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Serie A

Federico Aquè ed Emanuele Atturo

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Guardiola e la Juventus devono reagire dopo le delusioni di Champions, Roma e Lazio arrivano al derby con umori opposti, Inter e Milan provano a ribaltare le tradizioni negative contro Atalanta e Napoli: le sfide da non perdere di questo fine settimana.

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Guardiola prova a rialzarsi contro il Tottenham

Aprile ha dato finora solo dispiaceri a Pep Guardiola, eliminato dal Liverpool in Champions League e sconfitto nel derby dal Manchester United dopo aver sprecato un vantaggio di due gol. Al City restano 13 punti da gestire a 6 giornate dalla fine: anche se il campionato non è in discussione, Pep Guardiola non si può permettere un’altra sconfitta dopo le tre consecutive maturate in una settimana. Il Tottenham, però, è tutt’altro che un avversario morbido. In Premier League non perde da 14 partite, ha vinto le ultime sei di fila e negli ultimi due anni ha battuto il City nelle sfide in casa.

Gli incroci tra Pochettino e Guardiola sono tra i più interessanti che può offrire la Premier dal punto di vista tattico. Entrambi gli allenatori amano un calcio offensivo e puntano a recuperare presto la palla, tramite collaudati sistemi di pressing e di riaggressione. All’andata una delle chiavi del dominio del City, che vinse 4-1 con una delle migliori prestazioni dell’anno, fu proprio la diversa efficacia dei meccanismi di pressione. Il City aveva dominato ogni aspetto, riuscendo a trovare il modo di costruire l’azione dal basso in modo pulito anche sotto pressione, impedendo agli “Spurs” di fare altrettanto e colpendo in ripartenza quando il campo si era aperto, grazie a un De Bruyne in forma strepitosa.

L’attuale momento di forma della squadra di Guardiola è comunque lontano dai picchi di brillantezza toccati all’andata. La doppia sfida contro il Liverpool ha mostrato un City meno sicuro in possesso e più vulnerabile al pressing, e quindi più facilmente esposto alle ripartenze avversarie, il grande punto debole del suo sistema. Anche in un periodo difficile, il City non ha però perso l’abitudine a dominare fasi prolungate della partita, come ad esempio i primi tempi contro lo United e nella sfida di ritorno con il Liverpool.

Contro i “Reds” Guardiola aveva creato i presupposti per la rimonta ripulendo la fase di costruzione e migliorando il pressing a palla persa, impedendo così al tridente offensivo del Liverpool di ripartire in campo aperto. Le possibilità di rimonta sono poi crollate quando nel secondo tempo Guardiola ha osato ancora di più, alzando Walker per attaccare con più equilibrio sui due lati del campo e abbassando definitivamente Fernandinho in difesa. Il Liverpool ne aveva quindi approfittato subito chiudendo la qualificazione con Salah in contropiede.

Contro il Tottenham, Guardiola non avrà il bisogno di sbilanciarsi per rimontare ed è quindi probabile che il City giocherà con maggiore equilibrio rispetto alla sfida con il Liverpool di qualche giorno fa. Non sarà facile per gli “Spurs” imporre il proprio piano al City, ma il periodo nero di tre sconfitte consecutive ha dimostrato che in questo momento, anche quando sembra in controllo, la squadra di Guardiola concede l’opportunità di rientrare in partita e ribaltarne l’inerzia. Il Tottenham dovrà approfittarne se vuole consolidare il ruolo di terza forza del campionato inglese e ambire a raggiungere il Manchester United al secondo posto.

In che modo Gattuso affronterà il Napoli?

Negli ultimi anni il Napoli ha rappresentato un ostacolo praticamente insuperabile per il Milan. I rossoneri hanno vinto solo uno degli ultimi 13 scontri diretti: un 2-0 nel 2014 con i gol di Ménez e Bonaventura. Da quando sulla panchina azzurra siede Maurizio Sarri, poi, il bilancio è di quattro sconfitte e un pareggio.

Oltre la qualità dei giocatori e il sistema iper-organizzato, il Milan ha sofferto la maturità con cui il Napoli è stato in grado di adattarsi ai mutevoli contesti tattici delle sfide. Con Vincenzo Montella, i rossoneri hanno affrontato il Napoli in maniera ambiziosa, togliendogli il controllo del pallone, un principio cardine del gioco napoletano, e provando a soffocare il suo palleggio all’incirca all’altezza del centrocampo, accettando il rischio di tenere la linea difensiva alta per non allungare la squadra e prestare il fianco alla manovra tra le linee napoletana.

Nelle ultime due partite il Milan ha tenuto la palla più del Napoli e ha provato a difendersi lontano dalla propria area, ma i buoni propositi si sono scontrati con la realtà e i rossoneri alla fine sono sempre stati sconfitti. La squadra di Sarri, infatti, ha semplicemente adattato i propri attacchi accettando di manovrare in maniera più diretta e verticale per colpire in ripartenza o tramite azioni veloci che, pur iniziando da dietro, miravano subito allo spazio dietro la linea difensiva del Milan. Il gol di Insigne nella gara d’andata, finita 2-1 per il Napoli, nasce ad esempio da un filtrante di Albiol per Mertens, cui segue il lancio immediato di Jorginho per il taglio di Insigne, che era scattato alle spalle della difesa milanista.

