Fiorentina, Saponara: "La stagione più incredibile della mia carriera. Davide, uniti grazie a te"
Serie ARiccardo Saponara si affida ancora ad Instagram per condividere le sensazioni legate ad una stagione, quella viola, che non sarà mai come le altre. Il pensiero è per Astori: "La tragedia ci ha privato di un punto di riferimento, ma ci ha fortificato: un altro insegnamento di Davide"
La stagione della Fiorentina non potrà mai essere considerata "normale" e quello fatto in campo dai giocatori viola sarà sempre legato alla tragedia che li ha segnati il 4 marzo, il giorno in cui il capitano Davide Astori è scomparso, lasciando nello sconforto tutto il mondo del calcio. Uno dei più colpiti, allora, fu Riccardo Saponara, che scrisse una lunga lettera d'addio, colma di tristezza e incredulità. Incredibile però, come dalla partita successiva alla morte di Davide, il trequartista viola abbia migliorato le prestazioni. Come se il dolore e il vuoto lasciato si fossero trasformati in un motore per dimostrare il proprio valore anche a Firenze. Sensazioni che Saponara ha voluto condividere nuovamente,sempre u Instagram, al termine di una stagione che ha visto la Fiorentina lottare per la qualificazione in Europa League, senza però riuscire a raggiungerla.
"Più forti e uniti grazie a te. Fiorentina, orgogliosi di aver lottato"
Ecco quanto ha scritto Saponara: "È finita. Vano è stato il tentativo di aggrapparci al treno europeo, non sono stati sufficienti 3 mesi di rincorsa per coronare un sogno nato quel 4 marzo che ha colpito ciascuno di noi. Probabilmente il nostro ottavo posto finirà nel "dimenticatoio", nessuna impresa è stata effettuata, nessuna coppa è stata portata a casa.
Nonostante ciò - ha aggiunto - credo di poter ammettere che sia stata la stagione più difficile ma più incredibile della mia breve carriera, mai ho vissuto emozioni simili, mai ho constatato una crescita personale tale.
La tragedia ci ha privato di un amico, un condottiero, un punto di riferimento, una guida.
Al tempo stesso ci ha insegnato a non avere paura: di soffrire, di piangere, di palesare insicurezze e paure, di condividere le nostre emozioni senza filtri, di credere che essere uomini non significa essere invincibili supereroi. Tutto ciò ci ha cresciuto, ci ha fortificato, ci ha unito.
Andiamo a casa senza traguardi, ma con la fierezza e l'orgoglio di aver lottato, come una squadra vera, fino alla fine per un ideale, per un obiettivo comune, per qualcosa di superiore, mettendo in un angolo egoismi o glorificazioni personali. Citando una frase letta ultimamente:
"Le storie che rimangono dentro non sono quelle dal lieto finale, ma quelle che fanno emozionare."
Ancora una volta - conclude Saponara - hai saputo regalarci un grande insegnamento.
Grazie di tutto, Davide".