Dzeko: "Non corro e non do il mio meglio? Ma dai, nessuno vuole vincere più di me. Roma città speciale"
Serie AL'attaccante bosniaco si racconta: "Roma speciale, la città vive per il calcio. Io non corro e non do il mio meglio? E' uno scherzo, nessuno più di me vuole vincere. Le critiche ci stanno, mi fanno male gli insulti perchè la gente non capisce che anche un calciatore soffre. Infanzia di sopravvivenza, la guerra mi ha fatto crescere più velocemente e mi ha fatto capire le cose importanti della vita"
In Inghilterra ha trascorso quattro anni e mezzo della sua vita Edin Dzeko, dal gennaio del 2011 all'estate del 2015. Sono state stagioni importanti quelle al Manchester City per lui, prima dell'arrivo a Roma. Il bosniaco è tornato in Inghilterra per la gara contro il Chelsea e si è raccontato ai microfoni del Guardian: "Le persone a Roma sono pazze per il calcio, nulla è paragonabile a Roma– ha detto l'attaccante giallorosso - C'è una passione smisurata che non ho mai visto nè in Germania, nè in Inghilterra. A Manchester potevo uscire a cena o fare una passeggiata, le persone mi fermavano ed educatamente mi chiedevano una foto volta per volta. A Roma è impossibile camminare in città per me. I tifosi sono positivamente appassionati, amano il loro club e i loro giocatori e l'attenzione in città è enorme tutti i giorni. Ovviamente cresce anche la pressione ma io amo questa situazione, la passione e l'amore è ciò per cui esiste il calcio. Ma è una città bellissima, speciale: niente è come Roma".
"Non corro? Ma dai... Sono un fanatico del calcio"
Spesso, soprattutto nel suo primo anno in giallorosso, Edin Dzeko ha subito qualche critica. Ed anche negli ultimi due anni, dove sta segnando gol a raffica, c'è qualcuno che lo accusa di scarso impegno. "Non corro? Non do il mio meglio? Dai! È uno scherzo – prosegue Dzeko - Posso garantire che nessuno in tribuna o davanti alla TV vuole vincere più di me. Il mio approccio è lo stesso in ogni gara, non mi importa contro chi giochiamo. Voglio solo segnare un gol o aiutare la mia squadra a vincere le partite. Le critiche fanno parte del calcio e le accetto, il problema c'è quando ricevo insulti. E' la cosa che fa più male e nell'era dei social network ognuno ha la possibilità di dire pubblicamente quello che pensa. Non importa quanto illogico o stupido possa essere, ognuno ha il diritto di insultarti. Quello che la gente non sa è che anche noi siamo degli essere umani e possiamo stare male come tutti quanti. In Italia conoscono molto bene il calcio e ci sono molte persone che cercano di analizzarlo in profondità. Mi piace quando leggere i giornali e vedere i programmi di qualità in tv. E leggendo ho imparato molto bene l'italiano. Il calcio? Sono un fanatico, a tutte le ore del giorno guardo partite. Non importa chi gioca o che categoria è, quando ho del tempo libero nel weekend mi metto sul divano e guardo calcio. Ma lo faccio anche sul pullman con la squadra, con il tablet o con il telefono".
"Infanzia di sopravvivenza, ti fa capire tante cose"
Tra presente e passato, Dzeko racconta anche la sua infanzia. "Non è stata molto serena, è stato più un periodo di sopravvivenza. Scoppiò la guerra quando ero piccolo, non capivo molte cose. E questo ti fa crescere più velocemente, sei costretto a capire certe cose che invece vorresti capire in modo diverso. Ma il calcio l'ho sempre amato, anche durante la guerra. Ma non avrei mai immaginato di diventare una stella, giocavo solo per amore come d'altronde faccio oggi. Amo il gioco, mi piace guardarlo, leggerlo, parlare e, soprattutto, giocarlo. Alla guerra non ci penso più e non ne parlo mai in famiglia, ma qualcosa mi è rimasto e ne parlo solo quando mi viene chiesto dai giornalisti. Ma capita che ti siedi, stai male ma ripensi a ciò che è stato veramente terribile nella tua vita. Ripensi a quando non avevi da mangiare, bere o abiti normali da indossare, come tutti gli altri intorno a te. Prendiamo ad esempio il calcio, odio perdere. Ma capita di ripensare a quello che è stato veramente brutto nella tua vita. E vedi che le cose vanno meglio adesso, sono consapevole che c'è di peggio".