Il centravanti argentino è in crescita e contro il Milan ha giocato la sua miglior partita stagionale, segnando una doppietta e giocando con grande qualità in ogni situazione
Sabato pomeriggio, nel big match della undicesima giornata di Serie A, la Juventus ha piegato un pur buon Milan grazie alla doppietta di Gonzalo Higuain. L’attaccante argentino ha segnato i suoi gol numero 100 e 101 nella nostra massima serie (in 153 partite): 71 li ha segnati nei tre anni passati a Napoli, altri 30 con la maglia bianconera. Per raggiungere un simile traguardo, l’attaccante più chiacchierato della Serie A ha disputato una partita straordinaria, mettendo in mostra un campionario tecnico di primissima qualità. Ho scelto cinque momenti nei quali il talento di Higuain si è fatto più forte del rumore di fondo dei suoi detrattori, cominciando da quelli presenti tra i 78.000 spettatori di San Siro.
23’: Higuain segna il gol del momentaneo 0-1
Il Milan parte meglio, per 10 minuti la Juventus è in balia degli avversari. L’unico bianconero che sembra da subito mentalmente connesso alla partita è Gonzalo Higuain. Difende, sbuffa, urla ai compagni, lotta per conquistare un fallo laterale o una punizione che possa permettere alla sua squadra di risalire il campo e riprendere a respirare. Il gol dello 0-1 mette l’etichetta al primo turning point della partita: di fatto sposta l’inerzia dalla parte della Juventus.
Quella del primo gol è un tipo di azione che la Juventus sta ricercando sempre con maggiore frequenza: il pallone filtrante, che parte dal mezzo spazio di sinistra (dai piedi di Pjanic o Bentancur) verso il centro del campo, a cercare Dybala o Cuadrado. Nella partita di sabato, l’innesco è costituito dal movimento interno-esterno di Khedira, che porta Biglia ad allargarsi. L’argentino del Milan è lento nel recuperare la posizione e Dybala è abilissimo a farsi trovare nel canale libero.
A quel punto entra in scena Higuain: si muove e attacca la difesa prima ancora che la palla di Pjanic, forte e rasoterra, arrivi tra i piedi di Dybala. La fiducia di Higuain è ben riposta, perché “la Joya”, con un eccezionale controllo orientato, si gira verso di lui e con il secondo tocco lo serve sulla corsa. Higuain stoppa il pallone con l’esterno del piede e dopo un passo scarica il suo destro verso la porta. La dinamica d’esecuzione è così rapida e il suo calcio di collo pieno così secco e potente, che Donnarumma non ha il tempo per caricare il peso sul suo piede sinistro e per lanciarsi verso il pallone, complice anche lo schermo di Romagnoli che ostacola la sua visuale.
Questo gol ricorda un’altra rete del Pipita, quella contro la Roma all’Allianz Stadium: più o meno nella stessa zona di campo, ma dal lato del piede sinistro, Higuain aveva eluso con un tocco l’intervento di Manolas e sul passo successivo freddato Szczęsny. Il gioco di Higuain è una questione di frazioni di secondo, rubate qua e là agli avversari.
48’: Higuain scappa sulla fascia e tenta l’assist per Cuadrado
Nel dopo-partita di Udinese-Juventus, Buffon ha esaltato la combattività e la leadership di Higuain, che secondo il capitano ha incarnato il vero “spirito Juve”. Higuain contro il Milan è stato sì mentalmente connesso, ma è stato sostenuto anche da una condizione fisica che sembra finalmente vicina al suo picco.
Al terzo minuto del secondo tempo, la Juventus è messa sotto pressione dal Milan sulla linea laterale, nei pressi della propria area di rigore. La pressione è tale che Khedira è costretto a spazzare, impossibilitato dal tentare una costruzione ragionata dal basso. Ecco che, con uno scatto che brucia il diretto marcatore, Romagnoli, Higuain trasforma istantaneamente l’azione da difensiva in offensiva.
Un ribaltamento cestistico, da area ad area, in piena regola. Higuain guadagna con la corsa così tanto spazio su Romagnoli che ha il tempo di rallentare, alzare la testa e vedere l’arrivo di Cuadrado sul lato opposto del campo. Con una frustata di sinistro - in teoria il suo piede debole - Higuain in perfetta coordinazione prova a mettere Cuadrado in porta. Il colombiano arriva solo con una frazione di secondo di ritardo: il pallone batte a terra a pochi metri di distanza da lui e non riesce a coordinarsi per il controllo di petto in corsa che lo avrebbe portato a tu per tu con Donnarumma.
