Inter, Spalletti: "Serve più qualità. Vogliamo una reazione"

Serie A
Luciano Spalletti, allenatore Inter
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L'allenatore nerazzurro presenta in conferenza stampa la sfida in casa contro il Genoa, partita valida per la sesta giornata di Serie A: "Vogliamo ripagare la fiducia del nostro pubblico. I giocatori erano i primi ad essere dispiaciuti per il pari"

E adesso di nuovo a San Siro. L'Inter riparte davanti al proprio pubblico dopo il passo falso di Bologna, un pareggio che ha sganciato i nerazzurri dalla vetta della classifica. E così, dopo quattro vittorie in cinque partite giocate, Icardi e compagni sono obbligati a uscire dalla sfida contro il Genoa con il bottino pieno. L'Inter, in Serie A, è imbattuta in casa contro i rossoblù dal marzo 1994, ma adesso conta solo il presente. Tra voglia di campo e un grande desiderio di stupire. Prima, però, le parole in conferenza stampa di Luciano Spalletti in diretta dall'Inter Media House di Appiano Gentile: "Vogliamo ripagare la fiducia del nostro pubblico. E i giocatori erano i primi ad essere dispiaciuti per il pari, in quello c’è l’automatica reazione per dare di più. Noi vogliamo lasciare una traccia del nostro passaggio, un po' come sta facendo il Napoli, al di là o meno del risultato".

Determinazione

Voglia di continuare a stupire, con le proprie idee, parola di Spalletti: "Il nostro lavoro esige delle risposte. Dopo questo risultato del quale non siamo contenti la reazione deve essere più forte, ma l'obiettivo finale è quello che conta. Abbiamo intrapreso una strada che ha suscitato curiosità da parte dei nostri tifosi, vogliamo ripagare la loro fiducia. Il primo tempo di Bologna è stato sotto livello, ci vuole più qualità nella metà campo avversaria. Poi nella ripresa abbiamo fatto abbastanza bene, con l'ansia di recuperare il risultato. Sono convintio che adesso la reazione ci sarà, adesso, anche se parzialmente, abbiamo sbattuto il muso. Noi non crediamo di essere superiori a tutti, ma allo stesso tempo non vogliamo essere inferiori a nessuno. C'è rammarico per la partita di martedì".

Scelte

"Non è facile dire la sera prima della partita a un giocatore che non gioca. L'attesa della formazione, in un calcio così frenetico, disturba sempre. Anche a me non piaceva quando leggevo che non mi facevano giocare. Dipende anche dal carettere che si ha. Tra Ranocchia e Brozovic ci può essere anche chi gioca". Tante idee, sì, ma qualche limite, e cosa manca a questa Inter? "Il nostro lavoro esige delle risposte. Dopo questo risultato del quale non siamo contenti la reazione deve essere più forte, ma l'obiettivo finale è quello che conta. Abbiamo intrapreso una strada che ha suscitato curiosità da parte dei nostri tifosi, vogliamo ripagare la loro fiducia". E le seconde scelte? "A Karamoh e Pinamonti manca ancora un po' di malizia. Pinamonti è una prima punta, se lo metto a giocare da altre parti gli creo qualche difficoltà. Con Candreva è stata colpa mia, se ultimamente ha sbagliato dei cross è perché io gli ho detto di tirarli sul vertice corto. Ora cercherò di liberarlo un po', la sua qualità è superiore alle mie consocenze. Stanchezza? No, non va a inficiare su questo aspetto. A calciatori come lui randellano il piede, di fatica muscolare ne fa poca". E la questione del trequartista, come pensa di risolverla Spalletti? "Bisogna trovare sempre sbocchi diversi. Possibile fare qualcosa di diverso, perché poi ci sono gli avversari, a volte ci sono situazioni che si intasano da sole quindi bisogna trovare sbocchi diversi. Il trequartista? Potrei anche invertirlo da vertice alto a vertice basso essendo quasi tutti centrocampisti, il trequartista che riceve spalle alla porta non c'è. Insomma, serve più qualità, bisogna fare dei passaggi da Inter. La palla deve viaggiare con la forza giusta, dobbiamo controllare di più il pallino del gioco. Anche Joao Mario, deve avere di più il pallone tra i piedi. Per il momento manteniamo l'attenzione verso l'aver voglia di costruire qualcosa".

La parabola di Joao Mario

"Dopo Bologna, abbiamo fatto la consueta partitina coi ragazzi della Primavera e Joao Mario ha voluto stare nella fatica del giorno dopo. Non era contento di quanto fatto, voleva saltare addosso a quella dimostrazione, dava molto più fastidio a lui che a chi l'ha vista. E' un segnale fondamentale".

"Questione di obblighi"

"Obblighi di punti? Sì, ma i soliti. Quelli di prendere sempre campo, di mantenere l'equilibrio, di giocare con idee, di costruire, dei compiti in fase difensiva, nell'attaccare l'area piccola, che Icardi segni e torni ad aiutare. Poi, i punti, diventano una conseguenza di quelli che sono i comportamenti. Noi le partite vorremmo vincerle tutte, ma questo in soldoni non vuol dire che dobbiamo per forza vincere il campionato. Ci siamo costruendo la strada per avere alla fine il consenso dei nostri tifosi. Dobbiamo meritarci la presenza dei tifosi allo stadio, dobbiamo assorbire la voglia del nostro pubblico di lottare con noi". E adesso testa a San Siro, davanti al popolo nerazzurro e lottando assieme al proprio pubblico. Con tanta passione e, soprattutto, con le idee di un Luciano Spalletti sempre più fiducioso nei suoi ragazzi.