Nel finale di Torino-Verona il gol del 2-1 di Kean è stato prima annullato per fuorigioco e poi convalidato dopo l’intervento del Var. Vi spieghiamo perché non si può stabilire se la rete era valida oppure no e se era giusto o meno l’intervento della tecnologia
Che il Torino non abbia fortuna con i Var si era capito alla prima giornata, quando gli venne annullato un gol buono contro il Bologna: in quel caso, a dire il vero, non fu colpa del Var, anzi il controllo video avrebbe ripristinato la verità, se assistente e arbitro non fossero stati troppo frettolosi nell'alzare la bandierina e fischiare quando il pallone ancora non era entrato in porta. Stavolta invece in campo era stata fatta la cosa giusta, o perlomeno non una cosa oggettivamente sbagliata, ma il Var è intervenuto e i granata ci hanno lasciato le corna di nuovo. E' successo in occasione del gol di Kean che ha avvitao la rimonta del Verona. Un gol segnato in fuorigioco, secondo l'assistente numero 1 di Gavillucci, Posado. Non secondo Di Bello, Var a Torino, e Di Fiore, assistente internazionale, impegnato come Avar (assistente del Var).
I due hanno rivisto l'episodio con l'aiuto del famigerato "guardalinee elettronico": una tecnologia avanzata, ma non scientificamente certificata, come del resto il nostro "SkySpotrTech". Non una Goal Line Technology, per intenderci, che per essere utilizzata deve superare centinaia di test e sostenere un margine di errore inferiore ai due centimetri. Il guardalinee elettronico viene azionato manualmente, scegliendo il frame in cui parte il passaggio e posizionando la linea del fuorigioco. Responso: per la linea di "Hawk Eye", l'occhio di falco, fornitore ufficiale della Lega, Kean era in linea. Per SkySportTech era in fuorigioco. Ci sta, quando la tecnologia, appunto, non può dare certezze assolute. E soprattutto quando non può elaborare l'immagine in tre dimensioni, condizione fondamentale soprattutto se da valutare non c'è il piede, ma un punto "aereo" del corpo. I Var di Torino hanno messo la linea sulla spalla di N'Koulou, SkySportTech sul piede. Ci vorrebbe una sorta di "vetro" sottile verticale, parallelo alla linea di porta, per capire quale dei due punti fosse più vicino alla linea stessa: in mancanza, nessuno può pretendere di avere ragione.
Una cosa è certa, però: l'indicazione, in situazioni così estreme, è quella di supportare la decisione del campo. Non tanto perché non si sia in presenza di un errore chiaro, ma perché anche un dato teoricamente oggettivo come quello della posizione di fuorigioco, al momento, oggettivo non può essere.
Ma non ditelo a Mihajlovic.