Marani: "Napoli ha perso leggerezza. Sarri? Aspetta garanzie. Allegri? Rimarrei alla Juve il più possibile"
Serie ASempre in campo, di nuovo in campo. Senza sosta, in una Serie A che ancora deve scrivere la sua storia. Un campionato ancora aperto e un futuro da scrivere, soprattutto quello degli allenatori più "gettonati". Quello del Napoli, che un po' di smalto l'ha perso, e quello della Juve che invece punta dritto al quarto scudetto
Ad una settimana da Juventus-Napoli, è vero che le distanze sono aumentate, ma è pur sempre una partita che può decidere tantissimo di questo campionato: nulla è ancora chiuso. Allo stesso tempo c’è una corsa bellissima sulla Champions ed una altrettanto bella in zona salvezza. Il campionato italiano, tra quelli europei è l’unico ancora nel vivo: all’estero è già tutto deciso, qui abbiamo ancora parecchio per divertirci.
La stanchezza del Napoli in numeri
La differenza tra Juventus e Napoli? E’ meramente numerica: la Juve ha 22 giocatori con più di 10 presenze, esattamente come l’anno scorso. Il Napoli solo 16, di cui addirittura otto con più di 30 presenze. Nella Juve non c’è alcun giocatore che ha 30 presenze sulle 32 giornate di campionato. Questo significa che nel Napoli giocano sempre gli stessi e, in questo momento, stiamo vedendo la difficoltà, per colpa anche della stanchezza che è sia fisica che mentale. Al Napoli attuale manca brillantezza e velocità, una freschezza che oggi non vedo più. Il Napoli sta reiterando il suo modo giocare e lo fa bene: possesso palla, controllo, palleggio. Ma lo fa piano e non fa più la differenza. Sarri penso debba lavorare per cercarsi delle alternative, farle crescere e osare un po’ di più. E’ un allenatore fantastico quando allena sempre gli stessi giocatori, con gli stessi movimenti. Sarri deve iniziare a ragionare su una rosa di 20 giocatori….
La "gestione" Juve e il pedigree di Douglas Costa
A differenza, Allegri è stato bravo a gestire tutti i giocatori, chiaramente con un materiale molto più alto rispetto a quello del Napoli. Ma durante la stagione l’allenatore della Juve è stato in grado di tirare fuori sempre il giocatore che ha fatto la differenza, come adesso la sta facendo Douglas Costa, che ha un pedigree di un livello superiore…
Quella leggerezza azzurra che ora non c’è più
Il Napoli aveva una leggerezza che faceva vincere. Oggi non ce l’ha più, è una squadra stanca e provata e anche la mente ne sta risentendo. Nelle ultime 6 gare il Napoli ha fatto due vittorie, tre pareggi ed una sconfitta: ha fatto 9 punti, la metà di quelli a disposizione, mentre la Juventus ne ha fatti 16. La differenza si è creata tutta in questo ultimo mese.
Futuro Sarri? Dipenderà da garanzie. Allegri? Fossi in lui andrei avanti più possibile con la Juve
L’allenatore del Napoli immagino voglia delle garanzie sul suo lavoro, sull’autonomia decisionale, che si è più conquistato che ottenuto, se lo è guadagnato sul campo. Si rende conto perfettamente che dopo una stagione come questa non è facile ripetersi e tutti gli chiederanno di fare un ulteriore passo e quindi di vincere il campionato. Dall’altra parte, se fossi in Allegri, andrei avanti il più possibile con la Juventus: lavorare alla Juve è quasi una garanzia. Penso non sia facile trovare un’alternativa altrettanto valida con una dirigenza che ti ha sempre messo nelle condizioni migliori, nei momenti di tempesta la società è sempre stata dalla parte dell’allenatore. Penso che Allegri sia dunque in un ambiente quasi ideale per poter lavorare e continuare. Se poi dovesse vincere quest’anno avrebbe di fronte una sfida davvero affascinante: potrebbe essere il primo allenatore, insieme ad Erbstein (che ebbe la sfortuna di morire a Superga), di vedere 5 scudetti consecutivi.
Quella parata del più giovane centenario della serie A...
Il portiere del Milan ha i numeri da predestinato: nessuno, prima di Donnarumma è riuscito ad arrivare a 100 presenze nel massimo campionato alla sua età. Contro il Napoli ha fatto qualcosa di sensazionale perché lui non segue l’inerzia del pallone: generalmente, quando arriva un cross così, il portiere tende ad accompagnare il movimento della palla. Invece lui para dall’altra parte, quando di solito si tende a coprire il proprio palo. Donnarumma è rimasto fermo, centrale, ed ha trovato il tempo per ripartire dalla parte opposta rispetto a dove stava immaginando di andare. Contro il Napoli, Gigio, ha ricordato a tutti di che pasta è fatto. Detto questo, credo che anche Milik abbia le sue responsabilità. In pratica era un rigore in movimento e lui l’ha sbagliato. Ha perso quell’istante, quel tempo di gioco che era necessario per segnare perché ferma il pallone di sinistro e lo rimette dentro con lo stesso piede. Anche se, senza Donnarumma, 99 volte su 100 il tiro di Milik sarebbe stato gol…