Seconda sconfitta consecutiva per l'Inter. Dopo il ko in casa contro l'Udinese, i nerazzurri hanno perso anche contro il Sassuolo. I tifosi devono essere preoccupati, o guardare con fiducia a una stagione, fino a questo momento comunque positiva
16 partite senza perdere, poi il doppio ko contro Udinese in casa e Sassuolo in trasferta. L’Inter dopo 18 giornate ha 40 punti, 2.22 a partita, numeri niente male considerando il settimo posto finale della scorsa stagione, ma le due sconfitte negli ultimi sette giorni pongono degli interrogativi sul prosieguo della stagione nerazzurra.Dopo il 5-0 al Chievo, che aveva consegnato all’Inter la vetta solitaria della classifica, sono arrivati due 0-0 (Juventus in campionato e Pordenone in Coppa Italia) e due sconfitte con appena un gol all’attivo. Qual è la vera Inter? Proviamo a capire se esistono delle analogie con la scorsa stagione, quando la squadra, che sembrava guarita dopo un disastroso inizio di stagione, entrò nuovamente in crisi in seguito alla vittoria 7-1 contro l’Atalanta a marzo, o con l’Inter 2015/2016 che con Mancini in panchina spense la luce a dicembre dopo una sconfitta interna contro la Lazio, per poi perdere definitivamente la testa della classifica dopo uno 0-1 proprio contro il Sassuolo. Oppure se i tifosi dell’Inter possono ancora guardare con grande fiducia alla squadra di Spalletti, considerando gli ultimi passi falsi come incidenti di percorso legati anche a un fisiologico calo fisico di una rosa non così ampia da poter permettere all’allenatore un turnover sistematico, almeno forse fino al mercato di gennaio.
Preoccupazione
Nonostante l’Inter sia in zona Champions dopo 18 giornate, la sfida contro la Lazio, quinta a 4 punti dai nerazzurri e con una partita in meno, arriva nel momento peggiore della stagione nerazzurra. Ci sono vari motivi di preoccupazione per i tifosi dell’Inter: la partita in Coppa Italia contro il Pordenone ha tolto convinzioni nelle seconde linee nerazzurre, che faticando a trovare continuità di impiego impediscono a Spalletti di far riposare alcuni titolari, senza intaccare la solidità e la continuità della squadra. La partita di Cancelo contro il Sassuolo, la prima da titolare in campionato, fotografa bene questo aspetto: il portoghese ha effettuato il cross che ha portato al rigore ma in precedenza era stato in colpevole ritardo sulla diagonale nell’occasione del gol di Falcinelli. In questi quattro mesi sono mancati inserimenti e reti dei centrocampisti (ne ha segnati 3 Brozovic, 1 a testa Vecino e Borja Valero). Né Brozovic né tantomeno Joao Mario hanno dato certezze nel ruolo fondamentale di trequartista, per il quale la scorsa estate si erano fatti diversi nomi sul mercato, salvo poi non concretizzare nessuna operazione. E’ mancata una valida alternativa offensiva a Icardi. Il solo Eder infatti non garantisce quel numero di reti “alternative” fondamentali nei momenti di appannamento dei titolari. Negli ultimi 360 minuti, nei quali è arrivato solamente un gol, questi problemi sono emersi con prepotenza, evidenziando problemi di brillantezza offensiva dovuti alle crescenti difficoltà della squadra di creare gioco in maniera non troppo prevedibile. E’ vero che anche contro il Sassuolo sono arrivati 48 cross (record per la Serie A 2017-2018), ma la maggior parte di questi non è andato a buon fine. Questo dato dimostra che Il predominio offensivo dell’Inter sulle fasce è ancora potenzialmente l’arma in più dei nerazzurri, ma le squadre avversarie sembrano aver preso le adeguate contromisure. Se poi viene meno il consueto contributo realizzativo di Icardi (per di più con il primo rigore stagionale fallito) può bastare un errore difensivo per tornare a casa senza punti.
Fiducia
La scorsa stagione si era conclusa con un settimo posto condiviso da 4 allenatori (Mancini, De Boer, Vecchi, Pioli, poi ancora Vecchi) con 62 punti e ben 14 sconfitte. Il momento migliore dell’Inter, con Pioli in panchina, era stato da dicembre a marzo con 11 vittorie in 13 partite (i soli ko contro Juve e Roma) arrivate dopo la pesante sconfitta 3-0 contro il Napoli. Il 7-1 all’Atalanta aveva illuso l’ambiente di poter rincorrere addirittura il terzo posto, ma poi la squadra era crollata conquistando appena 8 punti nelle ultime 10 partite stagionali. Pochi innesti mirati, forse anche meno di quelli che sarebbero realmente serviti, e l’ottimo lavoro di Spalletti hanno permesso all’Inter di ritrovare in questi mesi le convinzioni smarrite nelle ultime deludenti stagioni. La squadra ha in parte colmato il gap con le squadre che hanno dominato gli ultimi campionati, almeno negli scontri diretti. I nerazzurri hanno affrontato in trasferta Roma, Napoli e Juve conquistando 1 vittoria e 2 pareggi con un solo gol subito. L’Inter, almeno fino a tre settimane fa, ha mostrato una costante crescita mentale e di gioco, supportata dall’entusiasmo dall’ambiente che ha sempre riempito San Siro. Tutto questo lascia ben sperare nonostante la flessione del mese di dicembre. Proprio come due anni fa, quando l’Inter di Mancini perse da capolista prima di Natale contro la Lazio, concludendo poi la stagione al quarto posto, che oggi varrebbe in ogni caso la qualificazione diretta alla Champions League. Era però un’Inter diversa, che pur conquistando il miglior piazzamento delle ultime sei stagioni, vedeva piano piano perdere la convinzione nel progetto da parte dell’allenatore (Mancini lascerà il club il successivo agosto) e che si apprestava al passaggio di proprietà da Erick Thohir al gruppo Suning, che si sarebbe definitivamente concretizzato nel mese di giugno. Ma questa sembra essere un’altra storia, perché i numeri parlano chiaro: l’Inter ha conquistato 40 punti in 18 partite con 34 gol fatti e 14 subiti, ha effettuato 229 tiri di cui 134 in porta, è prima nella classifica dei cross e dei calci d’angolo, ha il capocannoniere della Serie A (Icardi, 17 reti), e un allenatore che crede in un progetto a lungo termine portato avanti con rinnovato entusiasmo dalla proprietà cinese, che potrebbe regalare a Spalletti qualche rinforzo post natalizio nel mercato di gennaio.Le prossime puntate della stagione, a partire dal Derby di Coppa Italia di mercoledì, ci aiuteranno a capire qual è la vera Inter, e quali sono le reali ambizioni di una squadra che i propri tifosi vorrebbero finalmente rivedere in Champions a sei anni e mezzo di distanza dall’ultima volta.