Fiorentina, Corvino: "Vogliamo la Champions, non serve più vendere. E quella volta che avevo preso Vidal..."
Serie AIl dirigente viola si è raccontato nel corso di una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Nessun rimpianto del passato, la voglia matta di tornare in Champions League, il calciomercato e un curioso aneddoto su Vidal: "Lo avevo praticamente preso, poi saltò tutto. Così un giorno mi arrivò a casa un suo pacco…"
A tutto Pantaleo Corvino. Ricordi del passato, aneddoti di una vita vissuta sempre pensando al calcio. Il Direttore Generale dell’area tecnica della Fiorentina si è raccontato nel corso di una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Parecchi gli argomenti trattati da Corvino, che partendo dalle origini ha parlato degli obiettivi futuri e di un traguardo da raggiungere per la società viola, il ritorno in Champions League. "Nella mia vita le radici sono sempre state importantissime. Non è un caso che mio padre era tifoso della Fiorentina e adesso io mi trovi qui. Da piccolo decisi di tifare Genoa per via dei 9 scudetti vinti dai rossoblu e per questo motivo dissi di no ad un’offerta della Sampdoria di Garrone. Ho avuto una carriera lunghissima e non ho nessun rimpianto. Se mi manca il calcio d'élite? No: aver conquistato quattro qualificazioni in Champions League, aver centrato tre volte la promozione in Serie A su tre tentativi, aver vinto dodici titoli nazionali giovanili e poter contare oltre cinquecento partite da dirigente in Serie A li considero i miei scudetti. Certo, in passato potevo andare alla Roma o alla Juventus, ma lo ripeto, non ho rimpianti. Di sicuro, però, ho dovuto sempre operare in condizioni particolari – ha detto il dirigente viola, che in carriera ha lavorato anche con Casarano, Lecce e Bologna -: il mio investimento più costoso sono stati i 13 milioni spesi per Gilardino, mentre il monte ingaggi più alto che ho potuto gestire ammontava a meno di 40 milioni".
Badelj? Secondo me andrà alla Roma. Vogliamo tornare in Champions
Adesso, però, il nuovo corso di Corvino alla Fiorentina parla di risultati positivi e voglia di guardare in alto. Nessuna necessità di vendere i pezzi pregiati, da Chiesa a Badelj, che però si trova in scadenza di contratto e per il quale le sirene di mercato riecheggiano forti. "Io e il mio ds Carlos Freitas abbiamo un ottimo rapporto Badelj, al quale proporremo il rinnovo del contratto. Se non dovesse accettare e dovesse partire, però – ha detto Corvino -, secondo me andrà alla Roma. Ma noi ormai non abbiamo più alcun bisogno di vendere per forza i nostri pezzi pregiati. Quindi lo stesso discorso vale anche per Chiesa. Già in passato la famiglia Della Valle è stata in grado di dire di no ad esempio alle cessioni di Toni e Mutu, operazioni che sembravano già fatte. Per noi le cose sono cambiate: quando sono tornato avevo trovato in società un rosso di 40 milioni e un monte stipendi di quasi 70. Invece adesso tutti i conti sono a posto ed il monte ingaggi si aggira intorno ingaggi ai 38 milioni. Abbiamo posto le basi per un nuovo ciclo, vogliamo andare oltre i nostri limiti e tornare a lottare per la Champions League".
Quella volta che avevo preso Vidal
E in chiusura Corvino ha ricordato un curioso aneddoto legato ad Arturo Vidal. "Prima che andasse alla Juventus avevo praticamente preso Vidal – ha ricordato Corvino -. Lo feci venire a casa mia alle 7:30 del mattino, con mia moglie nell’altra stanza che preparava il caffè. Poi, però, saltò tutto all’ultimo. Così un giorno rividi l’agente di Vidal che mi disse di avere un pacco del giocatore per me. All’interno c’era una sua maglia del Bayern Monaco con su scritto ‘A quel cog****e di Corvino che non mi ha comprato’. Se ho pensato a ritirarmi? I Della Valle mi dicono sempre che io andrò in pensione con loro. Ma se decidessi di smettere, la prima a saperlo sarebbe mia moglie. Ogni giorno da oltre 40 anni mi porta una tazzina di caffè a letto. Se un giorno mi girerò dall'altra parte per continuare a dormire, vuol dire che non penserò più al calcio. Avrò chiuso".