
In questi 7 anni a tinte bianconere diversi giocatori sono passati da Torino, hanno sollevato uno o più Scudetti e se ne sono andati senza lasciare il segno. Vi ricordate di Anelka, Estigarribia e Romulo? Tutti Campioni d'Italia. Ecco che fine hanno fatto

Ve li ricordate? In questi 7 anni in cui la Juventus ha monopolizzato il campionato c'è stata gloria anche per loro. Che forse hanno vinto più per merito dei compagni che proprio, ma si sono guadagnati un pezzetto di gloria. Ecco i bianconeri "minori" che hanno vinto uno Scudetto con Conte o con Allegri

MARCELO ESTIGARRIBIA. Esterno mancino paraguaiano a tutta fascia, arriva alla Juve nell'estate 2011 dal Cerro Porteno in prestito per 500mila euro: Conte lo utilizza nel suo 3-5-2, lui segna anche un gol, fondamentale. Vi ricordate la rete nel 3-3 di Napoli? Beh: non bastò per farlo riscattare. Vinse lo Scudetto del 2012, poi furono Sampdoria, Chievo, Atalanta e di nuovo Cerro Porteno. Dopo il prestito al Chiapas, nel campionato messicano, ha giocato l’ultima stagione nel Club Atlético Colón

ELJERO ELIA. Promessa del calcio olandese, nell'estate 2011 viene preso dalla Juventus nell'ultimo giorno di mercato, pagato 9 milioni di euro. Conte non lo vede: gli concede appena 4 presenze in tutto il campionato, per un totale di meno di 90 minuti. Si cuce uno Scudetto sul petto, poi viene venduto al Werder Brema. Due stagioni in Germania, il prestito al Southampton e il rilancio al Feyenoord, dove diventa campione d'Olanda. Quest'anno per lui 31 presenze e 8 gol nel Basaksehir

MILOS KRASIC. Da nuovo erede di Nedved a “bidone” in un giro di panchine: veste il bianconero nel 2010 (pagato 15 milioni di euro) e con Delneri parte fortissimo, con un'indimenticabile tripletta al Cagliari. Poi si spegne con tutta la Juve e quando arriva Conte (con cui fatica a comunicare) non vede più il campo. Ma anche per lui arriva uno Scudetto. Ceduto al Fenerbahce per 7 milioni, finirà anche in prestito al Bastia. Ora è al Lechia Danzica, in Polonia

MARCO BORRIELLO. Definirlo meteora è forse un po' ingeneroso, visto il suo contributo decisivo nel primo titolo di Conte: sua la rete nella fondamentale vittoria di Cesena per 1-0. Ma i suoi buoni 6 mesi in bianconero non convincono la Juve a esercitare il riscatto dalla Roma fissato a 8 milioni. Eppure anche lui è stato Campione d'Italia. Quest’anno tanti problemi fisici e un solo gol per la Spal

ALEXANDER MANNINGER. Secondo portiere della Juve dal 2008 al 2012, l'austriaco vince il primo Scudetto con Conte senza mai giocare in campionato. Lascia i bianconeri a novembre e va in Germania all'Augusta, dove è titolare per 4 stagioni. A quasi 40 anni è dunque diventato il quarto portiere del Liverpool di Klopp, prima del ritiro lo scorso luglio

MAURICIO ISLA. Arrivato a Torino nel 2012 insieme ad Asamoah, si fa subito male e in bianconero non riesce a trovare mai la sua dimensione. Rimane due anni – e vince due Scudetti – prima di due prestiti con Qpr e Marsiglia, del ritorno in Italia al Cagliari e della nuova avventura in Turchia al Fenerbahce

NICOLAS ANELKA. Sbarca a Torino il 30 gennaio 2013, sul gong del marcato di riparazione. La sua parentesi in bianconero dura 6 mesi, con 2 presenze in campionato e tanta ironia dei tifosi. Partecipa con orgoglio alla festa Scudetto e fa segnare un record: grazie ai 5 minuti giocati in Champions contro il Celtic diventa l'unico giocatore con Ibrahimovic ad aver disputato la competizione con 6 maglie diverse. Si è convertito all'Islam prima di diventare allenatore in India. Ora è nello staff del Roda, in Olanda

