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Serie A, Oddo-Gattuso e quelle pazze storie Mondiali: il barbiere, la lumaca e altre "pirlate"

Serie A

Alfredo Corallo

Rino Gattuso e Massimo Oddo sono grandi amici, compagni al Milan e in Nazionale, campioni del mondo nel 2006 (foto Getty)

Udinese-Milan sarà anche la sfida tra i due allenatori-amici Massimo Oddo e Rino Gattuso, compagni ai tempi delle grandi vittorie rossonere e del Mondiale tedesco e protagonisti di tante storie esilaranti insieme al "socio" Andrea Pirlo. Come quella volta di Ringhio all'antidopoing dopo la semifinale di Dortmund...

L'ORGOGLIO DI BRAIDA: "ODDO PROFESSORE, GATTUSO UNA SORPRESA"

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"Va bene Rino, ti aiuto, ma non chiedermi di farti bello, sono un difensore che sa usare le forbici, non la Madonna di Lourdes...". Gattuso non andava in cerca di miracoli, anzi: ha sempre rivendicato con un certo orgoglio la sua "bruttezza" (ma è veramente così brutto?), e anche alla vigilia della trasferta di Udine non ha mancato di sottolinearlo, con l'auspicio che i suoi ragazzi si rivedano nel suo allenatore, li vuole a sua immagine e somiglianza: "Non siamo tutti Brad Pitt, dobbiamo essere brutti come me e la mia barba". Ai tempi di Berlino sosteneva di avere una "moquette" in faccia, ma a quella avrebbe potuto provvedere da solo; e allora, in uno slancio di vanità - non da Gattuso - "implorò" l'aiuto del compagno Oddo, che stava sempre lì a pettinarsi: "Massimo, ho i ciuffetti fuori posto...".

È d'oro, è d'oro/Massiccio

Sapete già come andò a finire quel film: con Massimo Oddo in versione Brutus "The Barber" Beefcake a sforbiciare la coda di Camoranesi in mezzo all'Olympiadium, colorato di azzurro, d'oro - rigorosamente "massiccio" - e azzurro. Perché se credevamo di averle viste tutte con la testata di Zidane (quella sì da wrestling) ci eravamo sbagliati di Grosso... Quello che combinavano (sul campo) in Germania era soltanto la punta dell'iceberg, e lo scoprimmo solamente quando i muri di quegli spogliatoi cominciarono a parlare... e a raccontare di come sia stato possibile vincere un Mondiale sul filo del rasoio e della leggerezza, che per molti fu il vero segreto di quella impresa. A partire dal comandante di quel casermone, l'attore protagonista di quella commedia all'italiana...

