La Nazionale dopo la rinascita con l’Atalanta: il momento magico di Cristante

Serie A
Il gol del 2-2 dell'Atalanta contro la Juventus segnato da Bryan Cristante (foto www.atalanta.it)

Doppia soddisfazione per il centrocampista nerazzurro: gol contro la Juventus, altra ottima prestazione e convocazione in Nazionale. Una gioia dietro l'altra per il centrocampista scuola Milan che si è lasciato alle spalle le delusioni e a Bergamo si è ritrovato grazie alla cura Gasperini

Una partita sontuosa. Così è stata definita, il giorno dopo, la gara giocata da Bryan Cristante contro la Juventus. E non è certo la prima in questa stagione. Qualità e sostanza, oltre ad un gol importantissimo che ha messo il punto sulla definitiva rimonta dell’Atalanta che si era trovata in svantaggio di due gol. Un altro centro dopo quelli contro il Napoli e l’Everton in Europa League, ancora una prova di crescita e maturità in una squadra che sembra non voler smettere mai di stupire. Perché se Cristante è diventato fondamentale per la formazione di Gasperini, i nerazzurri sono stati altrettanto fondamentali per la sua rinascita.

"Un po' di gavetta fa sempre bene"

L'allenatore dei bergamaschi con i giovani ci sa fare, non è una scoperta, e il lavoro fatto con il centrocampista scuola Milan classe 1995 ne è l'ennesima prova. Meno di un anno per inserirlo nei meccanismi di una squadra che ha meravigliato prima in Italia e ora anche in Europa; pochi mesi per fare di Cristante il nuovo Gagliardini dopo il suo passaggio all'Inter. Il cartellino è ancora del Benfica, che nel 2014 lo aveva convinto a lasciare l’Italia per iniziare un'avventura all’estero. Forse il momento non era quello giusto, anche se lo stesso Bryan non la pensa proprio così: "È stata un’esperienza che ho fatto quando avevo 19 anni in una squadra tra le migliori d'Europa - ha raccontato lui stesso dopo il 2-2 ai microfoni di Sky Sport - il primo anno ho trovato il mio spazio, poi ho ricominciato a girare. Ma un po' di gavetta ci sta, fa sempre bene. Non si può arrivare subito al top. Posso dire che è stata un'esperienza che mi ha fatto bene, così come è stato positivo giocare in squadre che lottavano in zone di classifica più basse. Adesso finalmente sto facendo vedere di cosa sono capace".

Cadute e risalite

Un altro talento non valorizzato costretto a cercare fortuna all’estero, pensarono in molti quando tre anni fa Bryan scelse il Portogallo per provare a diventare grande. Le difficoltà non sono mancate, nemmeno la sua voglia di tornare in Italia per conquistarsi anche un uno spazio in Nazionale. Palermo e Pescara sono state due tappe (deludenti) del suo percorso di crescita e di risalita. In maglia rosanero per lui c'era poco spazio, in Abruzzo le difficoltà del gruppo non lo hanno aiutato ad emergere e a ritrovarsi. Poi la chiamata dell'Atalanta e l'inizio di un nuova nuova rincorsa., personale e di tutto il gruppo nerazzurro. “Un gruppo di amici”, come aveva detto lui stesso in un'intervista di qualche mese fa a La Gazzetta dello Sport. Otto partite giocate finora in stagione e tre gol; tutti pesanti, tutti utili per mostrare quelle qualità che si erano intraviste già prima del suo arrivo in rossonero.

Dal Milan…

Il Milan lo nota nella Liventina Gorghense nel 2009: al primo anno con i Giovanissimi Nazionali segna 8 gol e vince il campionato. Poi si ripete l'anno dopo con gli Allievi Nazionali. Nella stagione successiva diventa pilastro del centrocampo della Primavera e il 6 dicembre 2011 - a 16 anni e 9 mesi - esordisce in prima squadra in Champions League contro il Viktoria Plzeň con Massimiliano Allegri in panchina (che chissà cosa avrà pensato ieri sera). La prima presenza in Serie A a 18 anni nel novembre 2013 contro il Chievo, il 6 gennaio 2014 parte titolare e segna il terzo gol della gara vinta contro l'Atalanta. Un talento che cresce e si rivela di settimana in settimana e che attira su di sé le attenzioni del Benfica, squadra che sceglie di investire su di lui e lo strappa al Milan l'ultimo giorno del mercato estivo. Saranno 15 le presenze totali nella stagione ’14/’15, appena 5 quelle dell'annata seguente prima del ritorno in Italia. Luci e soprattutto ombre a Palermo e a Pescara ma Gasperini pensa subito a lui dopo aver perso un altro giovane pilastro nerazzurro come Gagliardini. Crede nelle sue capacità e gli spazio; Bryan non lo delude.

…alla maglia azzurra tanto sognata

Sognava l'Italia e la maglia azzurra, lui di padre canadese e capace di dire no alla nazionale nordamericana perché nella sua testa c'era solo quell’azzurro che da oggi è realtà. Il percorso iniziato nel novembre 2016 con l’Under 21 è ora segnato da una nuova svolta. Ventura lo ha convocato per le prossime due importantissime gare contro Albania e Macedonia. Pellegrini e De Rossi out, Gagliardini e Cristante in. Strade e destini che tornano ad incrociarsi… Naturale conseguenza di una crescita continua, giusto riconoscimento dopo una gara da otto in pagella. Contro la Juventus Cristante ha rincorso tutti i portatori di palla bianconeri e nel secondo tempo è riuscito anche a trovare inserimenti da attaccante che si sono rivelati determinanti per il 2-2 finale. Il gol del pareggio, bellissimo, è proprio suo. E’ uscito nel finale tra gli applausi di tutto lo stadio dopo aver giocato una gara in crescita, così come la sua storia a Bergamo. Ormai non è più nemmeno giusto parlare di sorpresa dopo le difficoltà degli anni scorsi: Cristante è ormai più di una speranza, è il punto fermo di un’Atalanta che non delude mai, una pedina incredibilmente importante nello scacchiere di Gasp. E forse, in un futuro nemmeno troppo lontano, anche in quello di Gian Piero Ventura.