La sconfitta nel derby, seppur ai supplementari, è la terza consecutiva dopo quelle rimediate in campionato contro Udinese e Sassuolo. La vittoria manca dal 3 dicembre, quando i nerazzurri ebbero la meglio sul Chievo battendolo 5-0 a San Siro. Poi un punto in tre partite, un gol realizzato e cinque subiti tra campionato e coppe
Non per niente era il derby del riscatto: Milan e Inter erano entrambe reduci da periodi negativi, sicuramente sul piano dei risultati, e la vittoria con conseguente accesso alla semifinale di Coppa Italia avrebbe dato nuova linfa alla squadra vincitrice e 'acutizzato' il momento no di quella perdente. E così è stato: se il Milan può sorridere, è l'Inter a dover fare i conti con una chiara flessione avvenuta nel mese di dicembre. Il dato principale è che dopo sedici partite senza sconfitte, i nerazzurri hanno perso tre delle cinque partite giocate in questo mese e non vincono dal rotondo successo per 5-0 contro il Chievo. Dove si nasconde il problema? Calo fisico e assenza di ricambi? Poca brillantezza degli uomini chiave? Problema mentale dopo i tanti complimenti ricevuti in questa prima parte di stagione? Una prima risposta a tutti questi quesiti sta nei numeri, che difficilmente mentono: nelle ultime quattro partite i nerazzurri hanno realizzato soltanto un gol, subendone cinque. Per quello che era (e rimane) il quarto miglior attacco del campionato con 34 reti realizzate, un dato che può allarmare. E pur tenendo imbattuta la porta di Handanovic, anche nel match dell'Allianz Stadium contro la Juventus sono stati più vicini alla sconfitta che alla vittoria.
Questione di minutaggio: mancanza di alternative? E il mercato...
Sintomo di un'evidente flessione dal punto di vista fisico. E sono ancora una volta i numeri a rendere bene l'idea: la media dei minuti giocati fin qui in stagione dall'undici mediamente più utilizzato da Spalletti è di 1.547 minuti, a fronte dei 343,3 minuti delle "riserve". Troppo squilibrio, indice di una mancanza di ricambi che sta incidendo sulle prestazioni degli uomini chiave: gli esterni Perisic e Candreva su tutti, chiamati ad un doppio lavoro sia in fase offensiva che di copertura. E per l'Inter, la squadra che crossa di più in campionato e che produce una mole di gioco sulle fasce non indifferente, la poca lucidità di questi interpreti può essere decisiva. Anche perché, dal punto di vista tattico, manca una trequarti che riesca a produrre e a sopperire quando le occasioni dalle fasce latitano o vengono meno. L'alternativa Joao Mario fin qui non ha convinto, non a caso un nome che comincia a sentirsi con insistenza in ottica mercato è quello di Javier Pastore. Anche se Ausilio, alla vigilia del match di ieri, ha frenato gli entusiasmi: "Pastore? La sua qualità non si discute ma ora è prematuro parlare di qualsiasi cosa. Conosco anche i paletti che abbiamo, che non sono di natura tecnica, e io devo lavorare anche con quelli".
L'aspetto psicologico e le cose positive da cui ripartire
Un aspetto sottolineato più volte da Spalletti nel post-partita è stato quello psicologico: "Abbiamo perso un po’ di fiducia, facciamo le cose con meno coraggio rispetto a quelle che sono le nostre qualità. Sono dati di fatto, bisognerebbe riuscire a dargli l’importanza che meritano. E’ un momento dove, da un punto di vista caratteriale, dobbiamo sterzare". Le due sconfitte, inaspettate, arrivate contro Udinese e Sassuolo hanno probabilmente intaccato le certezze costruite dopo un avvio di campionato forse al di sopra delle aspettative. Spalletti sa che i nerazzurri sono reduci da annate difficili, durante le quali sono stati spesso disattesi obiettivi ritenuti a portata di mano ad inizio stagione e dovrà lavorare affinché questo non accada quest'anno. Il pensiero dell'allenatore sul mercato, espresso dopo la sconfitta nel derby e ripetutamente nelle ultime settimane, è chiaro: "Abbiamo qualità, anche senza acquisti". E qualche nota positiva da chi è stato impiegato meno è arrivata: Cancelo non ha demeritato, l'ossatura della squadra dà comunque garanzie. Sabato la prova del 9 sarà il match contro la Lazio a San Siro: una diretta concorrente per l'Europa, per capire se il malessere persiste o se l'Inter va verso la guarigione.