Sapete già come andò a finire quel film: con Massimo Oddo in versione Brutus "The Barber" Beefcake a sforbiciare la coda di Camoranesi in mezzo all'Olympiadium, colorato di azzurro, d'oro - rigorosamente "massiccio" - e azzurro. Perché se pensavano di averle viste tutte con la testata di Zidane (quella sì da wrestling) ci eravamo sbagliati di Grosso... Quello che combinavano (sul campo) in Germania era soltanto la punta dell'iceberg, e lo scoprimmo solamente quando i muri di quegli spogliatoi cominciarono a parlare... e a raccontare di come sia stato possibile vincere un Mondiale sul filo del rasoio... e della leggerezza, che per molti fu il vero segreto di quella impresa, oltre Calciopoli. E se il primo a prendersi gioco di loro fu il comandante di quel casermone, l'attore protagonista di quella commedia all'italiana...
Sapete già come andò a finire quel film: con Massimo Oddo in versione Brutus "The Barber" Beefcake a sforbiciare la coda di Camoranesi in mezzo all'Olympiadium, colorato di azzurro, d'oro - rigorosamente "massiccio" - e azzurro. Perché se pensavano di averle viste tutte con la testata di Zidane (quella sì da wrestling) ci eravamo sbagliati di Grosso... Quello che combinavano (sul campo) in Germania era soltanto la punta dell'iceberg, e lo scoprimmo solamente quando i muri di quegli spogliatoi cominciarono a parlare... e a raccontare di come sia stato possibile vincere un Mondiale sul filo del rasoio... e della leggerezza, che per molti fu il vero segreto di quella impresa, oltre Calciopoli. E se il primo a prendersi gioco di loro fu il comandante di quel casermone, l'attore protagonista di quella commedia all'italiana...
Sapete già come andò a finire quel film: con Massimo Oddo in versione Brutus "The Barber" Beefcake a sforbiciare la coda di Camoranesi in mezzo all'Olympiadium, colorato di azzurro, d'oro - rigorosamente "massiccio" - e azzurro. Perché se pensavano di averle viste tutte con la testata di Zidane (quella sì da wrestling) ci eravamo sbagliati di Grosso... Quello che combinavano (sul campo) in Germania era soltanto la punta dell'iceberg, e lo scoprimmo solamente quando i muri di quegli spogliatoi cominciarono a parlare... e a raccontare di come sia stato possibile vincere un Mondiale sul filo del rasoio... e della leggerezza, che per molti fu il vero segreto di quella impresa, oltre Calciopoli. E se il primo a prendersi gioco di loro fu il comandante di quel casermone, l'attore protagonista di quella commedia all'italiana...
Sapete già come andò a finire quel film: con Massimo Oddo in versione Brutus "The Barber" Beefcake a sforbiciare la coda di Camoranesi in mezzo all'Olympiadium, colorato di azzurro, d'oro - rigorosamente "massiccio" - e azzurro. Perché se pensavano di averle viste tutte con la testata di Zidane (quella sì da wrestling) ci eravamo sbagliati di Grosso... Quello che combinavano (sul campo) in Germania era soltanto la punta dell'iceberg, e lo scoprimmo solamente quando i muri di quegli spogliatoi cominciarono a parlare... e a raccontare di come sia stato possibile vincere un Mondiale sul filo del rasoio... e della leggerezza, che per molti fu il vero segreto di quella impresa, oltre Calciopoli. E se il primo a prendersi gioco di loro fu il comandante di quel casermone, l'attore protagonista di quella commedia all'italiana...

Massimo, sei pronto? 

Così Marcello "Paul Newman" Lippi, prima di Italia-Ucraina: "Allora Massimo, te la senti? Ti senti pronto?". S'era "già" ai quarti di finale e Oddo non aveva ancora assaggiato l'erba, scalpitava. "Certamente mister, sono prontissimo". "Bene, allora ti aspetto nello stanzino del barbiere così mi puoi dare una sistemata ai capelli". Avrebbe voluto strozzarlo, ma non lo strozzò ("il vaffa non gliel’ho detto, ma sì, l’ho pensato"): e quella sera Oddo fece il suo debutto, la mezzora che lo consegnerà alla storia, anche lui potrà dire di aver giocato quel Mondiale, non era andato lì soltanto a fare il coiffeur e a stappare birre... Ma quante ne stappò! Per fortuna all'antidoping ci andava Gattuso...

Lumaca: tu m'hai provocato...

L'Avvocato - perché Oddo è laureato in Legge - e Ringhio, che oggi si ritrovano al Friuli da avversari, da allenatori di Udinese e Milan, loro che hanno fermato insieme Cristiano Ronaldo e Rooney nella semifinale di San Siro contro il Manchester United, quella epica, sotto la pioggia, dei gol di Kaka, Seedorf e dell'altro campione del mondo Gilardino, la partita perfetta, giocata a velocità supersonica. Eppure, Gattuso. "Il giorno prima di Milan-Manchester United c'era molta tensione. C'era una lumaca per terra e dicevano che non avessi il coraggio di mangiarla. Scommettiamo? Mettiamoci 500 euro a testa e diamo i soldi ai quattro preparatori atletici. Ho preso la lumaca, l'ho mangiata e ho dato 1500 euro ai preparatori". 

Passo felpato

Durante il Mondiale niente lumache, Rino non usciva mai dagli hotel. Dall'autobiografia "Una vita da terzino" di Gianluca Zambrotta: "Faceva andare la famiglia da lui. E indossò per tutto il ritiro e la durata dei Mondiali la stessa felpa a maniche lunghe. Più volte, mi venne il dubbio che non l'avesse mai lavata, ma non ebbi mai il coraggio di chiederglielo...".

