Cosa aspettarsi dal 115° derby della Lanterna? La presentazione degli aspetti tecnici e tattici che decideranno la sfida tra Juric e Giampaolo. Quella rossoblù non sembra la squadra più indicata a creare problemi sugli esterni; blucerchiati con vocazione offensiva, basano il loro gioco su palleggio e dinamismo
Se a inizio campionato era lecito aspettarsi che la Sampdoria sarebbe arrivata al 115° derby della Lanterna con un vantaggio in classifica sul Genoa, lo sarebbe stato molto meno immaginare 14 punti di distacco maturati in appena 11 giornate, con il Doria che oltretutto deve recuperare una partita. Inevitabile, quindi, che i favori del pronostico pendano dalla parte degli uomini di Giampaolo, forti del sesto posto in graduatoria e di una condizione mentale superiore a quella del Grifone, penultimo a pari punti col Verona. Presupposti che potrebbero accentuare un canovaccio in apparenza già tagliato sulle caratteristiche delle squadre, con la Sampdoria a gestire i ritmi della gara e del possesso.
Parliamo di una formazione dalla vocazione spiccatamente offensiva, che ha bisogno della palla come dell’ossigeno per mantenere l’equilibrio del suo 4-3-1-2 e perseguire la propria mission: creare la superiorità locale grazie al posizionamento dei 4 centrocampisti su più altezze per dilatare gli spazi in mezzo al campo. Una squadra che basa il proprio gioco sul palleggio e sul dinamismo, con una tensione eccessivamente verticale negli ultimi 30-40 metri, dove talvolta ricerca in maniera precipitosa la profondità senza aver prima consolidato l’azione o disorganizzato adeguatamente il sistema difensivo avversario.
Un gioco che si sviluppa essenzialmente per vie centrali e trascura le fasce, a meno che non siano gli attaccanti ad allargarsi. L’ampiezza diventa un problema ben più marcato in fase difensiva, in cui i blucerchiati cercano di nascondere i limiti nella difesa posizionale aggredendo l’inizio azione dell’avversario per portarlo dentro al campo, dove fa valere l’uomo in più.
Qui addirittura la Samp non copre né il lato forte né il lato debole.
Che partita preparerà il Genoa?
Per caratteristiche il Genoa non sembra la squadra più indicata a creare problemi sugli esterni, Juric però potrebbe fare leva sulle folate di Laxalt a sinistra, provando a isolarlo contro Sala (o Bereszynski) oppure attaccarlo alle spalle. Magari mettendolo in connessione con Taarabt, il più in forma per distacco dei rossoblù, su cui ricade quasi interamente la produzione offensiva di una rosa dall’identità non ancora definita. Non c’è un’idea precisa su come occupare gli spazi alle spalle delle linee avversarie, se non affidandosi ai lanci per la punta centrale (e di conseguenza alle seconde palle), o all’entropia generata da Taarabt, autore di 2,52 dribbling riusciti, l’86,4% di quelli tentati.
La staticità del Genoa senza palla: qui addirittura nessuno attacca la porta, lo spazio alle spalle dei laterali e tanto meno lo spazio interno cerchiato in rosso.
Sembra verosimile, quindi, immaginare il Grifone che lascia la palla ai cugini, più difficile invece capire se adotterà un approccio difensivo aggressivo. In questa stagione il tecnico croato sembrava aver rinunciato all’idea di una marcatura a uomo a tutto campo in luogo di una marcatura mista, specie per quanto concerne i difensori, più a loro agio nel difendere di reparto che non individualmente. In realtà contro il Napoli “il pirata” aveva provato a rispolverare la marcatura a uomo integrale, ma l’esperimento è terminato già all’intervallo in favore di una difesa a 4 con il ritorno alla marcatura mista per evitare di dilatare la linea sui movimenti di Mertens.
Le marcature a uomo contro il Napoli.
Un’ulteriore alternativa, oltre ad un atteggiamento più passivo, potrebbe essere quella di schermare con la prima linea di pressione formata da Lapadula, Taarabt e Rigoni le linee di passaggio verso il cuore del campo, in modo da togliere al Doria il palleggio centrale e spingerlo verso le zone laterali, da cui invece fatica a risalire il campo. Un po’ quello che è riuscito al Chievo contro la Samp domenica scorsa nella prima frazione.
I duelli fondamentali della partita
I due allenatori dovrebbero ripartire grosso modo dagli undici schierati nell’ultimo turno: sul fronte genoano, al di là del ballottaggio Rosi-Lazovic sulla fascia destra, il probabile (?) rientro di Miguel Veloso a scapito di Omeonga significherebbe un dinamismo ridotto da un lato, dall’altro inserire un elemento più geometrico, in grado di gestire l’uscita del pallone dalla difesa e offrire una soluzione supplementare al tiro. Nelle stesse zone di campo, Giampaolo deve decidere chi lanciare tra Ramirez e Caprari. L’uruguagio, più incline a legare e rifinire l’azione, testimonierebbe la volontà di provare a imprimere un maggior controllo sulla partita, mentre il gioco dell’ex Pescara, scandito dalla frenetica ricerca degli spazi e della porta, oltre ad incrementare la presenza offensiva negli ultimi 16 metri, renderebbe la fase di possesso ancora più diretta.
La scelta del trequartista blucerchiato potrebbe condizionare anche l’orientamento del quadrilatero di centrocampo del Genoa: con Caprari, più abituato a galleggiare al di là della mediana avversaria, toccherebbe ad uno dei difensori uscire per assorbirne gli inserimenti; mentre con Ramirez, che tende ad abbassarsi maggiormente, sarebbe preso in consegna principalmente da un mediano, teoricamente Veloso. Potenzialmente esplosivo anche lo scontro tra due giocatori prestanti fisicamente e atleticamente come Izzo e Zapata, anche se l’allenatore della Samp potrebbe posizionare il colombiano sul centro destra per puntare sul mismatch in termini di velocità con Zukanovic. Dall’altra parte sarà interessante scoprire come un volante preciso nelle coperture preventive e nei duelli individuali quale Torreira si comporterà con Taarabt, il quale andrà ad occupare le zone di conflitto tra il mediano sudamericano e i difensori centrali, piuttosto impacciati nel rompere la linea.
Date le qualità dei singoli, la posizione in classifica e la condizione mentale, sulla carta sembra uno dei derby meno equilibrati della storia recente. Ed è proprio questo clima di eccessivo ottimismo e convinzione a preoccupare i gruppi organizzati vicini alla Sampdoria, i quali temono che gli uomini di Giampaolo possano sottovalutare un Genoa che fin qui ha vinto soltanto una gara. Sulle cui spalle gravano le maggiori pressioni, in particolare su quelle di Juric, che in caso di sconfitta rischia seriamente l’esonero. Uno spartiacque a tutti gli effetti per i rossoblù.