Saranno Azzurri: Pellegri, Cutrone e Kean, i ragazzi del gol

Serie A

Luca Cassia

Pietro Pellegri, Patrick Cutrone e Moise Kean, un tridente U-21 per la Nazionale dei prossimi anni (Foto Getty)
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In ascesa i baby attaccanti dell'Italia che verrà: affare da 25 milioni di euro al Monaco, Pellegri brucia le tappe come l'ottimo Kean parcheggiato dalla Juventus a Verona. Già in doppia cifra Cutrone, il più esperto del tridente. Intanto il confronto generazionale li premia eccome in Europa

È l’Azzurro il colore dei Millennials più affamati in Europa, chissà che non rappresentino loro l’Italia da ricostruire. I più giovani a realizzare una doppietta nella top 5 continentale sono Pietro Pellegri e Moise Kean, destini diversi eppure predestinati assoluti a partire dalla Serie A. Già, d’altronde il nostro campionato rappresenta il passato dell’ex Genoa trasferitosi al Monaco alla cifra di 25 milioni di euro: si tratta di un record per un minorenne italiano, lui che festeggerà 17 anni a marzo. Casualmente o meno, lo stesso weekend ha celebrato le gesta dell’attaccante dell'Hellas (in prestito dalla Juventus) trascinato alla vittoria a Firenze. Kean diventerà maggiorenne tra un mese, età adulta che piuttosto premia il "vecchio" della compagnia: classe 1998 e doppia cifra in stagione, Patrick Cutrone entusiasma nel Milan targato Gattuso dalla netta inversione di tendenza. Tre attaccanti in erba, sicuramente da attendere e valorizzare, ma le premesse alimentano aspettative nella Nazionale che verrà.

Generazione 2000

Sono 176 i chilometri che separano Marassi dal Louis II di Montecarlo, cinque in meno della distanza con lo Stadium bianconero. È il Principato la nuova casa di Pietro Pellegri, affare da 25 milioni di euro (più altri 5 di bonus) come nessun 16enne italiano era mai stato pagato. Un’asta che ha battuto la concorrenza della Juventus: "Il club ha scommesso su di lui - spiega l’allenatore monegasco Jardim -, è un giocatore per il presente ma soprattutto per il futuro. Nessuna pressione, verrà valutato con calma". In realtà il centravanti classe 1996, senso del gol e potenza pura a rievocare Vieri sebbene di piede destro, è uno abituato a bruciare tappe e record: eguagliato il primato di precocità di Amadei esordendo in A all’età di 15 anni, 9 mesi e 6 giorni nonché il 3° ragazzo più giovane a trovare il gol dopo lo stesso Amadei e Rivera in occasione dell’addio di Totti. La doppietta alla Lazio lo scorso settembre, infine, gli ha permesso di superare il traguardo di Piola a 16 anni e 184 giorni. Quanto basta per salutare la Serie A e il Genoa, squadra del cuore dove lavora papà Marco come team manager. Guadagnerà un milione all’anno: solo il brasiliano Vinicius, pagato 45 milioni dal Real Madrid, lo precede tra i minorenni più cari del pianeta. Non vestirà il bianconero insieme a Kean ovvero il suo partner d’attacco nell’Italia dall’U-15 all’U-17, due Millennials che registrano un anno di differenza ma condividono percorsi e traguardi comuni.

Se Pellegri trova spazio tra gli Azzurrini U-19 con due anni d’anticipo giocando insieme ai ’99, la sua ribalta ha trovato terreno fertile grazie agli eccessi di Kean e Scamacca allontanati dal giro della Nazionale. Classe 2000, nato a Vercelli da genitori ivoriani, Moise Kean richiama Balotelli sia per la prepotenza fisica sia per l’esuberanza fuori dal campo. Bianconero dal 2012 dopo gli inizi al Torino, parcheggiato a Verona dove ha scalzato un veterano come Pazzini: 16 partite e 4 gol, bilancio formidabile per un talento che diventerà maggiorenne tra un mese. Quando segna l’Hellas non perde, ecco perché le speranze dei veneti trovano conforto nelle prestazioni di Kean. Binari paralleli a Pellegri fino all’anno scorso quando lo anticipò per il debutto in A (seguito dal battesimo-record in Champions) oltre alla prima rete il 27 maggio 2017 a Bologna. Un novello Balotelli complice la figura di Mino Raiola, agente che arrivò a scontrarsi con i campioni d’Italia a causa della gestione del suo assistito. Dinamismo e qualità di prim’ordine ad alimentare la doppietta alla Fiorentina, lui che italianissimo dovrà riconquistarsi la fiducia della Nazionale U-19. Intanto il suo exploit al Franchi è andato in scena in occasione del weekend milionario di Pellegri: sarà solo un caso?

