Marani: "Roma, la chiave è nelle idee di Di Francesco. Gioca davvero bene, ma lo scudetto..."

Serie A

Matteo Marani

Il direttore di Sky Sport24 dopo il successo in Champions dei giallorossi contro il Chelsea. Di Francesco è la dimostrazione che bisogna sempre essere convinti delle proprie idee: nella Roma "tracce zemaniane" ma con la concretezza dell'ex allenatore del Sassuolo. Ecco perché non stupisce vederla nella parte alta della classifica di Serie A. Ma per lo scudetto...

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Per il nostro calcio ora c'è una grande opportunità: battere due dei club più importanti della Premier League nel giro di appena 24 ore. Dopo la Roma con il Chelsea, ora tocca al Napoli contro il Manchester City. Non c'è dubbio, sarebbe una vera impresa. La partita dell'Olimpico spiega che la Roma è stata in grado di rifilare tre gol (ripeto, 3 gol)ai campioni d'Inghilterra in carica. Per me è il segno evidente di una Serie A che sta ritrovando certezze. Ed è in questo contesto che si colloca la "lezione" di Eusebio Di Francesco.

Di Francesco, credere nelle proprie idee

Bisogna avere fiducia nelle proprie idee. Sempre. Ecco quello che impariamo da Di Francesco dopo questa prima parte della stagione. La vittoria contro il Chelsea, inoltre, conferma che quanto accaduto a Londra nel match di andata non è stato affatto casuale. Una doppia sfida che entra nella storia della Roma e del nostro calcio dopo un periodo di difficoltà. Squadra corta, che corre, copre e si sacrifica. E' davvero una bella Roma, che gioca un po' come le squadre di Conte ma con il pensiero di Di Francesco. Lui ha infuso senso di praticità e attenzione, con risultati evidenti in difesa, a centrocampo oppure nei movimenti di Florenzi. Tutto questo spiega perché i giallorossi in campionato sono lassù. Accanto a tracce "zemaniane", ripeto, c'è anche la grande concretezza di Di Francesco.

I segreti della Roma

C'è disponibilità al sacrifico in questa Roma. Di Francesco ha ricostruito in grande ciò che aveva fatto a Sassuolo. Idee di gioco chiare trasferite in uno spogliatoio di campioni; alcuni giocatori che se li è portati dietro, forse per accelerare il processo di ambientamento, ma nel primo anno post Totti, la sua "opera" appare ancora più importante. Totti adesso non è più lui il collante e tutti sono più responsabilizzati. El Shaarawy, ad esempio, è un gande recupero per la Roma e per il calcio italiano. In questo momento ha fiducia, tenta le giocate e gli riescono pure. Mi sembra di rivedere l'El Shaarawy ammirato nella stagione migliore al Milano o dell'esordio a Padova. In vista dello sparegggio con la Svezia, per la Nazionale mi sembra un'ottima notizia.

Ma lo scudetto...

Detto questo, non credo che la Roma sia da scudetto. Nella rosa manca qualcosa per eguagliare Napoli e Juventus (da valutare invece l’Inter). La squadra, però, dà sempre l’impressione di essere in crescita. Più passa il tempo più è sicura di sè. E si vede.