Juventus, Dani Alves: "Qui per fare la storia, lo scudetto non basta"
Serie ACosì il difensore brasiliano: "Siamo un po' più vicini ai nostri traguardi ma dobbiamo ancora fare molto. Pensare di poter battere facilmente il Monaco sarebbe l'errore più grande, io sono venuto qui per vincere e lavoro duro per fare la storia di questo club"
Due giorni a un altro importantissimo match per centrare uno degli obiettivi stagionali, la Juventus si prepara ad affrontare il Monaco a Montecarlo nell’andata della semifinale di Champions League. Dopo il pareggio contro l’Atalanta i bianconeri sono tornati a lavorare e mercoledì sera torneranno in campo per continuare il loro cammino in Europa. Chi è stato protagonista della gara di Bergamo è Dani Alves, che ha segnato il gol del momentaneo 2-1 e che vuole ripetersi e dare il massimo anche contro la formazione di Jardim. Intervistato da Sky Sport l’esterno ha toccato numerosi temi: dal suo momento personale a quello del gruppo, fino al sogno che intende realizzare.
Obiettivo Champions
"Siamo un po' più vicini ai nostri traguardi - ha raccontato - ma dobbiamo ancora fare quello che dobbiamo per raggiungerli. Quando sono arrivato qua ho detto che ero venuto alla Juventus per fare la storia di questa squadra e la storia non si poteva limitare soltanto a vincere ancora il campionato italiano, ma doveva comprendere anche qualcosa in più. Continuo a sognare di vincere e lavoro ancora di più per far sì che questo sogno possa diventare realtà".
"Per vincere dobbiamo migliorare"
"Sarebbe un grandissimo errore pensare che il Monaco sarà facile da battere - ha poi aggiunto - non possiamo credere di aver vinto la Champions eliminando il Barcellona. Sarebbe lo sbaglio più grande. Tutti gli avversari che raggiungono certi traguardi hanno qualità e giocatori che possono metterci in difficoltà. Dobbiamo fare attenzione, se vogliamo vincere la coppa dobbiamo migliorare ancora, anche nella qualità del gioco in tutte le fasi della partita. A Bergamo è stata una gara difficile, contro un avversario di qualità, Penso che alla fine l'obiettivo sia più vicino. La Roma ha pareggiato ma noi non dobbiamo pensare agli altri: siamo in testa alla classifica e dipende tutto soltanto da noi".
"Vincere non è mai facile"
"Vincere sembra facile, però non lo è. Bisogna lavorare non tanto, tantissimo, per l'obiettivo. Dobbiamo fare il nostro lavoro, giorno dopo giorno, sapendo di avere la possibilità di vincere tutto. Sognare è possibile, e noi vogliamo continuare a farlo. Siamo consapevoli di non avere ancora vinto nulla, però siamo vicini a tutti gli obiettivi e abbiamo la possibilità di scrivere una storia bellissima. Questo è il motivo per cui sono venuto qui. Buffon aveva detto che dovevo aiutarli a vincere la Championa? Non sono nessuno per insegnare qualcosa a un grande campione come Gigi, però insieme possiamo sognare, lavorare e volere. Per raggiungere un obiettivo, la volontà è fondamentale. Io ho portato qua la mia volontà di tutti i giorni, la stessa volontà che avevo quando sono andato via la prima volta di casa, quando volevo rendere mio padre orgoglioso di me".
Dal Barcellona alla Juventus
"Juventus e Barcellona condividono la stessa voglia - ha aggiunto - la stessa cultura del lavoro. Qui si lavora tantissimo, io ho sempre fatto così, per me non è cambiato nulla. Il segreto è il lavoro duro e ben fatto, ogni giorno, perché il livello è uguale, la squadra è forte e soprattutto ha una voglia e una preparazione che fanno la differenza. Ho parlato con rispetto ai miei ex compagni del Barcellona, erano molto tristi dopo l'eliminazione perché quella competizione lì è davvero importante e quando sfuma la possibilità di vincere pesa tantissimo. Però queste sono cose che succedono, immagino anche anche quando il Barcellona ha vinto la finale di Champions contro la Juve, la gente qui non fosse felice. La vita, però, di da sempre nuove opportunità e noi abbiamo sfruttato l'occasione per ribaltare quel risultato. Sono molto felice per i miei compagni, che lavorano tantissimo: quando lavori così tanto, puoi davvero arrivare fino in fondo".
"La cosa che più conta nella mia vita è il lavoro"
"Abbiamo grandi motivazioni, dobbiamo goderci questo momento bellissimo. La cosa che conta di più nella mia vita è il lavoro che faccio ogni giorno, l'importanza che do alla mia professione. Tutti quelli che hanno lavorato con me, conoscono la mia professionalità. Poi, mi piace vivere la mia vita privata come voglio, non come altri si immaginano che io debba viverla. Credo di dover essere giudicato dalla gente per la carriera che ho fatto: una carriera molto stabile, nella quale ho lavorato tantissimo. Penso che la felicità generi felicità, e la negatività generi negatività. Questa è la mia vita: quando devo lavorare, sono il massimo della serietà. So di essere un privilegiato, a poter fare quello che amo e dare un'ottima qualità di vita alla mia famiglia, ma quando non lavoro voglio divertirmi e stare bene. Un pizzico di locura serve a portare energia positiva alla gente, mi dispiace per chi non lo capisce. Se io porto cose buone alla vita, la vita mi restituisce cose buone".