Trapattoni: "Il Napoli merita lo scudetto. Juventus, c'è aria nuova"

Serie A
Giovanni Trapattoni (getty)

A tutto Trap: "Sarri mi piace, mi rivedo in lui: il Napoli mi incuriosisce. Juve? Allegri saprà gestire la situazione, ma le nuove big del campionato fanno bene all'immagine del nostro calcio". Sul Milan: "Tante pressioni, Montella è giovane. Nazionale? Stimo Ventura, deve pensare solo a vincere"

Quattro anni fa è terminata l’ultima avventura della sua carriera, alla guida della nazionale irlandese. Da quel giorno Giovanni Trapattoni - uno degli allenatori italiani più vincenti di sempre - non ha però smesso di vivere il calcio, anzi: oggi lo racconta ai ragazzi degli oratori, lo racconta alle platee di persone desiderose di ascoltare le storie, gli aneddoti di una carriera lunga 40 anni. A 78 anni il Trap non vuole fermarsi, anzi: in Cina e in Costa d’Avorio ancora lo cercano per allenare, anche se… “Voglio troppo bene a mia moglie per lasciarla ancora sola. Mi ha seguito per tutta la vita ovunque ma è stata categorica: ‘Giovanni stavolta vai da solo, io resto a casa’. E allora sono rimasto anche io”, ha raccontato sulle pagine de La Stampa.

"Mi piace Sarri, mi piace il Napoli"

Trapattoni ha voglia di parlare di calcio, a cominciare da quella Juve che lui ha allenato dal 1991 al 1994: “C’è aria nuova. E fa bene al campionato e all'immagine del nostro calcio. Napoli, Roma, Lazio e Inter possono puntare molto in alto. Per la Juventus parla la storia. L’obbligo di vincere che hai quando lavori per quella società, quando vesti quella maglia. Quasi fosse per i giocatori una coercizione. Il Napoli, però, è una novità, ha dei momenti di grande calcio”. Sugli azzurri: “Mi piace Sarri, mi rivedo in lui come carattere. Mi piace come allena e come parla. È stato molto bravo a convincere la squadra a stare con lui, i giocatori hanno creduto nella sua idea di calcio. Il Napoli mi incuriosisce, mi ha sempre incuriosito. Fin da quando Ferlaino mi faceva la corte e mi diceva ‘Trapattoni metta la cifra e chiudiamo’. Ma io stavo bene dove vincevo, a Torino e poi a Milano. Ma quel tarlo è rimasto. Ecco, Sarri è un saggio anche nel sapere che la città esige molto. E allora non me ne vogliano Juve o Inter, ma Napoli merita lo scudetto”.

"Allegri ha qualità. Milan? Tante pressioni"

Idee chiare su Allegri: “Cambia molto gli schemi. Ma deve correre il rischio di non accontentare tutti. Saprà gestire la situazione, ha qualità. Sorpreso dal nuovo Milan? La storia della società ha un peso, il Milan non passa mai inosservato. Le pressioni sono molte, Montella può aver fiutato l'aria. E poi non sempre è facile il rapporto tra un tecnico giovane e la squadra. Quali sono i rischi? Io al sabato sera facevo il prete, non l’allenatore: passavo nelle stanze e stavo fino a mezzanotte a spiegare ai giocatori il perché delle mie scelte. Un po' di psicologia forse non è sufficiente, ma aiuta”. Il metodo Trap sarebbe ancora attuabile? “Me lo chiedo spesso anche io. Sarei ancora in grado di stare nelle stanze per spiegare a un ragazzo magari in lacrime perché gioca e perché non gioca? Oppure lui chiamerebbero subito il procuratore? Alla fine del giro passavo da Platini e lui era sempre lì a fumare, non dormiva e mi diceva: mister non sono tranquillo… E io: Ostia Michel, se non sei tranquillo tu…”.

"Bonucci è sensibile. Nazionale? Stimo Ventura, pensi solo a vincere"

Restando in tema Serie A, Bonucci è stato uno dei giocatori più discussi di questo avvio di stagione: “Adattarsi non è semplice. Il valore di Bonucci non si discute, ma mi sembra un giocatore sensibile. Per questo ha pagato il cambio”. Un giocatore in particolare il Trap vorrebbe allenatore: “Uno scugnizzaccio come Insigne, è il mio preferito. E poi mi piace Belotti. Tecnicamente non è un campione ma nei sedici metri si fa sentire. Adesso le dico una cosa: a me ricorda Paolo Rossi. Fisicamente sono molto diversi, Paolo sembrava una gatta morta, ma lui come Belotti in area non perdonava”. Insigne e Belotti richiamano alla Nazionale, che a novembre se la vedrà con la Svezia ai playoff: “Io stimo molto Ventura. Il consiglio che gli posso dare è di guardare il risultato, di scegliere giocatori vincenti - ha continuato Trapattoni - Non sempre lo schema ti dà le certezze, anche io ero abituato in un certo modo ma quando capivano come giocava la mia Juve dicevo a Zoff: ‘Dino lancia lungo che andiamo a fare la guerra nella loro metà campo’, ovvero: in questo spareggio Ventura deve pensare solo a vincere. Poi avrà tempo da qui al Mondiale per i suoi schemi. Conterà molto la vigilia, i ragazzi dovranno provare a pensare alla Svezia come a una partita normale”.

"VAR: come una multa con foto"

Infine una battuta anche sulla VAR, che sta rivoluzionando il calcio italiano: “Con gli interessi che ci sono è giusto che ci sia un giudizio extra anche se io sono ancora della vecchia scuola, tra quelli che pensano che alla fine gli errori dell' arbitro si compensano. Ma è come quando prendi una multa, ti arriva a casa la foto con scritto 60 all'ora dove devi andare a 50. Tu non te ne eri accorto, ma davanti alla foto sei impotente. Hai torto. Ecco la VAR è come una multa con foto”. In chiusura un pensiero per Ancelotti, esonerato da quel Bayern che Trapattoni ha allenato in due occasioni: “Non me lo aspettavo, ma ho allenato e vinto con quel club. Li conosco, l' hanno fatto per togliere ogni alibi ai giocatori”.