Il capitano rossonero ha parlato a Radio 105 del momento della squadra, con parole piene di ammirazione nei confronti dell'attuale allenatore. Il numero 19 ha anche ripercorso la scelta di trasferirsi a Milano dopo le sette stagioni alla Juventus: "Fare un passo indietro era difficile ma il Milan mi ha convinto subito col progetto e con l'entusiasmo"
Un gol annullato contro la Sampdoria che non scalfisce l'entusiasmo. Perché quando ritrovi il sorriso è tutto più bello, quando giochi nel Milan e continui la risalita, la voglia di vincere è un must. Per uno come Leonardo Bonucci, poi, la vittoria è tutto. Intervenuto a Radio 105, il capitano rossonero ha parlato del suo mondo milanese e milanista: Il gol annullato? Sapevo di essere in fuorigioco, ma mi capita talmente poche volte di segnare che ho esultato. Finalmente ci siamo, siamo tornati a vincere e abbiamo creato un gruppo: gran merito va dato al mister, che dal primo giorno ha saputo creare entusiasmo".
Gattuso e la grinta
Parole al miele per Gennaro Gattuso, l'allenatore rossonero che ha dato al Milan un'anima, un'identità, per la risalita dopo un avvio complicato: "Sul campo è il primo ad allenarsi, la carica e la passione che mette è impressionante: non penso di averla mai vista in nessun altro allenatore”.
"La sconfitta è una cosa che non voglio conoscere"
"Nei momenti di crisi bisogna aiutarsi uno con l'altro. Ci abbiamo messo un po' di tempo a conoscerci tutti. In questo senso è stato fondamentale Gattuso. Lui ci ha dato autostima e sicurezze. Avere fiducia nel gruppo e nei singoli ti dà la spinta a fare bene sempre. Nella testa devi avere un pensiero fisso secondo me: scendere in campo per vincere sempre, mai per perdere. La sconfitta è una cosa che non voglio conoscere".
La passione per la musica
"Ho una playlist che ascolto prima del riscaldamento, per ultima lascio “Faded” di Alan Walker: lì scatta il clic per la battaglia. Poi cerco di entrare per primo nel riscaldamento per godermi il momento prima della gara, carica tanto, così come gli insulti negli stadi avversari: sono particolare in questo, ma è vero. Ho realizzato il mio sogno? Devi sempre seguire i sogni che avevi da bambino. Piano B se non fossi diventato calciatore? Non ne ho mai avuti, per me da ragazzo esistevano solo studio e calcio: il sabato sera gli altri andavano a ballare, mentre io ero sempre lì sul pezzo a pensare al mio futuro. Ero un sognatore e sono riuscito a realizzare il mio sogno".
La testa, l'Europa e l'idolo
"La testa influisce tantissimo sulle prestazioni. Devi essere sempre concentrato e tenere la mente libera. E' la parte più importante nel nostro mestiere. I miei figli calciatori? Se è quello che vorranno io li accompagnerò, ma sarò il più neutrale possibile. Dove possiamo arrivare? Non c'è mai nulla di scontato. Pensiamo prima a giovedì e poi al futuro. Adesso c'è anche l'Europa League e possiamo arrivare in fondo ad ogni competizione. Ci attende un periodo difficile, ma dobbiamo puntare ad arrivare ad ottenere sempre il massimo. Messi o Cristiano Ronaldo? Se sono in giornata tu puoi essere al 110% ma non li fermi mai. Sono i più forti al mondo per me è stato un piacere affrontarli, ma sono davvero tosti da affrontare. L'idolo? Alessandro Nesta, esempio di eleganza e personalità".