Dalla straordinaria condizione fisica di Nainggolan alla spalletta di Locatelli, passando per il dribbling di tacco di Bernardeschi. Ecco queste e tante altre perle che hanno caratterizzato la tredicesima giornata di Serie A
La telepatia di Reina e Insigne contro il Milan
Mettiamo subito le cose in chiaro: Insigne parte in fuorigioco. Un fuorigioco di pochi centimetri che l’arbitro ravvisa subito dopo il palo (per le nuove indicazioni che hanno i guardalinee con i VAR, che consigliano di aspettare che termini l’azione prima di alzare la bandierina, così che gli arbitri al video possano in caso rettificare l’errore e assegnare comunque il gol) ma che non toglie nulla alla bellezza del gesto di Reina e a quello successivo, e conseguente, di Lorenzo Insigne.
Tra il momento in cui Reina blocca il pallone in uscita e quello in cui sempre lo stesso pallone colpisce il palo alla sinistra di Donnarumma passano nove secondi. Due, servono al portiere per leggere lo schieramento dei compagni e vedere lo scatto di Insigne. Uno, per coordinarsi e calibrare un rilancio che spiova alle spalle della difesa del Milan, schierata a centrocampo, e che finisca perfettamente sulla corsa di Insigne. Tre secondi servono al pallone per attraversare una settantina di metri di campo in volo. Altri due secondi sono quelli utili ad Insigne per capire che se avesse lasciato rimbalzare il pallone sarebbe schizzato lontano dalla sua traiettoria, e quindi controllarlo di controbalzo (possiamo dire che il suo è un controllo orientato di una difficoltà enorme). L’ultimo secondo è quello utile per guardare Donnarumma e calciare alla sua sinistra, sul palo.
Il controllo di Insigne è semplicemente fantastico, ancora più bello del già ottimo lancio di Reina. L’attaccante sta passando un grande momento di forma ed in questo momento è senza dubbio uno dei migliori giocatori del campionato. Sabato ha segnato il sesto gol al Milan e più in generale giocato un’altra grande partita, mettendo in crisi i rossoneri con i suoi continui tagli alle spalle della difesa. La destrezza con cui lui e Reina si connettono in questa azione racconta molto della possibilità del Napoli di creare azioni pericolose nel giro di pochi secondi grazie alla qualità dei propri interpreti e noi dovremmo essergliene grati.
La classe di Milinkovic-Savic e la forza di Jordan Lukaku
In questa stagione Simone Inzaghi sta usando spesso Jordan Lukaku come primo cambio, in sostituzione di Lulic come esterno sinistro a tutta fascia. Il belga ha una sola presenza da titolare, col Sassuolo, ma ben otto volte è entrato dalla panchina. Il tecnico laziale preferisce sfruttare la sua esuberanza fisica a partita in corso, quando le squadre sono stanche e la sua forza può diventare un fattore. Nel derby il suo ingresso in campo ha ridestato una Lazio troppo timorosa e contratta, e nei soli trentadue minuti giocati è stato il biancoceleste con più dribbling riusciti, 3.
La giocata di Lukaku dimostra grande forza, ma anche lucidità, una caratteristica che non sempre gli viene riconosciuta, ed è preceduta da un passaggio di tacco di Milinkovic-Savic che sembra danzare e impreziosisce ancora di più il resto dell’azione. Lukaku resiste nel duello fisico con Nainggolan (e già basterebbe per veder premiata la giocata), lo sposta con un braccio e poi punta Florenzi. Prima finta di andare verso l’interno, poi si allunga il pallone verso l’esterno e invece di crossare, rientra sulla riga, mandando completamente fuori tempo il romanista e servendo poi un bel pallone teso all’altezza del dischetto. Una giocata molto simile a quella con cui aveva servito l’assist a Murgia per il gol vittoria nella Supercoppa Italiana. Per fortuna della Roma in questa occasione il primo ad arrivare sul pallone è Strootman.
Il nuovo Taarabt
«Mi ha aiutato tanto al Genoa, con lui avevo un buon rapporto: il calcio è così» ha detto Taarabt dopo la partita parlando di Juric. E l’aver rimesso in sesto il calciatore marocchino rimarrà l’unica nota lieta di questa seconda parentesi dell’allenatore con il Genoa. Anche nella vittoria contro il Crotone, Taarabt è stato tra i più positivi, dimostrando di avere una sensibilità per il gioco diversa da tutti gli altri, compagni e avversari. In quella che è stata una partita mediocre dal punto di vista dello spettacolo questa giocata di Taarabt è una piccola oasi nel deserto.
In mezzo a tre avversari Taarabt mantiene una calma olimpica, controlla il possesso del pallone con la suola e poi con un tocco in controtempo lo fa passare in mezzo alle gambe di Rohden per restituirlo a Bertolacci, che impaurito glielo restituisce subito. La seconda giocata è ancora più bella: finta di toccarla col destro, ma invece la fa scorrere per poi scivolare alle spalle dei due avversari portandosi dietro il pallone con la suola sinistra. La stizza con cui Trotta reagisce a questa giocata la racconta meglio di tante parole.
La giocata manifesto di Federico Chiesa
In questi giorni si è parlato molto del futuro della Nazionale italiana, un futuro del quale prima o poi farà parte anche Federico Chiesa. A soli vent’anni sta dimostrando, domenica dopo domenica, di avere le carte in regola per diventare un giocatore importante. Contro la Spal ha fornito una prestazione solidissima, fino al gol nei minuti finali che ha salvato i viola da una brutta sconfitta.
