Juventus, Allegri: "Essere belli è più facile che vincere. Higuain? Finora ha dato il 50%"
Serie AL'allenatore bianconero lancia Dybala: "Difficile fare paragoni, ma da quanto è arrivato è cresciuto molto. E può ancora farlo. Higuain deve essere determinante, ora sta meglio". Su Bernardeschi: "Adesso gioca in una big, deve ancora fare il salto"
Massimiliano Allegri racconta la sua Juventus. E lo fa sulle colonne del quotidiano Tuttosport, analizzando il momento della squadra, seconda in classifica in Serie A alle spalle di un Napoli scatenato. A trascinare i bianconeri in questa prima parte di stagione Paulo Dybala, difficile da paragonare ad altri per l’allenatore toscano: “Fare paragoni è sempre difficile perché poi tutti i giocatori sono diversi tra loro - ha raccontato - Però io ho avuto la fortuna di allenare anche Pirlo, che seppur in un altro ruolo era talentuosissimo. Ronaldinho era una cosa fuori dal normale: una volta giocammo contro il Barcellona e il Camp Nou lo applaudì per dieci minuti. Poi ho avuto Robinho, Cassano. Ibrahimovic era talentuoso a modo suo, era diverso dagli altri... Paulo deve ancora crescere molto, ha 23 anni. Rispetto a quando è arrivato è migliorato a vedere il gioco e a giocare meno da punta e più nel ruolo che gli si addice maggiormente”. Che sarebbe… “Per me Dybala farebbe fatica a fare il centravanti in una grande squadra per un fatto abbastanza semplice: avrebbe meno spazio davanti, dovrebbe sopportare più contatti fisici e sarebbe meno in movimento. Quando al Palermo faceva il centravanti aveva 40 metri davanti. Alla Juventus per trovare quei metri doveva abbassarsi per giocare tra le linee e lo sta facendo. Paulo non è un rapido, è un aerobico”. L’argentino sembra cambiato: “Lo è, nella fisicità. Ma deve imparare a gestire le partite, certe volte deve avere un minor dispendio di energie in certi tipi di gare. Nel derby ha iniziato a dribblare, a costruire, a prender botte... Tutte energie che ti vengono a mancare nelle partite dopo. E deve migliorare a usare il destro”.
"Bernardeschi deve fare il salto, ora gioca in una big"
Chi ha un ‘problema di piede’ è anche Federico Bernardeschi, spesso troppo fedele al suo mancino. L’ex Fiorentina sembra però stia decollando: “A Bergamo ha giocato bene - ha continuato Allegri - però deve crescere: sul Papu Gomez in un caso non deve far fallo e in un altro avrebbe dovuto accorciare prima e con più rabbia per non farlo crossare. Sono quelli i dettagli che fanno vincere e perdere le partite. Alla Juventus ogni palla è importante, in una squadra di media classifica se fai bene due cose ti guardano quelle e non le otto che fai male perché arrivare decimi o ottavi non cambia nulla. Alla Juventus invece conta. E' un problema che hanno tutti i giocatori: chi non riesce a fare quel salto lì poi non è da grande squadra”. Parlando di Berna in prospettiva, Allegri dice: “Non lo so, Bernardeschi è un talentuoso e ha grande qualità. Però deve migliorare tantissimo per giocare in una big in pianta stabile e avere uno spessore diverso dagli altri. In una grande, siccome devi vincere, l'aspetto caratteriale diventa fondamentale. Vincere o perdere non è la stessa cosa come in un club medio e quindi devi metter dentro in certe situazioni di partita non solo la bellezza del colpo, che è fine a se stessa, perché i tiri devono essere concreti. E così la fase difensiva. In un top club tutti i giorni ti devi mettere in discussione per vincere, non ti devi mai accontentare... A volte sento dire ‘quello è bravo’: ma per vincere non basta”.
"Bentancur bravo, ma è giovane. Higuain ora sta meglio"
Virando su Matuidi. Il francese sembra aver aggiunto qualcosa al centrocampo: “Non scordiamoci che a noi mancano Khedira, Howedes, De Sciglio, Marchisio, il vero Alex Sandro... “, ha continuato l’allenatore della Juventus. “Abbiamo giocato quattro partite con Bentancur, che è molto bravo ma è un ragazzino del ’97. Per diventare un grande giocatore va migliorato in certe situazioni perché altrimenti le prestazioni che fa ora alla lunga lo faranno diventare un giocatore normale. Deve diventare più decisivo. Deve giocare più in verticale, deve fare più giocate in avanti. Ma è normale, viene dal calcio argentino che è più palleggio sul corto. Però è molto bravo, è tignoso. Ecco mentalmente è più avanti degli altri, di Bernardeschi che però è cresciuto molto e crescerà ancora perché un ragazzo intelligente che ha voglia di fare. Poi alla Juventus ti abitui stando a contatto con Buffon, Chiellini, Barzagli, Lichtsteiner, Marchisio, Mandzukic”. Su Higuain: “Gonzalo deve essere determinante, che poi segni 30 gol o 25, l'importante è che siano gol che determinino. Adesso sta meglio fisicamente, ha lavorato nella sosta, ma non è ancora al cento per cento. Higuain è un giocatore straordinario. Mi arrabbio molto con lui perché pretendo di più, perché può fare molto di più. Finora ha fatto il 50 per cento di quello che potrebbe fare”.
"Ora Pjanic è un big. Rugani è cresciuto molto"
Pjanic sembra aver fatto il salto di qualità: “Ora è diventato un giocatore a livello dei grandi. E in più rispetto agli altri è un “calciante”. Perché non scordiamoci che avere in campo Pjanic, Dybala, Douglas Costa e anche Bernardeschi è un vantaggio, se stanno bene le punizioni dal limite sono gol o creano qualcosa di pericoloso, come il rigore di Petagna. Quando hai Dybala e Pjanic è normale che gli avversari in barriera si comportino in modo diverso, siano più spaventati”. Per concludere, un’analisi su Rugani e Douglas Costa: “Daniele è cresciuto molto, deve compiere l’ultimo step. Sono contento, a parte che è ancora giovane. Deve giocare più di singolo. Non è questione di testa. Lui è rapido, è difficile saltarlo, però deve diventare più bravo nella posizione dell’uno contro uno. Deve migliorare nell’anticipo. Costa non è un rompicapo. Quando prende la palla diventa sempre importante, ti gioca sempre l’uno contro uno, con l’Olympiacos ha fatto dei buoni cross. Anche lui è un giocatore che deve far 100 invece adesso fa 60. Deve pretendere di più: quando sei al Bayern o alla Juve tutti devono pretendere di più da loro stessi. Però Douglas quando ti punta, mamma mia…”, ha concluso Allegri.