Preziosi: "Genoa costretto a lasciare casa sua"

Serie A
Enrico Preziosi, presidente del Genoa (Getty)
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Mandorlini e la squadra partiranno nelle prossime ore per il ritiro anticipato a Milano in vista della gara col Milan per evitare la contestazione dei tifosi. Il presidente: "Posso affrontare tutti e farmi da parte, sto cercando di risolvere alcuni problemi. Faccio quello che posso, pronto a prendere gli sputi della Gradinata"

Giorni difficili in casa Genoa in un stagione davvero complicata. Il derby perso lo scorso sabato ha rimesso la squadra rossoblù al centro della contestazione dei tifosi che avevano così pensato di manifestare tutto il loro malcontento davanti al centro sportivo di Pegli. L’appuntamento era stato fissato per le 14 di giovedì, mentre la squadra continua a preparare la partita contro il Milan a San Siro. Per evitare lo scontro con i tifosi la società ha però deciso di partire con largo anticipo per Milano, dove Mandorlini e i suoi calciatori resteranno dunque in ritiro per compattarsi e arrivare al match contro la formazione di Montella più tranquilli. Intanto, intervenuto ai microfoni di TeleNord, il presidente del Genoa Enrico Preziosi ha parlato di questo e non solo, soffermandosi anche sul suo complicato rapporto con la Gradinata Nord.

"Costretti ad andarcene da casa nostra"
- "Quando il Genoa vince la squadra è dei tifosi - ha detto - ma quando la squadra perde è solo di Preziosi. Non ho mai contestato le posizioni del tifo e tutti sono liberi di fare ciò che vogliono. Ma questa situazione è assurda. Io sono per il confronto e affronto volentieri tutti: faccio quello che posso e riconosco che non è sufficiente: però è sbagliato distruggere dieci anni di lavoro fatto, capisco che quando le cose vanno male dalla tifoseria emergono certi paladini dei colori rossoblù. Personalmente manco dal Ferraris da un mese, sono ancora fortemente legato alla società e sto cercando di risolvere alcuni problemi. Ai tifosi dico di venire da me: farò male, malissimo il mio mestiere ma non sono mai scappato. Domani, però, dopo i comunicati pubblicati nelle scorse ore, sono costretto a tornare a Milano. La squadra è costretta ad andare via da casa propria. Ripeto, se un domani si farà avanti un compratore non gli farò nemmeno un prezzo".

"Il problema non sono io" - "Fino a quando non saremo matematicamente salvi chiedo alla tifoseria di stare vicina alla squadra e di prendersela solo con me. Il giorno dopo farò una conferenza stampa dove spiegherò in tutta onestà le reali possibilità del Genoa. Non credete che abbia perso entusiasmo, mi darò ancora da fare. Datemi però il tempo oppure un’alternativa. Cosa posso fare per evitare la vergogna di questi tifosi? Mandare il Genoa in bancarotta? Non sono io il problema e mi metto a disposizione di qualsiasi advisor. Io e i miei collaboratori abbiamo commesso degli errori in buona fede e stiamo cercando di venirne fuori. Ho sempre fatto le scelte ascoltando l’allenatore, però mi parlate più di Ocampos che domenica ha preso quattro in pagella, o di Rincon che non gioca più per motivi che preferiscono non dire. Sono pronto a prendere gli sputi della Gradinata già da domenica, non ho paura, io ci sono. Non ho mai preso un punto di penalizzazione per ritardi di pagamento degli stipendi ma riconosco che il mio ciclo è finito. In ogni caso faccio ugualmente di tutto per il Genoa", ha concluso Preziosi.