Sarri deve il suo soprannome alla cura con cui ideava gli schemi su punizione e corner: in fase offensiva conferma la sua fama con numeri da record, ma quando c'è da difendere "il Napoli dei piccoletti" soffre
Un’antica leggenda trita, ritrita e smentita racconta dei 33 schemi su palla inattiva che Maurizio Sarri avrebbe ideato agli inizi della sua carriera da allenatore. Da lì il soprannome di "Mister 33", affibbiatogli da un giornalista di Arezzo che seguiva il suo Sansovino e che ciclicamente viene ripescato per descrivere la varietà di soluzioni che le squadre dell’allenatore toscano hanno a disposizione quando c’è da battere una punizione o un calcio d’angolo. Basti ricordare cosa era capace di fare l'Empoli sarriano nella stagione 2014/2015, con 10 gol su 46 segnati dai tre centrali di difesa Barba-Tonelli-Rugani quando si spingevano nell'area avversaria in occasione dei corner.
Narra, sempre la stessa leggenda, che le punizioni venissero chiamate con dei nomi propri di persona e i calci d’angolo con dei numeri. In una partita Sarri chiamò lo schema “Loris”, gli avversari cercarono di marcare il fantomatico Loris, che però non esisteva, e presero gol. Ora, immaginare gli avversari del Sansovino cercare in area un “Loris” in un campionato in cui non ci sono nemmeno i cognomi stampati sulle maglie ci pare difficile, ma si parla di leggenda, e come tale va accettata.
Mister, dica 33
La vera puntualizzazione da fare è un’altra: fin qui abbiamo parlato di calci piazzati a favore. Perché quando sono contro, Sarri, e il suo Napoli, hanno mostrato tutta la loro fragilità contro il City. Mister, dica 33: non è certo il caso di preoccuparsi per la salute di una squadra bella da far invidia anche ai più belli (vedi complimenti di Guardiola), ma prevenire è sempre meglio che curare, e che occorra studiare anche qualche soluzione sulle palle inattive degli altri l’hanno certificato prima Otamendi, saltando sopra alla schiena di Hysaj, poi Stones svettando una testa sopra tutti in mezzo a un presepe vivente ricreato nell’area napoletana con due mesi d’anticipo. Alla fine, in conferenza stampa, l’ammissione dello stesso Sarri: “Le palle inattive sono un limite”. E quelle alte sono un problema: dei 17 gol subiti in stagione dal Napoli (8 in campionato, 9 in Champions), ben 6 sono arrivati di testa: contro Atalanta (Cristante), Genoa (Izzo) e City (i due sopra citati) da palle inattive, i restanti due (Ferreyra dello Shakhtar e Falcinelli del Sassuolo) in seguito a cross su azione.
Napoli dei piccoletti… anche in difesa
Aggiungeteci che il Chievo, prossimo avversario degli azzurri, è la squadra che ha segnato più gol di testa in questo campionato (5), mentre il Napoli è quella che in percentuale ne ha concessi di più così (3 su 8 fanno il 38%) e capirete quel pizzico di preoccupazione che porta Sarri a grattarsi la testa alla Guardiola.
Il sospetto è che “il Napoli dei piccoletti”, come ormai è stato ribattezzato, sia una delizia per gli occhi quando la palla corre veloce sull’erba, ma che possa soffrire quando gli avversari la riconquistano e decidono di farla viaggiare per aria. Insigne (163 cm), Mertens (169), Callejon (178), Allan (175) non sono di grande aiuto a Koulibaly e Albiol su un corner o una punizione che piovono in area; per fare un confronto con una squadra molto più “alta”, l’Inter di Spalletti (0 gol subiti da calcio d’angolo) in quelle situazioni può contare anche su difensori aggiunti come Perisic (186), Icardi (181), Candreva (180), Vecino (187).
Nell'area avversaria invece...
I centimetri, però, sembrano non contare più quando le palle inattive sono a favore. Venendo alle note liete, Mister 33 (soprannome che Sarri non sopporta) si sta confermando uno specialista anche in questa stagione, con 5 degli ultimi 9 gol in campionato arrivati da palla inattiva. Gli ultimi due, contro il Sassuolo, sugli sviluppi di corner e con proprio i piccoletti protagonisti: sul primo, Callejon calcia dalla bandierina e Insigne nei pressi del primo palo confonde le idee a Consigli (sarà lo schema numero 24, come la maglia di Insigne?); sul secondo serve l’aiuto di un gigante, con Albiol che fa la torre e Mertens che mette dentro da mezzo metro (schema numero 33, maglia di Albiol, l’ultimo della lista). In tutto fanno 5 gol nati dagli sviluppi di un calcio d’angolo per il Napoli, nessuno meglio in questo campionato. Ora si tratta solo di trovare un punto di equilibrio tra le due situazioni: non necessariamente 33 schemi per difendersi, ma almeno un paio...
Schema n° 24, "La carica dei piccoletti". Callejon calcia dalla bandierina sul primo palo, a rientrare. Insigne e Mertens attaccano contemporaneamente il primo palo, saltano, ma soprattutto creano scompiglio. E la palla intanto entra
Schema n° 33, "Basta spingere". Sulla bandierina Ghoulam e Callejon. Ci si aspetta la battuta del primo, con il sinistro, "a uscire", e invece la tocca corta per il compagno. Callejon raggiunge il lato corto dell'area di rigore e crossa teso sul secondo palo per Albiol, che di testa fa la sponda rimettendo in mezzo. Mertens spinge dentro col corpo