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Milan, Fassone: "Ritiro per riflettere, a Verona umiliazione. I Li portano filosofia diversa"

Serie A

L'ad rossonero è tornato sul momento delicato della squadra, specificando come la decisione del ritiro sia stata condivisa con Gattuso: "Non c'erano le condizioni per festeggiare, sarà un Natale di lavoro". Poi sulla proprietà: "Un mondo diverso da quello a cui siamo abituati. Anche i proverbi..."

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Nel corso di un evento al Mondadori Megastore di Milano, l'ad del Milan Marco Fassone ha parlato del delicato momento rossonero: il pesante KO di Verona ha avuto come effetto immediato l'annullamento della cena di Natale e la decisione di andare in ritiro per preparare la partita contro l'Atalanta: "C'è stato un momento di grande depressione, eravamo convinti di svoltare. Non c'erano le condizioni per festeggiare, quindi insieme a Gattuso abbiamo deciso per il ritiro: questi quattro giorni serviranno per parlarci e capire cosa non va, per capire cosa è il Milan. Domenica è stata un'umiliazione, non deve più accadere. Sarà un Natale strano, di lavoro". Fassone risponde anche sul Voluntary Agreement non accettato dall'UEFA: "Una scelta politica. Il nuovo presidente ritiene che siano le sanzioni la punizione giusta per i club che hanno sbagliato: evidentemente chi ha fatto grandi investimenti come noi non è visto positivamente. Probabilmente arriveranno sanzioni, questo ci lascia l'amaro in bocca, ma questo rifiuto non deve passare come una bocciatura dei nostri piani".

Su Kakà, la proprietà e San Siro

Altro argomento caldo è il possibile ritorno di Kakà come dirigente: "L'ho conosciuto meglio quindici giorni fa, ci iamo scambiati qualche idea sul suo futuro e sul futuro del Milan. Si è preso qualche mese per decidere cosa fare, ci sentiremo nuovamente prima di Natale: tra poco ne sapremo di più. Sarebbe una grande gioia per i tifosi rossoneri". Poi Fassone parla anche della riservatezza del gruppo cinese: "Difficile che Yonghong Li superi la sua riservatezza. Ho chiesto un incontro con David Li, vorrei che spieghino perché sono così restii dall'intervenire e dal farsi vedere fisicamente, spiegando il loro progetto. Ci vuole pazienza, ma hanno una cultura diversa e ogni tanto mi mettono in difficoltà perché devo parlare al posto loro". Chiusura su San Siro: "Siamo in un calcio moderno. San Siro è casa nostra, ma oggi non ci permette di essere competitivi. Quindi serve un piano per esserlo, che sia a San Siro o meno".

E su Donnarumma...

Fassone si è poi detto "rassicurato" sul caso di Gianluigi Donnarumma grazie "al post su Instagram" pubblicato dal portiere giorni fa. Nel mirino della contestazione da parte di una frangia del tifo rossonero, il portiere ha posttao dopo la partita di Coppa Italia contro il Verona: "E’ stata una brutta serata e non me l'aspettavo! Non ho mai detto ne scritto di aver subito violenza morale quando ho firmato il contratto.
Nonostante tutto guardo avanti e testa alla prossima partita... Forza Milan!".