Pirlo: "Napoli-Juve? Grande gara! Vorrei giocarla"
Serie ABig match in programma, questo il commento dell'ex centrocampista bianconero: "Il Napoli gioca molto bene, mentre la Juve ha dimostrato di essere la squadra più forte e sarà così per molti anni"
Vedrà la partita a New York, sul divano. Col fuso orario che cambia. Ma nonostante i tanti chilometri di differenza, Andrea Pirlo seguirà Napoli-Juve in programma domenica: "Sarà una bella gara, vorrei giocarla!". L'ex centrocampista bianconero, attraverso i microfoni di Sky Sport ha commentato così il big match di Serie A: "Sarà una bella partita, ci sarà tensione perchè è una gara importante". Con un altro ex tanto atteso: "Poi c'è il ritorno di Higuain a Napoli, sarà una partita delicata e speriamo sia bella" ha concluso Pirlo.
Sul Napoli e la Juve - "Sono partite che ti fa venir voglia di giocare. Il Napoli gioca molto bene, già l'anno scorso Sarri ha portato il suo modo di giocare in una grande squadra. Vederla giocare è sempre un piacere". Pirlo ha parlato anche della Juve: "Penso che sia la squadra più forte, lo ha dimostrato nello scorso campionato e in questo. Per un po' di anni sarà così".
Gli esordi di Pirlo - Attraverso un'intervista al Corriere dello Sport, invece, Pirlo ha parlato così della sua carriera. Sugli inizi: "A 13 anni ho iniziato col Brescia, da mezza punta o regista. Ero bravo e ho sempre giocato con quelli più grandi, così come in Nazionale. Esordio? Fu a Reggio Emilia a 16 anni. Chiesero la deroga per farmi giocare prima dell'età prevista ma non venne concessa. Ero troppo magro. Contro la Reggina quel giorno ero emozionato. Avevo la chance di giocare in Serie A, un sogno. Appena entrato in campo però ero tranquillo". E ancora: "Ho iniziato a giocare in casa o in giardino, con mio fratello e i miei cugini. Gioco a calcio da sempre e la mia prima palla fu di spugna. Non ho mai pensato di fare altro. Da piccolo ero dell'Inter e il mio idolo era Matthaus". Conte il miglior allenatore mai avuto in carriera, il racconto di Pirlo: "Nel mio percorso ogni tecnico ognuno mi ha dato qualcosa, a partire da Lucescu e la sua tattica e tecnica. Poi Mazzone, Ancelotti, Conte, Lippi. Di bravissimi ne ho incontrati tanti. Mi ha impressionato però di più Conte, il più penetrante e convincente. Ti faceva entrare in testa ciò che diceva in pochi secondi. Allegri? C'erano stati dei problemi. Tornai dopo quattro mesi di stop per infortunio e la squadra andava bene. Era difficile per lui cambiare formazione. Al termine della stagione, a scadenza, ho deciso di cambiare dopo 10 anni".