco, bravo a buttarlo dentro in un momento delicato. Ci scappa anche un gol contro il Ravenna, cartellino timbrato. Serie B conquistata. Nonostante un po' di delusione per come sia finita, il Pescara resta la sua squadra del cuore: "Anche se da bambino tifavo Milan".
Dietro il gol alla Lazio... c'è la tosse! - Tre anni al Lumezzane, poi due anni in prestito. Tappa a Carpi: "Il primo anno mi sono rotto la spalla, mentre nel campionato successivo è andata decisamente meglio. Il nostro obiettivo era la salvezza, poi siamo arrivati meritatamente in Serie A. E’stata una bellissima esperienza". Infine il Chievo e Maran. Doveva partire in prestito, poi è arrivo il primo gol contro la Samp: "Non ho capito più nulla". Dedica speciale agli amici, a Noemi, alla famiglia e a Mattiello (reduce dal brutto infortunio). Ora, dopo la prima stagione con 3 reti, Inglese è ancora lì, pronto a pungere un'altra squadra dopo Sassuolo e Lazio. "Tenere botta". Prima della tripletta, un gol all'ultimo all'Olimpico di Roma. Dietro quella rete c'è una storia tutta sua, svelata da Maran in sala stampa: "E' riuscito a giocare con solo due allenamenti. Non riusciva a respirare per quanta tosse aveva. E' stato bravo a stringere i denti". Il riassunto di tutto. That's Inglese: tenacia, grinta, determinazione. E semplicità.