Milan, Fassone all'Uefa: "Trattateci come gli altri. Senza coppe per più di un anno? Lo escludo"
Serie AL'amministratore delegato del Milan ha commentato l'audizione presso gli uffici dell'Uefa a Nyon: "Speriamo vengano valutati i fatti, non le congetture. Fuori dalle coppe per più di un anno? Lo escludo. Pronti eventualmente a ricorrere al TAS. Mercato? C'è un piano A e un piano B"
MILAN-UEFA, AUDIZIONE DI DUE ORE: VERSO ESCLUSIONE DALLE COPPE
"Speriamo vengano valutati fatti certi e non congetture". Così l'ad del Milan, Marco Fassone, dopo l'udienza alla Camera giudicante della Uefa, in cui il club si è difeso senza mettere sul tavolo l'eventuale ingresso di un nuovo socio. "Ci sono sviluppi? Non posso dirlo, sono fatti che riguardano l'azionista come tanti argomenti discussi oggi – ha detto Fassone a Nyon -. Abbiamo scelto di andare per fatti certi, non per supposizioni e congetture. E speriamo allo stesso modo che vengano valutati fatti certi e non congetture. Chiediamo soprattutto che il club sia valutato in coerenza con le decisioni che sono state prese negli anni del Financial Fair Play, ormai ce ne sono decine. Abbiamo un po' la sensazione che il fatto di rimandare il nostro caso alla Camera giudicante sia differente rispetto a come sono stati trattati altri casi. Non ci è stato detto quando sarà presa la decisione, però immagino che sarà abbastanza veloce". Secondo le indiscrezioni della vigilia, i giudici potrebbero esprimersi nel giro di 48-72 ore.
La linea difensiva del Milan
Nel corso dell'udienza durata circa due ore, come filtra da fonti del club, il Milan ha espresso tutte le motivazioni per cui ritiene la sanzione più dura, ossia l'esclusione dalle coppe europee, una punizione ingiusta. La difesa del club è entrata nel merito dei numeri, della gestione corrente e della continuità aziendale che, è stato sottolineato dal fronte rossonero, è garantita da Elliott, il fondo che ha concesso al proprietario Li Yonghong il prestito ponte da 303 milioni di euro in scadenza a ottobre. La delegazione rossonera era composta dall'ad Marco Fassone, la Cfo Valentina Montanari, l'avvocato e consigliere rossonero Roberto Cappelli e altri due legali, fra cui Andrea Aiello che ha seguito un anno fa l'acquisto del Milan, oltre al responsabile della comunicazione del club Fabio Guadagnini. "C'e' stato un bel contraddittorio, anche con i rappresentanti della Camera investigativa - ha aggiunto Fassone -. Ho il sentimento che quanto meno siamo stati ascoltati, adesso attendiamo la decisione".
Il Milan rischia un anno fuori dalle coppe europee o anche di più?
"Qualcosa di più tendo a escluderlo", ha replicato l'ad rossonero. C'è il timore che il caso del Milan possa fare giurisprudenza e ci sia una sorta di verdetto politico? "Non voglio esprimere giudizi, soprattutto prima - ha tagliato corto Fassone -. Lasciamo alla Camera giudicante, che è composta da personaggi di altissimo livello e profilo, il tempo per poter valutare bene il caso, le nostre memorie e per fare tesoro anche di quanto abbiamo espresso verbalmente questa mattina. Eventualmente la commenteremo dopo".
Il ricorso al TAS e il mercato
Il manager milanista ha confermato che dopo la sentenza il club potrebbe rivolgersi al Tribunale arbitrale dello sport: "Dipenderà molto dalla decisione. Se dovessimo valutarla eccessivamente penalizzante la strada dell'appello è possibile. Per il mercato bisogna aspettare le sentenze? “Mirabelli sta lavorando dietro le quinte, non è andato al mare a prendere il sole in attesa delle sentenze – ha spiegato Fassone ai giornalisti presenti a Nyon -. Le sentenze possono semplicemente modificare la disponibilità di budget che abbiamo. Abbiamo un piano A e un piano B, si sta lavorando sotto traccia per non farci trovare impreparati".