I Signori del Calcio, Cassano: "Il migliore Garrone, il peggiore Stramaccioni". La replica: "Tutto falso"
Serie ATorna l'appuntamento con I Signori del Calcio: intervista esclusiva con l'ex giocatore di Milan, Inter, Roma, Real Madrid e della Nazionale italiana. "Nascere a Bari nei vicoli è sempre complicato, puoi prendere strade sbagliate, ma mi sono detto che dovevo dedicare la mia vita solo al calcio". Martedì 29 maggio alle 23 su Sky Sport 1 e da mercoledì 30 maggio nella sezione "Scelti per te" su Sky On Demand
Nuova e imperdibile puntata de "I Signori del Calcio", questa volta interamente dedicata ad Antonio Cassano. Un'intervista esclusiva con l'ex giocatore di Milan, Inter, Roma, Real Madrid e della Nazionale italiana. Martedì 29 maggio alle 23 su Sky Sport 1 e da mercoledì 30 maggio anche nella sezione "Scelti per te" su Sky On Demand. Qui, in anteprima, alcuni passaggi dell’intervista.
Sull’infanzia difficile.
"La mia infanzia è stata difficilissima perché non potevo mangiare, non avevamo soldi per andare avanti. Poi nascere a Bari nei vicoli è sempre complicato, puoi prendere strade sbagliate. Io mi reputo un ragazzo molto intelligente, perché sono arrivato ad un punto e mi sono detto che dovevo dedicare la mia vita solo al calcio, non ho mai bevuto né mi sono drogato".
C'è stato un bivio?
"Fino a 17 anni c’è sempre stato il pericolo che potessi dire dall’oggi al domani: “non faccio il calciatore, non guadagno niente, mi son stancato, prendo un’altra strada”. Il percorso pericoloso era sempre lì: fino a che non diventi professionista e guadagni dei soldi, ti viene da andare a guadagnare qualche soldo facile. Da quel punto di vista sono sempre stato a modo, andando dritto per la mia strada. La mia idea è sempre stata di dare una soddisfazione a mia mamma che ha fatto tutto per me e fare il calciatore. Avevo qualità incredibili e ho sfruttato la mia dote. Ho sempre voluto fare il calciatore, far stare bene mia mamma, star bene io, senza darle un’altra grande delusione, perché ne abbiamo avute tante".
Ti è pesata l’assenza di una figura paterna?
"La cosa che posso dire è che se cresci con entrambi i genitori cresci meglio, questa è la realtà dei fatti. Io ho avuto una grande fortuna, quella di avere una mamma eccezionale che ha fatto sia da madre sia da padre, ma la figura del padre mi è mancata negli anni. Devo ringraziarlo perché con mia mamma mi hanno messo al mondo, però più di questo non posso dire perché io e mia mamma ci siamo rimasti talmente male, abbiamo sofferto tanto per la sua assenza".
Chi è la persona migliore che hai incontrato nella tua carriera?
"La migliore che ho incontrato è stato il Presidente Garrone. Ancora oggi, a distanza di tanto tempo, mi emoziono sempre a parlare di lui, perché era una persona introvabile nel mondo del calcio, onesto, perbene, educato, generoso, rispettoso: aveva tutte le doti di un uomo perfetto. E mi voleva bene come un padre. Mi sono legato tremendamente a lui, che vedevo come il padre che non avevo mai avuto. Lui mi dava tutte le attenzioni, qualsiasi cosa avessi bisogno, mi dava consigli. L'errore più grande della mia vita è stato mancargli di rispetto, anche se poi ho chiarito".
Chi, invece, la peggiore?
"Ne ho incontrate tante, ma direi Stramaccioni. Non è stata una persona onesta, leale. Ti diceva una cosa davanti e tante altre dietro. Difficilmente sono arrivato alle mani con qualcuno, però con lui era giusto arrivare a tanto; era una persona che non mi piaceva e continua a non piacermi, e non mi piacerà mai. Perché se una persona nasce quadra non può morire tonda".
La replica di Strama
Non si è fatta attendere la replica dell'ex allenatore dell'Inter che a Gazzetta.it ha parlato di FantAntonio: "Ha stravolto la verità e ora parlo anch'io - ha detto - Alla Pinetina parlava male di me con staff e giocatori, facendo dei veri comizi, spiegando quanto Mazzarri fosse migliore e poi è stato Mazzarri stesso a scaricarlo. Lo affrontai verbalmente ma lui negò tutto da falso qual è, Gli urlai che non valeva niente come persona e tutto degenerò ma non mi ha mai sfiorato e lui lo sa bene. Non dissi niente a Moratti e chi dei giocatori era presente se l'è tenuta per se. Per me vale la sacralità dello spogliotaio, ne succedono tante ma tutto deve morire lì. Ha confermato solo quello che pensavo di lui".