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Condò: "Ecco la mia Figc: Uva, Costacurta e Ancelotti. Insigne (quasi) come Del Piero, ma anche Zola..."

Serie A

Paolo Condò

"Uva, Costacurta, Ancelotti è un terzetto che vedrei davvero bene per aiutare il calcio italiano a costruirsi un futuro. Per la Serie A serve invece un "commissioner" per una ristrutturazione quantomai urgente". Dai problemi del calcio al bello del calcio. "Insigne sulle tracce di Del Piero. Vedremo se diventerà un numero 10 o un'ala da tanti gol"

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E' arrivato il momento di ripartire e mi piace immaginare di farlo con questi nomi. Il calcio ha bisogno di un commissario per ripartire e pensare al futuro, non solo al presente.

La mia Figc: Uva, Costacurta, Ancelotti

Schierando la mia Figc ideale, sono facilmente attaccabile, soprattutto sul nome di Costacurta come direttore tecnico, perché è un amico. Michele Uva è la persona che sta dietro le riforme fatte da Tavecchio ed ha svolto bene il suo lavoro in Federazione. Sono convinto che entrambi potrebbero far bene. In quei ruoli, se vogliamo fare dei nomi, potrei immaginare anche Gianluca Vialli o Paolo Maldini e tutti gli altri nomi che sono usciti in questo ultimo periodo. Se dovessero entrare i nomi di Uva e Costacurta, quello di Ancelotti sarebbe la terza punta naturale di questo schieramento perché ha lavorato già con entrambi. Si conoscono, si stimano e si sono sentiti anche in questi giorni. E’ un terzetto che vedrei davvero bene per aiutare il calcio italiano a costruirsi un futuro.
 

Per le serie A serve un commissioner

In America dicono che nessun tacchino voterebbe mai per il raddoppio del giorno del Ringraziamento. Uso questa metafora per dire che la cura del particolare ha fatto perdere al nostro calcio la capacità di osservalo dall’alto e di vedere quale può essere lo sviluppo per il bene comune dei prossimi 10 anni. Trovo che il peso delle componenti del calcio italiano nella governance della Federazione sia completamente sbagliato e non è utile per nessuno. Nella mia ristrutturazione della serie A, gestita da un commissioner, e non da un presidente, vedo centrale il calo delle squadre a 18, prezioso per aumentare il livello tecnico del nostro campionato. I tacchini sono non solo le squadre che fanno la spola tra serie A e B, ma anche i club che magari adesso stanno vivendo un periodo felice, ma se poi non ti chiami come una delle prime cinque della classifica, fatalmente finiscono…
 

Insigne come Del Piero? A me ricorda Zola...

La dinamica del tiro a giro è pressochè analoga a quella che ha reso famoso Del Piero, però aspetterei ancora un po’, nel senso che la crescita di questo tipo di giocatore oscilla sempre fra il ruolo di grandissimo “passatore” e il ruolo di realizzatore. Del Piero, ad un certo punto della sua carriera optò molto chiaramente per il ruolo di realizzatore e diventò definitivamente un attaccante. Insigne a me ricorda molto Gianfranco Zola che a lungo fu uno splendido “passatore” e diventò un realizzatore solo al termine della sua carriera. Da quando c’è Sarri, Insigne segna e pure tanto, mentre prima nel suo Dna c’era il passaggio che comunque continua ad esserci, perché la grandezza di Mertens e Callejon è data in primo luogo dalla capacità di Insigne di assisterli. Sono curioso di assistere alla sua evoluzione finale, ma è ancora giovane…Vedremo se diventerà un numero 10 che o un numero 11, ossia un’ala sinistra che segna tanti gol.