Il giocatore rossonero si racconta: "Voglio dimostrare di essere da Milan e un po' l'ho già dimostrato. Sono un calciatore anomalo, duttile e riservato. Corro tanto, ma non definitemi solo generoso"
Al Milan è arrivato tra lo scetticismo di molti, con il passare dei mesi però Fabio Borini ha dimostrato di essere un elemento prezioso per la rosa rossonera: 24 presenze in campionato e 1 gol, 8 presenze in Europa League arricchite da due reti, altre tre presenze in Coppa Italia e altrettante nei preliminari di Europa League (con un gol). Davvero niente male per chi al Milan è arrivato in punta di piedi e, allenamento dopo allenamento, è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante con Montella prima e Rino Gattuso poi. "Mi definiscono spesso come un calciatore generoso, però a volte un po' mi scoccia la cosa. E' un appellativo che mi hanno dato perchè corro tanto e mi adatto a ogni ruolo, ma non voglio che sia la sola cornice dentro la quale comprendere le mie caratteristiche. Ho detto a Gattuso che se da attaccante devo trasformarmi in terzino, voglio lavorarci su seriamente per evitare errori di posizione come quello che qualche settimana fa ci è costato il provvisorio pareggio del Chievo", parla così Fabio Borini nel corso di un'intervista rilasciata a SportWeek.
"Sono uno da Milan e un po' l'ho già dimostrato"
"Qui al Milan voglio dimostrare che posso stare in Italia, che da qui non sono scappato e che sono uno da Milan. E un po' l'ho già dimostrato", ha ammesso Fabio Borini. Il jolly rossonero poi aggiunge: "Sono un calciatore anomalo, duttile e riservato. Perchè faccio tante cose che in genere non fanno altri colleghi, tipo andare in centro con la bicicletta. L'ho fatto anche alla prima cena di squadra e miei compagni mi hanno preso in giro. Adesso ho pure ordinato il cestino per la bici. Corro tanto? E' genetico, mia mamma lo fa e anche mio padre", ammette Borini. Che in Italia è tornato la scorsa estate dopo l'esperienza in Premier League: "Cosa porterei dall'Inghilterra? La loro mentalità, anche nel divertimento. Anche se hanno 20 minuti, sanno come sfruttarli. Noi li lasciamo scorrere per pensare a come svagarci. Agli inglesi invece darei la nostra cultura per il cibo", ha concluso Fabio Borini.