61’: Higuain va via in mezzo a due
Il contributo di Higuain è stato evidente anche lontano dall’area di rigore. Higuain ha giocato il pallone 40 volte, più di quanto abbiano fatto Lichtsteiner, Rugani o Khedira tra i bianconeri. L’altro centravanti, Kalinic, ha registrato 21 tocchi palla: poco più della metà dei tocchi dell’argentino. Nella partita della punta della Juventus ci sono anche 4 dribbling tentati e 1 passaggio chiave che ha assistito il tiro di un compagno.
Quest’azione al 61’ minuto mostra come Higuain sia capace di contribuire all’azione offensiva della propria squadra anche partendo dalla propria metà campo. “Il Pipita” riceve da un colpo di testa di Dybala e si ritrova nel cerchio di centrocampo subito circondato da 3 uomini. Prima sottrae agli avversari il controllo del pallone coprendolo col piede destro. Poi fa perno con la gamba sinistra in appoggio e si gira, in modo da frapporre anche il resto del suo corpo tra la palla e gli avversari.
Higuain ha grandi capacità nel visualizzare in anticipo la propria posizione in campo e quella degli avversari, di solito se ne serve quand’è in prossimità della porta avversari ma, in questo caso, utilizza questa sua dote in mezzo al campo: si rende conto che Locatelli e Kessié lo stringono lateralmente ma lasciano uno spazio aperto verso l’altra metà campo. Higuain sterza e inverte la direzione di corsa in un istante, lasciando i due sul posto. Forse in trance agonistica, tenta un fantascientifico esterno-punta a servire in profondità Juan Cuadrado. Se non fosse stato per il tocco di Romagnoli, forse quella palla avrebbe preso il giro giusto per finire sulla corsa del compagno.
63’: Higuain segna il raddoppio
Era solo questione di tempo per rivedere il marchio più evidente dell’esperienza italiana di Higuain: il gol. Da quando è arrivato nel nostro campionato, ottobre è uno dei mesi in cui l’argentino è stato più prolifico: 16 gol, contando anche i 2 segnati al Milan. Solo a gennaio Higuain ha fatto di meglio con 17 segnature.
Anche nell’azione del secondo gol c’è la complicità della “Joya”: Dybala inizia l’azione addirittura nella propria metà campo, aprendo di sinistro verso Kwadwo Asamoah. Il ghanese salta piuttosto facilmente Borini, che gli si para davanti piatto, perpendicolare alla corsa dell’avversario. Entrato nel campo, Asamoah serve l’accorrente Dybala, che fa velo per Higuain e scatta in profondità, portando via con sé Romagnoli.
Così, Higuain resta uno contro uno con il terzo centrale, Ricardo Rodriguez. In una frazione di secondo decide di frenare la corsa e di farsi superare dall’avversario, aprendosi lo spazio alla destra della difesa rossonera. Quando accarezza la palla con l’interno destro per arrivare a scoccare il tiro, il più è fatto: Rodriguez non può arrivare alla chiusura perché ha perso attimi preziosi per invertire la direzione di corsa; Donnarumma a quel punto è esposto al tiro su entrambi i pali e, come di consueto, la battuta di Higuain è potente e precisa. Un tiro da bowling sull’unico birillo rimasto in piedi per fare uno spare.
76’: Higuain fa il regista offensivo
Ma Gonzalo Higuain non è solo istinto del gol, ha qualità tecniche e visione di gioco superiori alla media di cui si erano accorti anche i tecnici delle giovanili del River Plate, che per un periodo lo utilizzarono da trequartista, da puro numero 10. In questa lunga azione, Higuain offre un saggio delle sue qualità di cucitura dei reparti.
Higuain riceve palla da Dybala e mentre si gira già si accorge dello scatto in profondità di Cuadrado. Sembra pronto per servirlo, ma ci ripensa. Non perché il servizio sulla corsa del colombiano a scavalcare Antonelli sia un esercizio complicato per lui: più probabilmente Higuain deve aver valutato la posizione di Rodriguez, pronto a coprire la profondità sul lato destro. L’argentino allora gioca palla sull’accorrente Barzagli e attende sviluppi migliori, che puntualmente arrivano, già pochi secondi dopo: riceve palla 20 metri più in avanti, tra le linee, proprio da Cuadrado. Si gira velocemente verso il lato opposto dopo il primo controllo, per assecondare lo scatto di Mandzukic oltre l’ultimo uomo, Borini.
Il gioco di Higuain è fatto di frazioni di secondo da rosicchiare non solo in ottica risultato, ma anche per gestire il tempo del gioco insieme al resto della squadra. Questo è uno degli aspetti che rendono Gonzalo Higuain un attaccante unico: la sua visione più ampia dell’azione offensiva, che lo differenzia rispetto a centravanti magari più spietati di lui negli ultimi sedici metri, che sono comunque pochi. La speranza è quella di vederlo sempre più spesso così in forma, ne guadagnerebbe di valore tutto il campionato, non solo la Juventus.