L'Udinese a Bologna ha raccolto il 5° successo consecutivo in campionato. Nessuno ha fatto così bene a dicembre a parte il City di Guardiola, neanche il Barcellona. Il cambio di modulo e il lavoro sulla testa dei giocatori: ecco come Oddo ha cambiato i friulani
Tra le squadre rivelazioni dell'ultima parte di campionato e che festeggeranno nel migliore dei modi la chiusura del 2017 non può che esserci l'Udinese. I bianconeri a Bologna hanno conquistato la 5^ vittoria consecutiva proiettandosi a quota 27 punti, appena tre in meno rispetto alla Sampdoria, oggi 6^ in classifica e virtualmente in Europa League. Quasi impossibile pensarlo un mese fa, quando Delneri fu esonerato in seguito alla sconfitta interna contro il Cagliari, lasciando la squadra al 14° posto. Da allora il volto dell'Udinese è cambiato completamente e gran merito va dato a Massimo Oddo che ha trasformato i friulani nella testa e nei numeri. Con il nuovo allenatore i bianconeri hanno sempre vinto, fatta eccezione per i ko rimediati contro il Napoli, in campionato prima e in Coppa Italia poi. E se andiamo a considerare il solo campionato nel mese di dicembre scopriamo che nessuno ha fatto meglio di Oddo, neanche Valverde con il suo Barcellona, fermatosi in Liga a 3 vittorie e un pari. L'unico in grado di tenergli testa è stato Pep Guardiola con il Manchester City, implacabile nel vincere tutte e 6 le sfide di Premier giocate nell'ultimo mese dell'anno. Una bella rivincita per l'allenatore che l'anno scorso aveva dovuto affrontare una serie interminabile di difficoltà a Pescara.
Il passaggio al 3-5-2
Tra i primi cambi apportati da Massimo Oddo c'è stato senza dubbio quello del modulo. L'allenatore ha abbandonato il classico 4-4-2 di marca Delneri per riaffidarsi alla difesa a 3, con un centrocampo a 5 più largo e denso, lasciando le due punte in attacco. Mossa che ha giovato il sistema difensivo e ha concesso campo a una linea mediana ricca di talento e qualità. Il reparto arretrato nelle ultime 6 giornate disputate sotto la gestione Oddo ha registrato una media di 0.5 gol subiti, chiudendo con la porta inviolata la metà delle partite. 3 erano stati anche i clean sheet dell'Udinese con Delneri ma su un totale di ben 13 gare, quindi più del doppio. Col precedente allenatore i bianconeri avevano tenuto una media di 1.9 reti incassate a partita. La cura Oddo ha poi dato i suoi benefici anche al sistema offensivo, il cui rendimento era già positivo nei primi turni con una media realizzativa di un gol e mezzo a incontro. I primi segnali si erano visti con l'8-3 rifilato ai danni del Perugia in Coppa Italia tant'è che, con l'ex Pescara in panchina, la media è poi salita a 2.3.
La crescita di Lasagna, il sapiente uso di De Paul
A contribuire alla rinascita dell'Udinese ci hanno pensato poi i calciatori, cresciuti notevolmente sotto la guida del nuovo allenatore. Barak ad esempio, che aveva dato già un assaggio delle sue qualità, ha assunto un ruolo chiave nell'Udinese di Oddo che ne ha saputo sfruttare al meglio le qualità di inserimento e di tecnica di tiro. Il ceco infatti, pagato appena 2.5 milioni allo Sparta Praga, è andato a segno 4 volte nelle ultime 4 partite. Ancora meglio ha fatto il compagno d'attacco Kevin Lasagna che ha fatto 5 nelle ultime 5, mettendo a segno anche la rete decisiva per la vittoria esterna a Bologna. E pensare che nelle prime 11 gare invece era riuscito a punire soltanto Milan e Torino, due gol inutili a fini del risultato. Oddo ha lavorato tanto sulla testa dei suoi e l'ha fatto anche con Rodrigo De Paul che, da titolare inamovibile, ha perso posti nelle gerarchie, partendo dal primo minuto solo due volte nelle ultime sei. L'argentino ex Valencia non si è demoralizzato, anzi. Il suo ingresso in campo è risultato spesso decisivo e letale per gli avversari. Ora l'unico dubbio che rimane all'allenatore è se riproporlo da titolare oppure sfruttarne le qualità a partita in corso.
Cambiare fa bene, con una piccola eccezione...
Quello di Oddo e dell'Udinese non rappresenta un caso unico nell'attuale Serie A. Il cambio di allenatore è stata infatti una scelta oculata e positiva anche per le altre società che hanno deciso di variare gestione tecnica. Lo sa bene il Sassuolo, altro grande protagonista dell'ultimo weekend, che con Iachini ha portato a casa 10 punti nelle ultime 4 giornate; 11 erano stati invece i punti totalizzati in tutte le prime 15 partite sotto la gestione Bucchi. Crescita evidente anche per il Genoa di Ballardini che ha preso la guida del Grifone con la squadra che aveva raccolto solo 3 pari e un successo nelle prime 12 gare con Juric in panchina. Con il ritorno di Ballardini i rossoblù hanno perso solo una volta, grazie in particolare a un solido sistema difensivo. Ha migliorato la media punti anche il Cagliari, passato dallo 0.75 di Rastelli all'1.27 di Lopez, e De Zerbi con il Benevento, che ha trovato i primi risultati positivi dopo che il suo predecessore, Baroni, era rimasto a secco. L'unica eccezione è rappresentata dal Milan di Gattuso. Se non consideriamo il successo in Coppa Italia nel derby, l'attuale allenatore rossonero ha fatto peggio di Montella, battendo solo il Bologna in cinque partite e facendo calare la media punti in Serie A dal 1.42 dell'aeroplanino all'attuale 1.