Dieci e lode

La generazione 2000 abbraccia un esaltante classe ’98, trattasi di Patrick Cutrone ovvero il capocannoniere stagionale del Milan. Sono 10 le sue reti in tutte le competizioni, doppia cifra tutt’altro che banale nel Milan rivoluzionato dal mercato estivo dove il 20enne comasco occupava il fondo delle gerarchie offensive. Prodotto del vivaio rossonero segnando a grappoli in Primavera (47 centri in tre anni), Cutrone ha il gol nel sangue come ribadito dal battesimo in prima squadra: se ne accorge prima di tutti Montella registrandone le doti in Italia e in Europa, non può che fidarsi Gattuso che ne assiste alle prodezze di Coppa contro Hellas e soprattutto Inter fino all’ultima discussa marcatura in Serie A. Suo il colpo di gomito che sblocca la sfida con la Lazio, rete convalidata a dispetto di arbitro e Var prima del confronto ravvicinato con Simone Inzaghi. Non era la mancanza di fairplay a pesare sulla bilancia, l’ha spiegato lui stesso sui social prima dell’assoluzione del giudice sportivo. Chi ha manifestato perplessità sull’autocontrollo di Cutrone chieda spiegazioni al padre Pasquale, pronto a sgridarlo in caso di maglia levata durante l’esultanza. Il "braccio de Dios" ha beffato tutti ma non è la buona fede a mancare al più esperto del futuro tridente italiano: un gruppo scatenato che segna e diverte, sicuramente l’immagine migliore delle nuove generazioni chiamate a risollevare l’Italia calcistica.

Il trend in Europa

Senza dimenticare Brignola (1999) già in gol a Benevento, coetaneo di Pinamonti oscurato da Icardi, confrontiamo i baby attaccanti d’Europa circoscritti tra gli anni di nascita di Cutrone e Pellegri. Mbappé è l’enfant prodige del calcio francese, 19 anni e 15 gol stagionali nel PSG dei campioni. Tra i ’98 chi è in prestito proprio dai parigini è Edoaurd, centravanti brillante al Celtic a differenza di Karamoh evanescente all’Inter. Pochi minuti per Mahou (1999) del Nizza, l’eccellenza è piuttosto di casa a Lione: il 18enne Maolida ha già segnato in patria e in Europa, sulle sue orme i 2001 Gouiri e Geubbels. Due i nomi di spicco in Germania: Havertz è il jolly del Bayer Leverkusen, una rete e 6 assist in Bundesliga dove si affaccia un millennial come Arp. Classe 2000, un anno in meno di Havertz, viaggia a quota 2 centri in 591’ di campionato per le velleità salvezza dell’Amburgo.

Chi trova spazio in Germania è il prospetto più interessante del calcio inglese ovvero il 17enne Sancho in forza al Borussia Dortmund. L’età è la stessa di Sessegnon, 11 gol con il Fulham ma di scena in Serie B come l’amico Brereton in forza al Nottingham Forest. Prodotto dell’academy dell’Arsenal, il ’99 Nelson fatica invece ad entrare in pianta stabile agli ordini di Wenger. Poche soddisfazioni per la Spagna aggrappata in primis a Ferrán Torres del Valencia, classe 2000 affacciato alla prima squadra. Si parla un gran bene di Abel Ruiz, neo 18enne ancora aggregato alla formazione 'B' del Barcellona. Dalla Masia salutò invece Dani Olmo, esterno nato nel 1998 che oggi convince nella Dinamo Zagabria. Difficile incontrare altri golden boys europei della generazione 2000 già efficaci nei campionati che contano: da tenere d’occhio il ’98 croato Brekalo del Wolfsburg, balcanico come Jovanovic (1999 del Partizan) e Micin (1998 del Cukaricki) a segno in Serbia. Quest’ultimo condivide l’età e il ruolo da ala con il rumeno Coman, talento della nuova Steaua Bucarest. In Olanda si è un po’ perso il norvegese Odegaard, 19enne acquistato tre anni fa dal Real Madrid: oggi cerca stabilità all’Heerenveen. Meglio di lui i classe 1999 Vente (Feyenoord) e soprattutto Justin Kluivert, figlio d’arte e 6 gol stagionali all’Ajax. Insomma, l’attacco italiano del futuro ha poco da invidiare alle potenze europee.