Maldini fa un salto nel passato e ricorda alcuni tra gli avversari più forti affrontati in carriera: "Ronaldo mi è rimasto veramente impresso: l'ho odiato perché era veramente fortissimo, ma allo stesso tempo l'ho amato perché era l'essenza del calcio. Maradona? Quando giocava a San Siro il nostro riscaldamento si fermava perché restavamo incantati di fronte al suo allenamento"
Il mondo dello sport è costellato di star e bomber di talento, ma sono in pochi a potersi davvero fregiare del titolo di "icona" e a restare nel cuore dei tifosi anche una volta appese le scarpe al chiodo. Paolo Maldini fa parte di quel numero ristretto di sportivi che, grazie a una lunga carriera colma di successi e a una personalità carismatica, sono diventati il simbolo stesso della pura passione per il calcio, nonché perfetta incarnazione dei valori più alti e positivi dello sport. Maldini ha attraversato generazioni di tifosi e di calciatori, diventando un punto di riferimento per entrambi. In campo ha affrontato alcuni dei più grandi calciatori della storia, come Diego Armando Maradona e il "fenomeno" Ronaldo. Proprio su loro due si è soffermato in un'intervista: "Nella mia carriera ho incontrato sicuramente tanti grandissimi avversari, ma uno che mi è rimasto veramente impresso è Ronaldo: un giocatore che ho odiato perché era veramente fortissimo, ma allo stesso tempo l'ho amato perché era l'essenza del calcio. Ronaldo era veloce, tecnico e anche simpatico. E' uno dei cinque più grandi calciatori di sempre". Oltre a Ronaldo, Maldini ha avuto l'onore di giocare anche contro Maradona. Non solo, ha avuto anche il piacere di assistere a uno dei suoi celebri allenamenti da giocoliere: "Probabilmente il giocatore più forte contro cui abbia mai giocato, oltre a Ronaldo, è sicuramente Maradona. Diego è uno dei più forti calciatori di sempre. La particolarità è che quando giocava a San Siro, Napoli e Milan dovevano dividere una palestra molto piccola. Quando Maradona arrivava all'interno di questa palestra, il nostro riscaldamento si fermava, perché Diego prendeva il pallone e faceva dei numeri pazzeschi, non riuscivamo proprio a concludere la nostra preparazione pre-partita".