NICKLAS BENDTNER. Bomber di razza – fuori dal campo più che dentro – arriva in prestito a Torino nell'estate 2012, con una pancetta notevole e uno stuolo di ragazze ad attenderlo. Passa più tempo in infermeria che in campo, dove entra 11 volte senza mai incidere. Durante la festa Scudetto del 2013 ottiene il numero di cellulare di una hostess: il suo più grande trofeo insieme al titolo di Campione d'Italia. Ora gioca in Norvegia, al Rosenborg

FEDERICO PELUSO. Dopo 111 presenze con l'Atalanta, il terzino sinistro arriva alla Juve a gennaio 2013 e gioca in bianconero un anno e mezzo, ricevendo l'apprezzamento dei tifosi che ne apprezzano l'impegno. Nel 2014 viene ceduto al Sassuolo (dove gioca tutt’ora), non prima di aver vinto un titolo di Campione d'Italia

PABLO DANIEL OSVALDO. Uno dei talenti sprecati del nostro calcio fa la cosa migliore della sua carriera in bianconero: segna il gol Scudetto nello scontro diretto a Roma, la sua ex squadra, nel 2014. Così alza il terzo titolo consecutivo di Conte, ma la Juve non lo riscatta. Passa all'Inter, poi al Boca Juniors e al Porto. Crea più guai che occasioni da gol e a 30 anni chiude col calcio per darsi al rock

SIMONE PADOIN. Altro che meteora, il “Pado” è stato il talismano della Juventus per 5 anni, con altrettanti titoli: voluto fortemente da Conte, amatissimo dai tifosi per l'impegno e la dedizioni, pezzo fondamentale dello spogliatoio, lascia la Juve nel 2016 dopo 5 Scudetti. Con una frase dedicata ai tifosi che lo proietta nella leggenda: “Mi hanno apprezzato nonostante le mie qualità mediocri”

ROMULO. Una stagione al Verona abbagliante, un passaggio in bianconero non altrettanto fortunato: nella stagione 2014-2015 si fa male e agli adduttori e sta fuori quasi tutto l'anno (appena 5 presenze) così la Juve non lo riscatta a fine stagione. È Campione d'Italia con Allegri, prima di tornare al Verona, con cui è retrocesso in B e dove ora è capitano

RUBINHO. Terzo portiere della Juventus dal 2012 al 2016, ha giocato 2 partite in 4 anni (senza subire gol!) ma si è fatto amare dai compagni e da tutto l'ambiente. Vince 4 campionati, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane, prima di passare al Como e poi tornare al Genoa come vice-Lamanna. Oggi è in Brasile, nella seconda divisione nazionale, nell’Avai FC

MARIO LEMINA. Tra i giocatori campioni d’Italia 2016-17, e che non hanno raggiunto il nuovo titolo nella stagione attuale c’è anche Mario Lemina. Il francese arriva alla Juve nel 2015: buona tecnica e visione di gioco, ma farsi spazio in quel centrocampo è impresa ostica. In bianconero 42 presenze e 3 gol, più due scudetti vinti. La scorsa estate parte in direzione Southampton per 17 milioni più bonus: 25 presenze in Premier e una salvezza conquistata all’ultimo respiro coi Saints

HERNANES. Nella Juve il “Profeta” gioca 35 partite, ma senza mai diventare un vero leader, vincendo comunque due scudetti prima dell’avventura in Cina. Arrivato dall’Inter scende in campo 14 volte nel 2015-16, e 10 l’anno successivo, quando poi a febbraio lascia definitivamente i colori bianconeri. Oggi gioca ancora in Cina, nell’Hebei China Fortune

THOMAS RINCON. Sette mesi sono ampiamente bastati al primo venezuelano della storia della Juve per mettere in bacheca un campionato e una Coppa Italia. In Serie A per lui 13 partite nel 2016-17, ma appena due da titolare. Nello scorso agosto andrà dunque ai rivali del Torino. Quest’anno per Rincon 34 presenze (33 da titolare) e un gol, contro la Lazio a dicembre