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Albiol taglia il Milan trovando Mertens dietro il centrocampo rossonero

Il Milan prova a difendersi a centrocampo, ma concede la linea di passaggio da Albiol a Mertens. Una volta trovata la ricezione tra le linee, per il Napoli è facile attaccare lo spazio dietro la difesa rossonera.

Con Gattuso, il Milan ha trovato maggiore solidità difendendo più basso e migliorando la copertura degli spazi. È quindi probabile che, in vista della prossima sfida alla squadra di Sarri, i rossoneri abbandoneranno i piani ambiziosi di Montella per coprire meglio gli spazi tra difesa e centrocampo e non concedere profondità agli attacchi del Napoli. Mancheranno sia Bonucci che Romagnoli e per Gattuso, che aveva costruito la difesa attorno a loro due, è un bel problema. Non solo dal punto di vista difensivo, ma anche delle soluzioni che il Milan perde quando costruisce l’azione. Musacchio e Zapata non garantiscono né la stessa affidabilità né la stessa qualità in impostazione.

La fiammella della qualificazione in Champions League sta per spegnersi, e il Milan non può perdere altri punti per non compromettere definitivamente le speranze di raggiungere il quarto posto. Anzi, con una sconfitta rischierebbe di essere superato anche dalla Fiorentina. Per il Napoli le pressioni sono simili: anche se il suo obiettivo è più a portata di mano, non può permettersi di allungare il margine di quattro punti che lo separa dalla Juventus a una settimana dallo scontro diretto.

Spalletti è costretto a cambiare contro l'Atalanta

Da quando è stato abbassato a centrocampo per distribuire il gioco ricevendo la palla dai difensori, il rendimento di Marcelo Brozovic si è decisamente alzato. Luciano Spalletti lo ha schierato per la prima volta nel nuovo ruolo contro il Napoli e da allora Brozovic è tra i migliori giocatori del campionato non solo per i passaggi completati, ma anche per i contrasti riusciti: un dettaglio non trascurabile, considerate le attitudini offensive del croato.

In una squadra che ha spesso preferito arrivare subito ai suoi esterni senza passare da fasi di consolidamento del possesso, la sensibilità per il gioco lungo di Brozovic, la sua capacità di essere lucido anche sotto pressione e di rompere le linee avanzando palla al piede si sono incastrate alla perfezione con la verticalità della manovra interista, dandole però maggiore qualità. Non c’è esempio migliore, forse, dell’assist perfetto per Perisic contro il Verona, un lancio calcolato al centimetro sul taglio del compagno.

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La costruzione dell'Inter con Brozovic in campo

Com’è cambiata la costruzione dell’Inter con Brozovic regista: il croato si smarca per ricevere da Skriniar e si occupa di far avanzare la manovra.

Brozovic mancherà per squalifica contro l’Atalanta, e Spalletti non ha a disposizione nemmeno Vecino, che sembrava il candidato più probabile per sostituire il croato. A centrocampo dovrebbe quindi essere schierato Borja Valero, una mossa che impatta sul modo con cui l'Inter esce dalla difesa e avanza lungo il campo. Lo spagnolo è meno portato al gioco lungo rispetto a Brozovic e dà il meglio di sé quando ha compagni vicini con cui associarsi e far valere non solo le sue qualità in palleggio, ma anche nella creazione di una linea di passaggio pulita subito dopo aver passato il pallone. Potrebbe creare buone connessioni con Rafinha, che dovrebbe tornare in squadra da trequartista dopo aver lasciato il posto proprio a Borja Valero contro il Torino.

L’altro dubbio riguarda le condizioni di Candreva, che potrebbe essere sostituito da Karamoh o Éder, oppure da Cancelo, alzato sulla trequarti con l’inserimento in difesa di Santon. Sarebbe un ulteriore stravolgimento degli equilibri offensivi raggiunti dall’Inter nell’ultimo periodo. Oltre all’abbassamento di Brozovic, a dare maggiore qualità al possesso ci ha pensato infatti la crescita di Cancelo, che partendo da terzino e accompagnando sempre l’azione, sulla fascia destra è un costante riferimento per i compagni. Partendo in posizione più avanzata, con i suoi isolamenti potrebbe contribuire a battere le marcature a uomo dell’Atalanta, ma forse avrebbe meno occasioni per rendere più fluida la manovra sulla destra, ricevendo basso e fornendo nuove linee di passaggio avanzando sul campo.

Roma e Lazio sono impegnate nel derby, e per l’Inter è la giornata ideale per recuperare i punti persi nelle ultime due gare e superare almeno una delle dirette concorrenti per un posto in Champions League. I nerazzurri hanno comunque davanti a loro una trasferta molto complicata a Bergamo: Spalletti dovrà toccare gli equilibri della sua squadra senza stravolgerli per rientrare in zona Champions.