La collezione di schiaffi

Come quella sera che Gattuso rinunciò alla sua libera uscita, raccontata da Pirlo nel suo di libro ("Penso quindi gioco" scritto a quattro mani con Alessandro Alciato). "Dopo la qualificazione per il Mondiale, Lippi ci ha concesso una serata libera. Andammo a cena a Firenze tutti insieme, Gattuso no, è rimasto in ritiro. Quando siamo tornati eravamo abbastanza ubriachi, anzi molto ubriachi, non avevamo sonno, dovevamo trovare qualcosa da fare per passare il tempo e l'idea è stata: «Andiamo a rompere i coglioni a Rino». Mentre salivamo le scale per raggiungerlo in stanza, De Rossi ha preso un estintore: «Vado a spegne Gattuso». Abbiamo bussato, lui ha aperto con gli occhi stropicciati e Daniele gli ha scaricato addosso tutto quello che c'era là dentro ed è scappato in camera lasciandomi in balia di quel mostro in mutande e pieno di schiuma che gridava concetti sconnessi. Ho tentato di scappare, ma ero spacciato in partenza. Quando alle tue spalle c'è Gattuso che ti vuol fare male puoi correre finché vuoi, ma alla fine ti prenderà. De Rossi, con la serratura ben chiusa faceva lo spiritoso: «Che sono questi rumori? Li ho già sentiti nei film di Bud Spencer e Terence Hill...». Era Rino che mi stava facendo vedere la sua collezione di schiaffi".

Scemo & PiùScemo

Ma niente a che vedere con quello di cui furono capaci dopo la semifinale di Dortmund. Con Pirlo "faccia d'angelo" che qualche minuto prima aveva regalato a Grosso il no-look del secolo, e pochi minuti dopo i supplementari era già tornato un "diavolo" ("lo vedi con quella faccia da santo, ma è il peggiore di tutti" Gattuso dixit) a fare "psss psss" al povero Rino sorteggiato per l'antidoping e in preda a una crisi di nervi per una vescica capricciosa. Pirlo e il compare Oddo, naturalmente: "Scemo & PiùScemo". È la "parabola" delle lattine di birra, chiara, leggermente amarognola, fermentata 2 ore e mezza; quella del "Terrone costituisciti", del lato b della ministra... Quelle storie, insomma, che conosciamo tutti a memoria e che non ci stancheremo mai di ricordare. 

Ultimo giro (di bevute)

Come non possiamo non ricordare la folla corsa di Oddo nel 2011 per festeggiare l'ultimo scudetto rossonero, all'Olimpico, un giro di campo - e di bevute - completo, che se ci fosse riuscito in meno di un minuto il Milan - Adriano Galliani - gli avrebbe rinnovato il contratto. Disse che ci impiegò 58 secondi, in realtà andò oltre il minuto e finì tutto a tarallucci e... champagne. 

Oddo-Gattuso reloaded

Nel 2016, cinque anni dopo lo scudetto e a dieci esatti dal Mondiale, Oddo e Gattuso - che hanno frequentato insieme il Supercorso di Coverciano - hanno portato rispettivamente il Pescara in Serie A e il Pisa in B, a distanza di tre giorni l'uno dall'altro. "Non mi sarei mai aspettato Oddo allenatore - fu la risposta di Gattuso ai complimenti del vecchio compagno di battaglie - si allenava sempre con il freno tirato. Però, attualmente - dichiarò Ringhio ai nostri microfoni – tra le nuove leve è il più bravo. È un ragazzo che ha studiato e si è laureato. Si merita tutto questo". Il 21 novembre Oddo diventa il nuovo tecnico dell'Udinese, nemmeno una settimana più tardi è il turno di Gattuso sulla panchina del Milan. 

Give me five

Oggi la loro prima sfida da allenatori, nemici per un pomeriggio: "Da quando ha preso il Milan, Rino non l'ho più sentito - ha confessato Oddo alla vigilia - è troppo concentrato sulla squadra. E' un compagno con cui ho condiviso gioie indescrivibili, irripetibili. Ho sempre avuto un grande rapporto con lui e sono contento di quello che sta facendo: è arrivato in alto perché conosceva i suoi limiti. Questo è sinonimo di grande intelligenza. Sarò molto contento di abbracciarlo". E Rino? "Con Massimo abbiamo condiviso tantissimi momenti. E' una persona intelligente e divertente e lo dimostrano anche i suoi successi fuori dal campo. Vivevamo l'avvicinamento alle gare in maniera diversa, scherzava sempre, mi spiace se ogni tanto s'è preso qualche cinquina...".