Roma-Lazio, i 91' (sommati) da avversari di Di Francesco e Inzaghi

Serie A

Vanni Spinella

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Dopo essere stati giocatori delle squadre che oggi allenano, si ritrovano contro per un derby che in carriera non ha regalato grandi soddisfazioni a nessuno dei due. Bilanci negativi, comparsate, un gol (in due) e 91 minuti (in due partite) da avversari sul campo

Novantuno minuti di derby li hanno già alle spalle, uno contro l’altro, ricordi di quando erano giocatori di Roma e Lazio. Adesso che delle loro squadre sono diventati allenatori, si ritrovano da avversari per altri 90 minuti incandescenti. Novantuno minuti sommando due derby, 17+74, andata e ritorno nella stagione 1999-2000, l’unica in cui si incrociarono sul campo e terminata con la vittoria dello scudetto da parte della Lazio.

Il 21 novembre 1999, quasi 18 anni fa esatti, il primo scontro: finisce 4-1 per la Roma grazie alle doppiette di Montella e Delvecchio nei primi 30’ (poi, a inizio ripresa, il rigore di Mihajlovic), sia Di Francesco che Inzaghi partono in panchina ed entrano a risultato già fissato, il sempre affidabile Eusebio al 67’ per dare nuove energie al centrocampo, la carta “Inzaghino” 6 minuti dopo per tentare la rimonta disperata. Si rivedono un girone dopo, il 25 marzo 2000, stavolta entrambi da titolari: anche in questo caso il derby dura mezz’ora, con l’illusorio vantaggio di Montella dopo 3’ e la rimonta laziale (Nedved-Veron) a cavallo tra 25° e 28°. Al 74° Eriksson fa rifiatare Inzaghi e lo richiama in panchina: ecco spiegati i 91’ da avversari, con una vittoria a testa. 1-1, bilancia in equilibrio: il derby da allenatori di Di Francesco e Inzaghi riparte da qui.

Anche nella stagione dopo, in realtà, i due fanno parte delle rose di Roma e Lazio, ma i derby li vivono solo da lontano: un quarto d’ora scarso per Inzaghi in quello d’andata (vinto dalla Roma con l’autogol di Negro), neanche un minuto tra andata e ritorno per Di Francesco, che in quella Roma scudettata trova poco spazio.

Allargando il discorso ai loro derby, più in generale, non si può certo dire che si tratti di una partita fortunata per nessuno dei due. Il Di Francesco romanista, addirittura, approda in giallorosso nella stagione dei 4 derby persi (due in campionato e due in Coppa Italia; lui è titolare in 3 di questi), una mazzata per le sue statistiche personali, che dopo 4 anni di Roma si chiudono con 2 vittorie, un pareggio e 4 sconfitte (altri 3 derby li salta). Un bel ricordo, però, lo conserva ugualmente, dato che in quell’unico pareggio (3-3 in rimonta del 29 novembre 1998) c’è anche la sua firma: Lazio avanti 3-1, nei 12’ finali lui e Totti la raddrizzano.

 

Nessun gol nei derby, invece, per l’attaccante Simone Inzaghi, nonostante le 9 stagioni e mezza alla Lazio (le ultime, a voler essere sinceri, vissute da comparsa): 9 apparizioni nei derby, anche per lui bilancio in negativo con 2 vittorie, un pareggio e 6 sconfitte. Mai come in questo caso, però, è necessario andare oltre i numeri, che non illustrano a dovere la situazione. A 5 sconfitte su 6, infatti, Inzaghi partecipa subentrando sempre nel quarto d’ora finale (l’unica che vive da protagonista è il terribile 5-1 con il poker Montella del 10 marzo 2002, quando parte titolare), così come una delle sue due vittorie la ricorderà solo per l’ingresso in campo al 93°, per concedere la standing-ovation a Paolo Di Canio, eroe di quel derby (6 gennaio 2005, 3-1 per la Lazio).

Molto meglio da allenatore, con le vittorie sulla Roma nella final-eight Allievi del 2013 (3-1), in quella Primavera dell’anno dopo (3-2) e con la conquista della Coppa Italia Primavera nella doppia finale del 2015 (1-0 Roma all’andata, 2-0 Lazio al ritorno). Fino ad arrivare alla panchina della prima squadra, ereditata nell’aprile 2016 proprio dopo un derby perso dal suo predecessore Pioli. Nella scorsa stagione, contro la Roma di Spalletti, i primi derby "veri" da allenatore: 4 confronti, 2 vittorie e 2 sconfitte (una, nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, ininfluente, dato che passerà il turno). Ancora una bilancia in equilibrio: serve un altro derby per farla pendere da una parte piuttosto che dall'altra. Eccoci serviti.