Torino, Mihajlovic: "Dobbiamo stringere i denti e aspettare"

Serie A
Sinisa Mihajlovic, allenatore del Torino

L’allenatore granata: "Niang sta male, ci serve che i migliori diano il massimo e segnino di più. Ljajic ha giocato una gara sì e una no, la classifica è corta ma dobbiamo aspettare che le cose funzionino. Mercato? Un centravanti va preso"

E’ un momento complicato per il Torino di Sinisa Mihajlovic che non vince in campionato dallo scorso 29 ottobre. L’occasione si presenta nel posticipo contro la Lazio, squadra che fa parte del passato dell’allenatore serbo e che potrebbe segnare una svolta nella stagione dei granata. Alla vigilia della sfida, lo stesso Mihajlovic si è presentato in conferenza stampa per anticipare i temi della sfida e per parlare del momento del gruppo. Queste le sue dichiarazioni: "Io credo che ogni allenatore debba avere la sua idea di gioco e calcio, ma debba adattarsi a uomini, momenti e situazioni - ha iniziato dicendo - a me piace un Toro offensivo, che giochi per vincere e mai per non perdere. Questo penso si sia visto spesso l’anno scorso, quest’anno ci sono giocatori per giocare in modo ancora più offensivo; ma purtroppo dopo la sconfitta con la Juve e i pareggi con Verona e Crotone abbiamo perso sicurezza. Dopo le due sconfitte con Roma e Fiorentina ho deciso di cambiare, per ridare vecchie certezze alla squadra: se gioco con 4 attaccanti, so a cosa vado incontro e mi aspetto che i 4 facciano la differenza".

Sulle condizioni dei singoli

"Purtroppo Niang fino a oggi non l’ha fatto, Belotti ha segnato solo 3 gol, Ljajic ha giocato una gara sì e una no, praticamente. Per cui, se non vinciamo, devo pensare a non perdere: 3 pareggi so che valgono una vittoria e due sconfitte, ma una sconfitta non aiuta mai perché toglie autostima e sicurezze. Per questo ci siamo affidati ai più esperti e a un modulo coperto: Niang poi ha avuto un versamento dietro al ginocchio. Gli dà fastidio quando corre, quando forza non sta bene, e sono già dieci giorni di assenza, purtroppo. La classifica è corta, dobbiamo aspettare, e spero avvenga il prima possibile, che le cose funzionino. Da Belotti a Niang a Ljajic. Abbiamo incontrato squadre importanti e ora abbiamo la Lazio e il Napoli. Ci sono alcuni momenti in stagione in cui bisogna stringere i denti e restare attaccati al gruppo, e altri in cui mettere la freccia: la nostra fase per ora è la prima. È vero che abbiamo pareggiato tante gare, che ci mancano 4-5 punti, ma non sono quelli delle ultime partite. Purtroppo non possiamo andare indietro, ma guardare avanti".

Sull'atteggiamento

"Ci metteremo più convinzione e cattiveria davanti, allora possiamo portare a casa il risultato. Tutti i pareggi non sono uguali, il nostro obiettivo è rimanere attaccati al gruppo europeo. Le pressioni? A me personalmente non cambiano. Fanno parte del mio lavoro e sono le stesse che hanno i giocatori. Anzi, quando non ci sono quasi non mi piace. La Lazio è forte, messa bene in campo, si difende e riparte bene. Hanno tanti uomini di qualità, con tante soluzioni in panchina. Hanno perso due sole partite in campionato, e forse manca loro qualche punto. Ma noi sappiamo a chi andremo incontro e che hanno qualche piccolo difetto. Per fare risultato servirà una grande partita. Abbiamo fatto qualche errore di troppo, ma il campionato è lungo, la classifica corta, e si vedrà partita per partita. Sta a noi tramutare i fischi in applausi".

Sul prossimo calciomercato

Poi, sul mercato: "Un centravanti va preso, di sicuro. In estate si è fatta una scelta: scegliere o un giovane o un giocatore esperto, avendo Belotti in squadra. Sadiq ha dimostrato di non essere ancora adatto a questi livelli. Per cui servirà qualcuno. Niang sta male ma deve dare di più. Mi aspetto anche di più da Boyé e Berenguer. Edera mi piace ma dà meglio a destra. E lì c’è Iago che non tradisce. Qualcosa in più gli attaccanti dovranno dare".