L'enfant prodige francese bagna il suo debutto da titolare con una prestazione eccellente, condita dallo splendido gol del 2-1 che regala la vittoria all'Inter dopo oltre due mesi di digiuno. Può essere lui l'arma offensiva in più per Spalletti nelle fase finale della stagione?
Finora lo avevamo ammirato per soli 58 minuti, in sprazzi di quattro partite, più una settantina di minuti scarsi in Coppa Italia contro il Pordenone. Oggi, alla prima da titolare in Serie A, Yann Karamoh ha già lasciato il segno. Lo ha fatto con un gol bellissimo che mette in risalto a pieno le sue qualità e che il pubblico di San Siro non aveva praticamente mai potuto apprezzare nelle prime 23 giornate. È stata anche la vittoria di Spalletti che ha avuto il coraggio di rischiarlo, mettendo in panchina un titolarissimo come Candreva, più ombre che luci nelle ultime settimane. Karamoh ha saputo sfruttare fin dall'inizio la sua chance, avviando l'azione che ha portato il primo vantaggio di Eder dopo meno di due minuti e poi decidendo personalmente la sfida, dopo una serie di scambi e slalom tra i difensori rossoblù, con un mancino violento e a effetto che si è infilato nell'angolo e ha regalato i tre punti all'Inter. Una vittoria che mancava addirittura dal 3 dicembre (5-0 al Chievo), a causa soprattutto di un attacco diventato prevedibile e in calo di condizione, a cui mancava un'alternativa in grado di diventare imprevedibilità. Mancava, appunto, un giocatore proprio come Karamoh capace di scardinare, con giocate individuali, le difese avversarie. Velocità in progressione al netto dei 185 cm, spunti tecnici, duttilità in tutti i ruoli offensivi e abilità nel saper calciare con entrambi i piedi: doti difficili da mettere in mostra a 19 anni davanti a 50 mila persone. La precocità del resto è stata sempre una caratteristica del giovane francese di origini ivoriane. Dopo la trafila nelle giovanili del Racing Club de France e nel Caen infatti, aveva firmato il suo primo contratto da professionista a soli 17 anni, facendo il suo debutto in Ligue 1 al primo turno della scorsa stagione. Alla seconda giornata si era già impossessato della maglia da titolare e dopo 315 minuti nella massima serie aveva trovato anche il primo gol, inutile ai fini del risultato con il Caen sconfitto 2-1 ad Angers.
La squadra rossoblù non aveva saputo più fare a meno di lui. Velocità, dribbling e sacrificio sulla fascia, oltre a una personalità difficile da rintracciare nei suoi coetanei. Caratteristiche che avevano permesso al Caen alla fine di conquistare la salvezza, con Karamoh parte attiva in 9 dei 36 gol messi a segno dall'intera squadra, vale a dire il 25%, frutto di 5 reti e 4 assist. Un rendimento fuori dall'ordinario per un ragazzo di soli 18 anni, chiamato nonostante la giovane età a caricarsi sulle spalle la squadra. Alla 16^ giornata contro il Dijon aveva fatto l'en plein, siglando un gol e fornendo un assist vincente. Il più piccolo, negli ultimi 10 anni del campionato francese, a riuscire a compiere questa piccola impresa. Non contento, si era ripetuto allo stesso modo la settimana dopo contro il Metz, contribuendo alla vittoria per 3-0. Aveva chiuso la stagione con 35 presenze, divenendo l'under 20 più utilizzato nei maggiori campionati europei. 2185 minuti che hanno colpito l'occhio di Walter Sabatini, un direttore sportivo che ai giovani ha sempre dato grande attenzione, con risultati non sempre perfetti. Il ds si è convinto a portarlo in nerazzurro, sperando in risultati migliori rispetto a quelli che aveva dato ai cugini del Milan, un altro 'enfant prodige' acquistato dal Caen, M'baye Niang. Adesso, a quasi cinque mesi e mezzo di distanza dal suo arrivo, il classe '98 francese ha potuto dare lampi del suo talento anche in un campionato certamente più complicato della Ligue 1. A Milano Karamoh ha avuto bisogno di tempo per ambientarsi, ma si è subito adattato alla cucina italiana: gli piace infatti tantissimo la pasta, oltre ad uscire pazzo per l'avocado. È fidanzato, vive con la famiglia e come molti altri ragazzi della sua età passa il tempo libero a giocare alla playstation e a seguire in tv l'altra sua grande passione, l'NBA. L'Inter gongola perché Spalletti potrebbe aver trovato una piccola soluzione ai problemi che hanno contraddistinto gli ultimi due mesi nerazzurri. Nel frattempo ha regalato tre punti e di questi tempi non c'è medicina migliore.
Karamoh: "Ho bisogno di giocare"
Primo post partita da protagonista per il giovane francese. E, davanti ai microfoni, non ha cercato dribbling ma ha risposto con schiettezza a tutte le domande: "E' il gol più importante della mia carriera, perché è il mio primo gol in Italia. E' arrivato in un momento molto importante per la squadra, ma anche per me perché era parecchio tempo che non giocavo. Ho bisogno di giocare, un po’ come tutti i calciatori al mondo. È importante per me ma, poi, è chiaramente l’allenatore a scegliere. Cosa mi ha detto Spalletti prima di entrare in campo? Di usare la mia velocità, che sarebbe stata utile, di giocare bene il pallone e con i compagni, che è la cosa più importante. È stata una mezza sorpresa la maglia da titolare".
Karamoh dimostra maturità anche quando deve commentare i fischi al compagno di squadra Brozovic: "È incredibile. È vero che per lui può essere una situazione complicata, per una dinamica un po’ strana che si è venuta a creare. Dopo le prime partite di dicembre non abbiamo più vinto e la situazione si è fatta difficile anche per lui. Non dobbiamo cercare scuse, ma non dipende dal pubblico se facciamo bene o facciamo male, dobbiamo dare il massimo".