Premio questa giocata per mettere in prospettiva le qualità del figlio di Enrico: Chiesa ha una caparbietà e dei riflessi assolutamente fuori dal comune, una voglia di spaccare ogni pallone e un’esplosività che lo porteranno lontano. In questa azione aveva praticamente perso il pallone dopo il primo dribbling, ma non ha desistito: con il piede sinistro è riuscito a riprenderne il controllo facendolo passare oltre l’avversario, dopo il rimpallo. Anche il terzo avversario viene superato con un dribbling frutto più della sua straordinaria volontà che del talento tecnico. L’esterno destro con cui poi prova a buttare giù la porta, ma che gira troppo presto per finire quasi in fallo laterale, mostra bene come Chiesa debba ancora lavorare per trovare la perfetta via di mezzo tra la sua foga e la lucidità che chiediamo ai giocatori di primissima fascia. Quando troverà quella sintesi la Nazionale italiana avrà trovato un giocatore importante su cui ricostruirsi.
Borja Valero ha gli occhi dietro la testa
In contrasto con l’idea che vede il trequartista di Spalletti come un giocatore fisico in grado connettere i reparti con la sua forza, dopo qualche esperimento di inizio stagione nell’Inter il ruolo è stato affidato a Borja Valero. Contro un’Atalanta aggressiva e decisa nel recupero palla, il suo lavoro non è stato per nulla facile (alla fine è stato l’interista con più palloni persi, 3): spesso Borja è stato costretto a ricevere spalle alla porta, con un avversario pronto a contrastarlo costringendolo ogni volta a giocare il pallone in maniera precaria. Oppure ad allontanarsi molto dalla zona del pallone per liberarsi del suo marcatore. Se però Borja non eccelle in fisicità, compensa con la magia della propria visione e della propria tecnica.
L’esterno con cui lascia scorrere il passaggio di Miranda - quasi un velo - mandando fuori tempo tutta la difesa dell’Atalanta e permettendo ad Icardi di presentarsi davanti a Berisha è quasi inumano. Una giocata possibile solo a chi ha davvero gli occhi montati dietro la testa ed è in grado di avere una visione a 360° del campo. La miglior giocata di questo turno di campionato, così essenziale da essere una non-giocata, non apparire in nessun recap statistico, fondare la sua bellezza sull’assenza di tocco. Icardi ha provato a rendere il giusto merito, resistendo nel corpo a corpo con l’avversario come fosse un camion più che un centravanti, ma poi sbagliando la cosa più facile tirando addosso a Berisha. Ma come sappiamo ha riscattato questo errore, eccome se lo ha riscattato.
Il dribbling di tacco di Bernardeschi
Federico Bernardeschi ha dovuto aspettare la tredicesima giornata per guadagnarsi dei minuti da trequartista nel 4-2-3-1 di Allegri, ruolo che solitamente spetta a Dybala. L’ex Fiorentina ha giocato una buona partita, soprattutto nel primo tempo, dimostrando che quella è la posizione dove può rendere di più, ma dove ha potuto giocare solo una mezza stagione con Paulo Sousa. Non sappiamo quanti minuti avrà ancora a disposizione in questo ruolo, vista la concorrenza di uno dei migliori giocatori del campionato, e allora per tirarlo su di morale abbiamo voluto premiare il colpo di tacco con cui, sulla fascia, si libera di Ferrari come se il gioco del calcio fosse una cosa molto più semplice di quella che realmente è. Bernardeschi è un giocatore con alcuni difetti molto evidenti, e per guadagnarsi il posto alla Juventus dovrà lavorare duramente, ma se c’è una cosa che non gli manca è la classe. L’impressione è che più minuti gli concederà Allegri, più volte lo troveremo in questa rubrica.
La spalletta di Locatelli
Non sappiamo se Locatelli abbia mai giocato “a tedesca”, dopotutto è molto giovane, ma il colpo di “spalletta” è sempre stato confinato quasi unicamente a quel passatempo da bambini. Locatelli invece ne scopre un uso diverso, trasformando la propria spalla nel mezzo migliore per servire in profondità Kalinic. Tutta l’azione è pregevole: il controllo di coscia ed il pallonetto con cui Musacchio serve Montolivo, il colpo di prima con cui il centrocampista serve André Silva che a sua volta di prima, con il tacco, indirizza il pallone verso Locatelli. Il colpo di genio del giovane centrocampista del Milan non è però capito da Kalinic che prima accenna ad uno scatto, ma poi si ferma quasi immediatamente senza capire le intenzioni del compagno. Forse in Croazia non si giocava “a tedesca”.
Il tacco e il salto di Nainggolan
Nel derby Nainggolan non doveva giocare. Una lesione muscolare subita in Nazionale lo ha tenuto in dubbio fino all’ultimo e recuperare in pieno da un infortunio di quel genere non è mai facile. Come sappiamo alla fine il centrocampista ha giocato, fornendo una grande prestazione: un gol risultato decisivo, quattro dribbling, quattro contrasti e più in generale una sensazione di dominio fisico totale sulla gara. Come esempio vi proponiamo questa giocata in cui dopo essersi allungato la palla con il controllo riesce a servirla di tacco a Dzeko, ma soprattutto - non contento - sullo slancio salta i cartelloni pubblicitari come fossero una confezione di caramelle. Dalla tv non si vede, ma per tornare in campo Nainggolan ha fatto il giro lungo di corsa, rientrando dalla bandierina del calcio d’angolo.