Il derby che rischia di azzerare i sentimenti della città

Roma e Lazio sono due squadre febbricitanti, anche se per motivi opposti. La Roma viene dalla più grande impresa europea della sua storia sportiva; la Lazio da una delle più grandi delusioni recenti, con un’eliminazione in un’Europa League che sembrava davvero alla portata. La Roma ha fatto festa negli spogliatoi e nei giorni successivi è dovuta scendere a patti col successo e le attenzioni di mezzo mondo (sui social in questa settimana la Roma è stato il club che ha totalizzato il maggior numero di interazioni). La Lazio si è dovuta leccare le ferite, cercando di assorbire l’amarezza dei suoi tifosi. Sia Di Francesco che Simone Inzaghi si sono affrettati a rimettere la testa al derby all’inizio delle loro conferenze stampa: «Domenica abbiamo subito una grande chance per rialzarci e ripartire: il derby» ha detto Inzaghi, per ricaricare subito la Lazio; «Domenica c’è il derby» è stata invece la prima frase di Di Francesco ai microfoni dopo la vittoria contro il Barcellona.

Sia Roma che Lazio, comunque, hanno speso un’enorme quantità di energie nervose e la prima domanda che quindi dobbiamo farci su questo derby è: come reagiranno le due squadre? Una questione che se ne porta dietro una persino più profonda e generale sul calcio, dalla risposta tutt’altro che scontata: si recupera meglio da una grande vittoria o da una grande sconfitta?

Verrebbe facile considerare i giallorossi la squadra più in salute fra le due, ma non bisogna neanche dimenticare che la Roma veniva da un periodo di forma piuttosto negativo e domenica scorsa - anche se sembra già un’era calcistica fa - era stata agganciata in classifica dalla Lazio, che sembrava avere delle armi in più dopo i 6 gol al Benevento e i 4 al Salisburgo.

Se il derby, come si dice, è sempre una partita impronosticabile, l’intensità del momento da cui vengono le due squadre la rende ancor meno prevedibile. Peserà più la sete di riscatto della Lazio, che ha ormai l’ingresso in Europa come ultimo obiettivo stagionale, oppure l’euforia della Roma? È difficile capire cosa aspettarsi, ma probabilmente saranno fondamentali i primi minuti della partita, dove le due onde emotive si scontreranno per stabilire la temperatura della sfida.

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Felipe Anderson in ginocchio

Felipe Anderson in lacrime dopo la sconfitta contro il Salisburgo.

La Roma attaccherà subito in alto la Lazio, cercando di affogarne l’azione come fatto contro il Barcellona? La squadra di Inzaghi cercherà di chiudere il centro per poi ripartire in transizione? Insomma, Roma e Lazio asseconderanno le proprie identità oppure ci dobbiamo aspettare qualcosa di completamente diverso?

Oltre all’aspetto emotivo c’è anche la dimensione tattica a rendere interessante questo derby. La Roma potrebbe confermare il 3-4-3 con cui ha compiuto la rimonta con il Barcellona, anche perché si tratta di un modulo che ben si incastra con le caratteristiche della Lazio. A quel punto Schick potrebbe ancora essere preferito a Under accanto a Dzeko, assicurando una soluzione diretta verticale in più.

Sarà anche, come sempre, una sfida tra giocatori dallo stile profondamente diverso: la completezza tecnica di Dzeko contro la tensione verticale di Immobile; il dominio fisico di Milinkovic-Savic contro quello di Nainggolan; la difesa attenta e cerebrale di de Vrij contro quella fisica ed esuberante di Manolas.

Il derby è una partita crudele, che pochi giorni dopo le gare europee potrebbe di nuovo rimescolare gioia e dolore delle due squadre, azzerando i sentimenti pregressi e cambiando la temperatura della città. Come sempre, tre punti che sono molto di più.

La Juve incrocia la Samp dopo la beffa di Madrid

In questa giornata la lotta scudetto si incrocia con quella per l'Europa League. Se infatti il Napoli sfida il Milan, che ha un occhio alle zone che valgono la Champions ma deve prima guardarsi dalle possibili rimonte delle squadre alle spalle, la Juventus ospita la Sampdoria, l'ultima squadra capace di batterla in questo campionato. La sfida dell'andata fu comunque strana: la Juve sbagliò diverse occasioni, poi nel secondo tempo fu la fisicità di Duván Zapata a indirizzare la partita. Il colombiano segnò un gol e propiziò quello di Torreira con una spizzata su un lancio lungo. La Samp andò addirittura sul 3-0 con Ferrari, ma rischiò di essere raggiunta dalle reti a tempo scaduto di Higuaín e Dybala.

Oggi lo scenario è molto diverso. Per la Samp la vittoria contro la Juve significò l'inizio di un periodo negativo in cui raccolse appena 4 punti in 7 partite, i bianconeri hanno invece reagito alla sconfitta con una striscia d'imbattibilità ancora in corso. La beffa subita a Madrid spingerà la squadra di Allegri a reagire con forza, contando sulla chiara superiorità tecnica e fisica e sul periodo poco brillante dei blucerchiati, che hanno perso 3 delle ultime 4 partite. Per ripetere l'impresa dell'andata alla Samp servirà davvero una partita praticamente perfetta.