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Crotone-Benevento: Trotta come Guti, quando il colpo di tacco vale un gol

Serie A

L'assist dell'attaccante del Crotone per la rete di Rohden contro il Benevento ricorda la giocata dello spagnolo ex Real Madrid con il Deportivo la Coruña nel 2010. Due gesti tecnici frutto di classe e istinto che rivelano altruismo e visione di gioco. Doti che il centravanti di Nicola avrà imparato nelle sue numerose esperienze tra Italia e Inghilterra

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Estro, talento e concretezza tutti in un gesto tecnico. Il tacco, il colpo proibito per ogni allenatore, la giocata di classe e follia capace di accendere uno stadio intero e di renderne immortale l’autore. Non è necessario segnare con questo fondamentale, a volte basta inventarsi un assist. E’ il caso dell’attaccante del Crotone Marcello Trotta. Nella partita contro il Benevento ha servito proprio di tacco la palla che Rohden ha convertito nel gol del raddoppio che ha chiuso la partita. Tutt’altro che lezioso il suo gesto: il cross messo in mezzo all’area da Mandragora è troppo lungo per riuscire a calciare al volo. Una volta raggiunta la palla Trotta non può che lasciarla rimbalzare e tentare un colpo di tacco per il suo compagno che arriva a rimorchio. Un assist no look che oltre a valergli gli applausi dell’Ezio Scida, rappresenta anche la soluzione più efficace per anticipare un tempo di gioco e far recapitare il pallone sui piedi dello svedese. Bello e utile: la rete messa segno da Rohden regala al Crotone la prima vittoria in questo campionato.

Il paragone galactico con Guti

La giocata di Trotta ha riportato alla mente l’assist di tacco galactico di un ex madridista. Il 30 gennaio del 2010 Guti si inventò un passaggio molto simile a quello dell’attaccante del Crotone. Lanciato in campo aperto contro il portiere del Deportivo la Coruña Aranzubia, il centrocampista delle Merengues invece di calciare in porta, preferì servire di tacco alla cieca Benzema. Troppo facile per il francese insaccare a porta vuota. Ma quello dell’ex Lione è uno di quei rarissimi casi in cui si ricorda più l’assist che il gol. Il tacco dello spagnolo è un’immagine indelebile negli occhi degli appassionati, la rete dell’attaccante solo un accessorio ad una giocata stellare. Un gesto di classe e altruismo: Guti cede il gol, ma non la gloria. Lo spagnolo d’altronde conosce bene i tifosi del Real: i risultati senza lo spettacolo contano poco al Bernabeu. E quel Madrid di Guti ha sempre preferito il secondo ai primi. La generosità del centrocampista però strappa applausi a distanza di anni: sarebbe stato come vedere Inzaghi passare il pallone di tacco a Barone in occasione del 2-0 alla Repubblica Ceca nel Mondiale del 2006. Ma Guti non faceva l’attaccante e quella scelta ne fu la prova. “Con la coda dell' occhio ho visto arrivare Karim e ho fatto la cosa più facile” commenterà lo spagnolo a fine partita. Già perché per quanto sia difficile nell’esecuzione, il colpo di tacco a volte è veramente la soluzione più immediata ed efficace, così come lo è stato per Trotta. Lui nel Real dei Galacticos non ha mai giocato, ma con la sua prodezza si è meritato un paragone illustre.

Dalla League One alla Serie A

Associare l’attaccante del Crotone a questo singolo gesto tecnico, però, potrebbe essere riduttivo. Trotta per arrivare a fare quel colpo di tacco ha cambiato ben 8 squadre in 6 anni, passando dalla League One – la terza divisione inglese – alla Serie A. Lui nativo di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, ha iniziato la sua carriera nelle giovanili del Napoli. Dagli Allievi Nazionali in cui giocava con Lorenzo Insigne al Manchester City di Sven Goran Eriksson. Alcune irregolarità nel trasferimento all’Etihad a 16 anni gli costarono anche una squalifica di 2 mesi. Nonostante il clamore dell’operazione, Trotta nel vivaio del City non trovò spazio. La sua esperienza inglese partì ufficialmente da Londra, sponda Fulham. Il percorso di Marcello fu da subito in salita: si alternò tra l’Under 18 e l’Under 21 dei Cottagers, dove realizzò due gol in sei presenze. A Novembre del 2011, il Fulham decise di misurare le sue qualità nei professionisti. La prima tappa del suo giro d’Inghilterra fu il Wycombe Wanderers in League One. Il bilancio fu ottimo: otto presenze ed otto gol. Dopo l’esperienza al Watford e il ritorno al Fulham,, nel 2012 arrivò al Brentford, altra squadra di terza serie. E’ qui che visse uno dei momenti più duri della sua giovane carriera: il 27 Aprile 2013, il Brentford affrontava il Doncaster, una vittoria sarebbe valsa la promozione diretta in Championship. Al ’95 l’arbitro assegnò un rigore alla squadra di Trotta. L’attaccante si incaricò della battuta del penalty, spiazzò il portiere ma il pallone si infranse sulla traversa. In contropiede arrivò anche la beffa e Coppinger segnò il gol della promozione per il Doncaster. Il Brentford perderà poi la finale play-off contro il Yeovil. Da quella delusione Trotta si è rialzato, è tornato in Italia e si è preso la sua rivincita. Prima con l’Avellino in Serie B, poi con Sassuolo e Crotone in serie A. Lo scorso anno è stato uno dei protagonisti dell’incredibile rimonta salvezza della squadra di Nicola. Il suo gol al Milan nell’1-1 in Calabria è stato fondamentale per centrare la permanenza nella massima serie. La scorsa stagione ha segnato solo 3 reti in campionato e quest’anno è ancora a zero. Sarà per questo che preferisce fare assist ai compagni, meglio se di tacco come Guti. Gli unici passaggi che strappano più applausi di un gol.